ECO CREAZIONISTA
Articoli
Recensioni
Rassegne Stampa
Lettere
Eco dei Lettori
Eventi, Interviste
Bibbia & Scienza
Archivio
 
 
 
 
DIBATTITO SULL'EVOLUZIONE.
di Mihael Georgiev - 23/10/09 -
 

Dibattito Internazionale. 6°parte

Le strategie evoluzionistiche per il 2009

Ma le truppe non eseguono gli ordini

di Mihael Georgiev



Eugenie Carol Scott dirige dal lontano 1987 il Centro nazionale di educazione scientifica (NCSE) degli USA, organizzazione che è in prima linea nella lotta contro il creazionismo e l’Intelligent Design. Non si può certo dire che la sua battaglia ha avuto successo: dopo 22 anni non più del 10% degli americani credono all’evoluzione darwiniana. Non che le siano mancati mezzi e alleati: in suo soccorso sono scesi la nomenclatura intellettuale e la magistratura, blindando i curriculum scolastici contro ogni critica all’evoluzione, e discriminando gli scienziati dissenzienti. I risultati, però, sono deludenti: è rimasta incontaminata solo la torre d’avorio della nomenclatura scientifica, ma il popolo bue continua a non voler sapere di evoluzione.

Il britannico Richard Dawkins non avrebbe dubbi: chi non crede all’evoluzione o è stupido, o è ignorante, o tutti e due. Ma la Scott è più riflessiva e meno presuntuosa e, recitando una mezza mea culpa, ha trovato un errore lessicale che forse spiega lo scarso successo dell’evoluzione. Quindi ha cercato, anticipando le celebrazioni darwiniane, di suggerire ai suoi un cambiamento lessicale che, a suo dire, potrebbe migliorare la comprensione e diffusione dell’evoluzione. I suoi consigli sono contenuti in un articolo pubblicato il 9 gennaio scorso a firma sua e del suo vice Glenn Branch. La nuova strategia è suggerita già nel titolo: “Solo non chiamatela darwinismo”. (l’articolo è disponibile su http://www.springerlink.com/content/8q68410q05048h68/fulltext.pdf). Ecco gli argomenti della Scott:

Vedremo e sentiremo tanto il termine ‘darwinismo’ durante il 2009, l’anno durante il quale scienziati, insegnanti ed altri che si rallegrano delle realizzazioni della moderna biologia, commemoreranno il duecentesimo anniversario della nascita di Darwin e il centocinquantesimo anniversario della pubblicazione de L’origine delle specie. Ma cosa vuol dire il termine ‘darwinismo’? E come viene usato? Nella migliore delle ipotesi, la parola è ambigua e fuorviante per la scienza. Nella peggiore, il suo uso fa eco alla strategia creazionista di demonizzazione dell’evoluzione”.

Usare il termine ‘darwinismo’ come sinonimo di ‘biologia evoluzionistica’ è ingiusto nei confronti degli uomini e donne che hanno contribuito alla costruzione scientifica cui Darwin ha posto la pietra angolare, compresi (per citare solo alcuni) Wallace, Huxley, Weisman, De Vries, Romanes, Morgan, Weidenreich, Teilhard, von Frisch, Vavilov, Wright, Fisher, Muller, Haldane, Dobzhansky, Rensch, Ford, McClintock, Simpson, Hutchinson, Lorenz, Mayr, Delbrück, Jukes, Stebbins, Tinbergen, Luria, Maynard Smith, Price, Kimura, Ostrom, Wilson, Hamilton, and Gould, senza menzionare coloro che, più numerosi, continuano a contribuire alla biologia evoluzionistica. Come Olivia Judson ha commentato di recente, termini come ‘darwinismo’ suggeriscono una falsa ristrettezza del campo della moderna biologia evoluzionistica, come se essa fosse la creatura mentale di una sola persona 150 anni fa, anziché un soggetto vasto e complesso che evolve, al quale hanno contribuito molti altri grandi personaggi. Così, ‘darwinismo’ è un termine ambiguo che ha il solo significato di avere qualcosa in comune con le idee di Darwin. Già questo sarebbe sufficiente per non essere usato dagli scienziati e gli insegnanti. Tuttavia, vi è un’altra ragione per evitare l’uso del termine: esso torna utile alla campagna creazionista che suggerisce che l’evoluzione è una cattiva ideologia”.


