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PIEVANI "BACCHETTATO"
di Fabrizio Fratus -30/11/09-
 

Pievani “bacchettato”, la verità sull’evoluzionismo.

di Fabrizio Fratus



Da ormai molti anni mi occupo di antievoluzionismo e vengo tacciato come incompetente, nello specifico posso raccontare di come Cavalli Sforza, durante “l’Infedele”  trasmissione condotta da Gad Lerner su Darwin, mi disse che se non ero biologo non potevo comprendere la teoria di Darwin. Compresi subito la stupidità dell’affermazione ma non mi venne data possibilità di replica.

Oggi, però, finalmente le cose stanno cambiando. Telmo Pievani su Micromenga (autorevole rivista scientifica) ha firmato l’articolo che “attacca” il convegno organizzato dal CNR (Centro Nazionale di Ricerca) sull’evoluzionismo che ha dato vita al libro: L’EVOLUZINISMO: TRAMONTO DI UN’IPOTESI, a cura di Roberto De Mattei, vicepresidente CNR, edizione Cantagalli.

Il pensiero “dogma” di Pievani e della nomenclatura evoluzionista lo conosciamo bene e da sempre sosteniamo con fatti, e non interpretazioni, che la teoria neodarwiniana non è una teoria scientifica ma filosofia. Pievani è il responsabile del sito http://www.pikaia.eu che cerca di informare/disinformare sulla teoria di Darwin con scritti e attacchi che non hanno mai prove sostanziali ma solo presunte.

De Mattei su “Il Giornale” di ieri, sabato 28 novembre 2009 pag. 32, ha risposto a Pievani scrivendo che prima di commentare avrebbe dovuto acquistare il libro e leggerlo scoprendo che il testo ha carattere scientifico ed avrebbe evitato di replicare in modo approssimativo e manicheo.

Ha definito Pievani un fanatico dell’evoluzionismo e sostanzialmente (gli evoluzionisti) non sanno di cosa parlano a partire dalla stessa teoria che continua ad “essere una sorta di oggetto scientifico non identificato”. Chi parla non è un referente senza credenziali, ma bensì il vicepresidente del CNR. Il testo in questione include saggi di scienziati internazionali come: Guy Berthault, Jean de Pontcharra, Maciej Giertych, Pierre Rabischong  ed altri.

Nell’articolo, De Mattei, spiega come per Pievani e combriccola “per ovviare alla mancanza di dimostrazione scientifica, l’evoluzionismo pretende di sostituire alla causalità, la casualità. Il caso diviene la spiegazione dell’inspiegabile. In questa prospettiva Pievani teorizza  che un elemento talmente improbabile può realizzarsi in seguito ad un’enorme quantità di tentativi nel corso di miliardi di anni. Ma il tempo non produce differenza: ciò che è impossibile sotto i rapporti di causa-effetto rimane tale per sempre”.

L’articolo prosegue specificando come la teoria non sia oggetto della scienza e di come in realtà gli evoluzionisti difendono una loro posizione fideistica. La scienza non si evolve.

Simpaticamente mi viene da ricordare come Daniele Formenti (amico di Pievani e appartenente alla nomenclatura evoluzionista) spiegò sul suo sito il problema riguardante le conferenze di Stefano Bertolini al Museo di scienza naturali di Brescia e cioè che Bertolini non era un esperto quanto Pievani a cui non è stato “permesso” di parlare.

In riferimento a quanto scritto da Formenti oggi possiamo chiedergli su quali basi Pievani e tutto Pikaia è da ritenere esperto dell’argomento?
Il vicepresidente del CNR, quindi scienziato ricercatore, ha spiegato che Pievani e gli evoluzionsiti non sanno di cosa parlano.

In un precedente articolo dal titolo “La nomenclatura intellettuale italiana ignora la cultura scientifica” (http://66.71.135.49/articolo.php?id_articolo=29028 ) sostenevo che in Italia “In tutti i campi vi è una nomenclatura intellettuale autoreferenziale organizzata a tal punto che ogni questione o ipotesi non condivisa viene automaticamente oscurata e derisa. Domina il pensiero unico. Per lo più in collegamento globale, sostenuto proprio da coloro che contestano la globalizzazione.  È una scuola che nasce lontano ed è cresciuta nell’indifferenza. Nel mondo si dibatte e si discute su evoluzionismo e Intelligent Design, su neodarwinismo e neocreazionismo, su ateismo e teismo, ma in Italia no.  Appena qualcuno fa notare che la teoria di Darwin è in crisi in America, in Europa, in Russia ecc., la nomenclatura intellettuale si chiude a riccio ridicolizzando coloro che fanno notare un dato evidente a tutti, cioè  che le scoperte scientifiche hanno sviluppato correnti di pensiero che negano “l’ideologia naturalista”.

Nella sostanza sostengo che il nostro mondo accademico è lontano dal dibattito scientifico europeo e mondiale, non sa di cosa si parla e specificatamente è fermo ad un’impostazione scientifica dell’ 800.

In questi mesi le librerie sono piene di testi in favore della teoria di Darwin, testi che partono non da fatti relativi ad esperimenti e ad osservazioni ma testi che si fondano sul presupposto fondante che la teoria dell’evoluzione della specie sia scientifica perché l’uomo esiste e altre ipotesi non possono essere contemplate anche se più ragionevoli e plausibili. Nessuno di noi può credere che il semplice possa diventare complesso solamente con il passare del tempo. Nessuno di noi può credere che dove non vi è informazione con il passare di lunghi periodi la si potrà trovare (l’Informazione). Nessuno ragionevolmente può comprendere la validità della teoria neodarwiniana se non entra nella logica della filosofia naturalista.

Nel 2002 organizzai con gli studenti del liceo Vittorini la prima assemblea studentesca con la presenza di professori e scienziati  non evoluzionisti (F. De Angelis, R. Nalin, M. Georgiev) e il 17 febbraio 2003 con i ragazzi di Alleanza Studentesca lanciammo la prima settimana antievoluzionista (La settimana antievoluzionista http://www.creazionismo.org/Articolo.asp?id=60); ci presero tutti in giro.

Oggi siamo noi a prendere in giro i vari detrattori di un’iniziativa di carattere culturale che, anticipando tutti, ha contribuito a portare l’Italia a discutere di un argomento presentato come certezza ma che in realtà è solo fondamento di impostazione ideologica.

Con buona pace dei vari Pievani, Oddifreddi, Formenti e combriccola varia la verità è ormai accessibile a tutti; di come mai esiste l’uomo, da dove veniamo e perché ci siamo nessuno lo sa. La vita è un mistero.



P.S. Raccomandiamo la lettura integrale dell'articolo di Roberto De Mattei, disponibile in pdf sul link:

http://www.ilgiornale.it/edizione_pdf/287/28-11-2009/32/page=119684-pdf_num=1702


La Redazione.





 

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