LA
GENESI E LA SCIENZA
Quale
è il significato dei racconti storici della Bibbia?
di
Mihael Georgiev
Premesso che tutti
concordano che la Bibbia non è un testo scientifico, sta di
fatto che le discussioni sul significato del racconto della Genesi
dividono il mondo della religione in due parti: coloro che credono
che la storia della Genesi è la vera storia del mondo, e
coloro che la considerano in massima parte un racconto allegorico.
Una terza parte sono gli atei, ma questo è un discorso a
parte. Come in molti casi, queste discussioni nascono in parte dal
confronto tra le rispettive posizioni, in parte da fraintendimenti
sul significato delle parole.
Coloro che credono
nella veridicità storica del racconto sulle origini sono
spesso accusati di prendere “alla lettera” il testo
biblico e chiamati “fondamentalisti” nel senso negativo
del termine. Certo è che anche i “creazionisti”
sono responsabili di questo stato delle cose. Basta pensare che per
secoli è stata ritenuta veritiera la data della creazione (!)
fissata dall’arcivescovo James Ussher alle ore 16 della
domenica 23 ottobre 4004 a.C. Ma la Bibbia non indica tale data, si
limita ad affermare “In principio Dio creò il cielo e la
terra”. Non metto in dubbio la buona fede o le buone intenzione
di Ussher. Mi limito ad osservare che egli non ha interpretato il
testo biblico in modo “letterale”, ma l’ha forzato
a dire cose che vanno oltre quelle che il testo dice. Altrettanto
assurdo è sostenere che le specie esistenti siano esattamente
quelle create all’inizio, cosa che non solo va oltre ciò
che dice il testo biblico, ma addirittura è smentita dal testo
stesso.
Il mio è un
ragionamento puramente razionale e riguarda il significato evidente
del racconto storico della Genesi. È giustificato dal fatto
che in nessun posto del Vecchio o il Nuovo Testamento vi è un
riferimento al suo carattere allegorico, e Colui che l’ha
ispirato non mi ha rivelato le sue eventuali intenzioni allegoriche,
che invece sono regolarmente ed esplicitamente indicate nelle stesse
Scritture in riferimento a molti altri testi.
Il punto è
che con motivazione opposte – i primi di difenderlo, i secondi
di rifiutarlo, i terzi per timore che la scienza lo abbia già
o possa in futuro smentire – molti creazionisti, evoluzionisti
materialisti ed evoluzionisti teisti abusano del testo biblico,
caricandolo di significati che evidentemente non ha. Mentre le
posizioni dei creazionisti e degli evoluzionisti materialisti si
possono spiegare con la scelta aprioristica di opposti campi, quello
della fede e quello dell’ateismo, i sostenitori delle
interpretazioni allegoriche danno l’impressione di
sopravvalutare la veridicità delle teorie scientifiche
alternative e di non rendersi conto che queste ultime sono accettate
non per la forza delle dimostrazioni a loro favore, ma nonostante i
grossi problemi, alcuni potenzialmente irrisolvibili, che hanno.
A
me piace il modo in cui Leone XIII, il Papa nato a pochi chilometri
da casa mia, definisce nella sua enciclica Providentissimus Deus
il significato del testo biblico come “letterale e ovvio”.
Letterale potrebbe essere il nome di Adamo. Ma il significato di una
descrizione come quella della storia della Genesi non può
essere letterale, può essere al massimo ovvio. Non capisco
perché se la Bibbia dice “il sole è sorto”,
sarebbe roba da ignoranti e vorrebbe dire che la Terra è ferma
e il sole le gira attorno, ma se un astronomo dice al figlio “il
sole sorge alle ore 6 del mattino” significa invece che la
Terra gira attorno al sole. In entrambi i casi non si fa scienza, ma
si descrive un fenomeno nello stesso modo. Non mi risulta che gli
astronomi dicono ai propri figli “ruotando attorno al suo
asse, alle ore 6 di domani mattina la Terra si posizionerà in
modo tale che noi vedremo apparire il sole all’orizzonte”.
Il punto è
che la nostra conoscenza è della natura è del
significato di alcuni racconti della Bibbia è incompleta ed
evolve insieme all’aumento delle conoscenze. Ma tenendo la
mente aperta, il significato storico-letterario o ovvio del racconto
della Genesi rimane una spiegazione non meno coerente di qualsiasi
spiegazione evoluzionistica, materialistica o teistica che sia.
Inteso in questo senso, il “creazionismo biblico” è
un’opzione altrettanto valida, non smentita - forse non
smentibile – dai fatti delle scienze naturali. Se non abusato
in senso “letterale” o considerato allegorico, il
racconto biblico rimane una opzione coerente della storia del mondo,
nonostante i tentativi millenari di sostituirla con storie
alternative evoluzionistiche, materialistiche o teistiche che siano.
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