L’anno 2009 sarà una vera ‘Darwinfest’, con conferenze, edizioni speciali, e mostre speciali che celebrano Darwin e la biologia evoluzionistica, presso molte università, musei, scuole, riviste divulgative e scientifiche e altre istituzioni interessate nella scienza. Ma insieme all’aumento dei servizi sulla vita e l’opera di Darwin, c’è da aspettarsi un rigurgito di antievoluzionismo, dato che i creazionisti usano l’aumentata visibilità dell’evoluzione per ‘agganciare’ le proprie idee. Semmai ci fosse un momento di insegnamento per aumentare la comprensione della biologia evoluzionistica, questo è il 2009. Gli insegnanti e scienziati devono cogliere l’opportunità per pensare come presentare meglio le idee della biologia evoluzionistica, che è cresciuta e prosperata dai semi piantati da un eccezionale e geniale scienziato dell’Ottocento. Solo non chiamatela darwinismo!”


Non manca molto alla fine del 2009, quando si potrà vedere come gli insegnanti e gli scienziati abbiano sfruttato l’eccezionale momento. Sono curioso di vedere anche i famosi futuri sondaggi per capire l’efficacia del “Darwinfest” nel convincere le persone.


Nel frattempo vorrei ribadire che gli evoluzionisti fan tutto da soli: si sono inventati il darwinismo sociale, culturale ecc., senza che nessuno li abbia preventivamente “demonizzati”. E il termine “darwinismo” lo usano sempre loro, anzi, hanno trasformato il grande naturalista inglese in icona, immagine sacra da sventolare in giro come se fosse Marx o Che Guevara. Si sono inventati anche il “Darwinfest” (mi piace molto il termine). Sono loro che trasformano la teoria di Darwin in ideologia senza alcun contributo da parte dei “creazionisti”. Almeno che Richard Dawkins e Daniel Dennett non siano dei creazionisti camuffati, veri e propri infiltrati: allora smascherateli e processateli! Non sono i creazionisti a non rispettare la scienza, ma gli evoluzionisti. Chi è che trasforma in evento mediatico (e se mi si permette, ridicolo) una teoria biologica? I creazionisti? Qualcuno mi spieghi perché esiste Darwinfest, ma non c’è né Newtonfest, né Einsteinfest, né Marconifest? Per amor di scienza? (La risposta la lascio a Totò).


Che poi la gente non crede all’evoluzione perché presentata con nome sbagliato, mi sembra un’idea un po’ ingenua. Che fosse il contenuto e non l’etichetta ad essere poco convincente , sembra neanche sfiori il cervello della Scott, che infatti deve essersi rivolta a qualche agente pubblicitario o esperto di marcheting, sperando nella creazione dello spot vincente. Ad esempio, se tu dici ad una neomamma di lavare la tettarella del biberon con la varechina, potresti beccarti una denuncia, se invece le consigli “il liquido speciale … per tettarelle” (che è varechina), allora corre a comprarlo, tanto sulla confezione è scritto che contiene ipoclorito di sodio, mica la volgare varechina!.

Intanto il “Darwinfest” si sta svolgendo secondo il solito copione, e non potrebbe essere altrimenti. Ci provi la Scott a festeggiare Darwin spiegando che non festeggia Darwin, ma sta spiegando la biologia evoluzionistica.

 

Sito a cura dell'A.I.S.O. Associazione Italiana Studi sulle Origini - aggiornato il 31/01/2014 

Contatto | Links | Informazioni | Iscrizione | Contributi