L’EVOLUZIONE
TRA SCIENZA E FILOSOFIA
L’evoluzione
è scienza o filosofia?
La
falsa diatriba: non è né l’una né l’altra
di
Mihael Georgiev
Il
riaccendersi del dibattito accademico moderno sull’evoluzione è
segnato da un preciso evento: nel 1992 Phillip Johnson organizzò
presso la Southern Methodist University (SMU) in Dallas (Texas), un
simposio dal titolo:
Il
darwinismo: inferenza scientifica o preferenza filosofica?
Nelle
parole del promotore, il simposio «non è stato mai
concepito per risolvere il grande dibattito su evoluzione e
creazione, ma è stato organizzato solo per porre le basi per
iniziare tale dibattito». Le basi le avrà pure
poste, ma da allora si dialoga tra sordi e non si cava un ragno dal
buco. Unico risultato, censure, rappresaglie accademiche, sistematico
rifiuto degli evoluzionisti di partecipare a dibattiti pubblici, cosa
che ormai in tanti percepiscono come segno di debolezza, ma che
invece loro – e molti loro sostenitori – spiegano sia un
atto dovuto, in quanto degli “specialisti” come loro non
possono abbassarsi e perdere tempo in incontri con religiosi fanatici
e comunque con scienziati non “specialisti”. Ma esiste la
figura dello “specialista” in evoluzione? E se sì,
chi lo sarebbe?
Che
ci sia un tale “specialista” è un’assurdità,
dato che la sola evoluzione biologica coinvolge tante discipline in
diversi campi delle scienze naturali: geologia, fisica nucleare e
metodi di datazione, biologia,botanica, anatomia, istologia, chimica,
biochimica, biologia molecolare, genetica delle popolazioni e
molecolare, bioingegneria, fisiologia, etologia, psicologia,
neurologia, patologia (e tutta la medicina con le sue malattie
genetiche e lì ci sarebbe da ridere), poi matematica, fisica,
teoria delle probabilità, teoria dell’informazione, e
altro ancora. Me lo spiegate dove sta la “specializzazione”,
che per definizione è l’esatto contrario, cioè
una “zoomata” in un’area specifica dello scibile?
Forse io non sono abbastanza qualificato da poter dire questo. Allora
ascoltate il premio Nobel (per la medicina nel 1965)
Jaques Monod, descritto da tutti come “biologo e filosofo”,
almeno lui spero capisca qualcosa. Il sottotitolo del suo famoso
libro Il caso e la necessità
recita così:
“Saggio
sulla filosofia naturale della biologia contemporanea”.
Spero abbiate letto
bene: “filosofia della biologia”, non “biologia”.
Un termine un po’ più sofisticato, per così dire
“post-Monod”, sarebbe “biofilosofia”,
introdotto nel 1997 da Mario Bunge e Martin
Mahner
. Lo specialista in evoluzione c’è, ma non è un
biologo. Semmai è un “biosofo”, oppure
se vi sembra più elegante, “biofilosofo”.
Un laureato qualsiasi in scienze biologiche, ad esempio un medico,
può esserlo altrettanto se non di più.
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