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GENESI E SCIENZA
di Mihael Georgiev - 26/10/09-
 

LA GENESI E LA SCIENZA

Quale è il significato dei racconti storici della Bibbia?

di Mihael Georgiev

Premesso che tutti concordano che la Bibbia non è un testo scientifico, sta di fatto che le discussioni sul significato del racconto della Genesi dividono il mondo della religione in due parti: coloro che credono che la storia della Genesi è la vera storia del mondo, e coloro che la considerano in massima parte un racconto allegorico. Una terza parte sono gli atei, ma questo è un discorso a parte. Come in molti casi, queste discussioni nascono in parte dal confronto tra le rispettive posizioni, in parte da fraintendimenti sul significato delle parole.

Coloro che credono nella veridicità storica del racconto sulle origini sono spesso accusati di prendere “alla lettera” il testo biblico e chiamati “fondamentalisti” nel senso negativo del termine. Certo è che anche i “creazionisti” sono responsabili di questo stato delle cose. Basta pensare che per secoli è stata ritenuta veritiera la data della creazione (!) fissata dall’arcivescovo James Ussher alle ore 16 della domenica 23 ottobre 4004 a.C. Ma la Bibbia non indica tale data, si limita ad affermare “In principio Dio creò il cielo e la terra”. Non metto in dubbio la buona fede o le buone intenzione di Ussher. Mi limito ad osservare che egli non ha interpretato il testo biblico in modo “letterale”, ma l’ha forzato a dire cose che vanno oltre quelle che il testo dice. Altrettanto assurdo è sostenere che le specie esistenti siano esattamente quelle create all’inizio, cosa che non solo va oltre ciò che dice il testo biblico, ma addirittura è smentita dal testo stesso.

Il mio è un ragionamento puramente razionale e riguarda il significato evidente del racconto storico della Genesi. È giustificato dal fatto che in nessun posto del Vecchio o il Nuovo Testamento vi è un riferimento al suo carattere allegorico, e Colui che l’ha ispirato non mi ha rivelato le sue eventuali intenzioni allegoriche, che invece sono regolarmente ed esplicitamente indicate nelle stesse Scritture in riferimento a molti altri testi.

Il punto è che con motivazione opposte – i primi di difenderlo, i secondi di rifiutarlo, i terzi per timore che la scienza lo abbia già o possa in futuro smentire – molti creazionisti, evoluzionisti materialisti ed evoluzionisti teisti abusano del testo biblico, caricandolo di significati che evidentemente non ha. Mentre le posizioni dei creazionisti e degli evoluzionisti materialisti si possono spiegare con la scelta aprioristica di opposti campi, quello della fede e quello dell’ateismo, i sostenitori delle interpretazioni allegoriche danno l’impressione di sopravvalutare la veridicità delle teorie scientifiche alternative e di non rendersi conto che queste ultime sono accettate non per la forza delle dimostrazioni a loro favore, ma nonostante i grossi problemi, alcuni potenzialmente irrisolvibili, che hanno.

A me piace il modo in cui Leone XIII, il Papa nato a pochi chilometri da casa mia, definisce nella sua enciclica Providentissimus Deus il significato del testo biblico come “letterale e ovvio”. Letterale potrebbe essere il nome di Adamo. Ma il significato di una descrizione come quella della storia della Genesi non può essere letterale, può essere al massimo ovvio. Non capisco perché se la Bibbia dice “il sole è sorto”, sarebbe roba da ignoranti e vorrebbe dire che la Terra è ferma e il sole le gira attorno, ma se un astronomo dice al figlio “il sole sorge alle ore 6 del mattino” significa invece che la Terra gira attorno al sole. In entrambi i casi non si fa scienza, ma si descrive un fenomeno nello stesso modo. Non mi risulta che gli astronomi dicono ai propri figli “ruotando attorno al suo asse, alle ore 6 di domani mattina la Terra si posizionerà in modo tale che noi vedremo apparire il sole all’orizzonte”.

Il punto è che la nostra conoscenza è della natura è del significato di alcuni racconti della Bibbia è incompleta ed evolve insieme all’aumento delle conoscenze. Ma tenendo la mente aperta, il significato storico-letterario o ovvio del racconto della Genesi rimane una spiegazione non meno coerente di qualsiasi spiegazione evoluzionistica, materialistica o teistica che sia. Inteso in questo senso, il “creazionismo biblico” è un’opzione altrettanto valida, non smentita - forse non smentibile – dai fatti delle scienze naturali. Se non abusato in senso “letterale” o considerato allegorico, il racconto biblico rimane una opzione coerente della storia del mondo, nonostante i tentativi millenari di sostituirla con storie alternative evoluzionistiche, materialistiche o teistiche che siano.

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Sito a cura dell'A.I.S.O. Associazione Italiana Studi sulle Origini - aggiornato il 31/01/2014 

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