IL
DIBATTITO SUL DARWINISMO IN ITALIA E NEL MONDO parte 5
Discussione
tra evoluzionisti in Italia
Costanzo
Preve ai “tarantolati di Darwin”: Riconsegniamo
Darwin alla Facoltà di Scienze Naturali
di
Mihael Georgiev
In un recente
articolo dal titolo “I tarantolati di Darwin”,
comparso sul sito http://cpr.splinder.com/tag/costanzo+preve
(per leggerlo bisogna aprire il numero di venerdì 19 giugno
2009), Costanzo
Preve commenta l’attuale attivismo pro-Darwin di alcuni
intellettuali italiani. Preve è filosofo di fama
internazionale, specializzato in filosofia greca,
uno dei migliori conoscitori italiani di Marx
( e marxista egli stesso), con decine di saggi pubblicati in più
lingue, ma, come spesso accade, snobbato in patria. Con
questo articolo egli si inserisce nel dibattito sul darwinismo in
occasione del bicentenario della nascita di Darwin. L’articolo
è in realtà un riassunto di due suoi saggi pubblicati
nella rivista Atrium, 2007, numero 1 (Marx e Darwin: libere
riflessioni sulla scienza, sulla filosofia e sulla ideologia) e
2008, numero 1 (Considerazioni introduttive sugli attuali
dibattiti fra laicismo, scienza, filosofia e religione).
Preve è
ateo ed evoluzionista. Pur ammettendo la
sua “pittoresca
ignoranza in questioni biologiche e di Scienze naturali”,
egli è convinto che “non c’è partita fra
il Creazionismo e l’Evoluzionismo”, e che
“l’Evoluzionismo batta il Creazionismo con punteggio
tennistico […] in quanto l’Evoluzionismo è
un’ipotesi scientifica mentre il Creazionismo è un mito
prefilosofico […] Gli antichi greci, che non erano così
ingenui, erano già ampiamente evoluzionisti. Solo gli
scientisti moderni possono non saperlo, credendo che il Mondo cominci
soltanto con Galileo, Newton, Darwin, Einstein, Onfray, Odifreddi,
“Micromega”, Turchetto, Pievani e soprattutto Augias”.
Per quanto
riguarda le parti in causa, egli snobba completamente i creazionisti,
“dal momento che il Creazionismo è un mito
mesopotamico passato alla religione ebraica veterotestamentaria,
estraneo ai nostri padri, fratelli e maestri greci, il Creazionismo
non mi fa né caldo né freddo, e neppure
m’infastidisce”, e se la prende solo con i “suoi”.
Tra gli evoluzionisti, però, distingue due tipi: quelli con i
quali si può parlare, e quelli che egli chiama “cani
ringhiosi”:
“Rispetto
la Scienza moderna come mirabile ideazione conoscitiva. Rivendico il
fatto che
la Filosofia mi interessa molto di più. Ma questo vale solo
per me. Si tratta, come direbbe Kant, di una ‘massima’,
non di un imperativo. Per la Levi Montalcini, ad esempio, vale il
contrario, e per entrambi fortunatamente c’è posto nel
meraviglioso mondo della natura. Con i cani ringhiosi che affermano
che l’Idealismo è mer., l’Umanesimo è mer.,
eccetera, non c’è purtroppo spazio per il dialogo. È
un peccato, ma non è colpa mia”.
Le critiche che
rivolge agli evoluzionisti sono basate da una parte
sull’inconsistenza filosofica dei loro argomenti, dall’altra
sull’uso ideologico – di coercizione al pensiero unico –
che fanno. Ecco il suo pensiero:
“Un
conto è Darwin, un conto è la darwinomania ossessiva,
la darwinolatria scomposta ed incontinente. Segnalo in proposito solo
due testi, e cioè l’Almanacco di Scienze di Micromega
del Febbraio 2009, e dal numero I/2009(61) del bimestrale L’Ateo
intitolato Il nostro Darwin. Si potrebbero aggiungere i libri di
Odifreddi, che sostengono che solo un cretino ignaro della Scienza
moderna può dichiararsi ancora cristiano. […] Darwin,
lo ripeto, ritengo abbia ragione nell’essenziale. Sono quindi
un evoluzionista e non un creazionista. Può invece essere
interessante discutere d’altro, e cioè nella
fattispecie: 1) Perché Darwin viene trasformato, contro le sue
esplicite volontà, in teorico di egittimazione scientifica
dell’ateismo? 1) Perché i tarantolati, che
s’interessavano freneticamente di Marx alcuni decenni fa, oggi
lo hanno sostituito con Darwin, come se veramente Darwin potesse
sostituire Marx? 3) Quale sia, oggi, e non nel 1760 o nel 1860, il
valore ideologico di posizione dell’ateismo nei confronti
ovviamente del suo supposto nemico frontale, la fede religiosa?”
Ed ecco in
sintesi le risposte di Preve alle tre domande:
“Darwin
non voleva essere in alcun modo un filosofo ateo-materialista, e lo
ha ripetuto mille volte in pubblico ed in privato. Ma, dal momento
che quando scrivi e pensi qualcosa, esso non ti appartiene più
dopo la pubblicazione, non ci si può stupire che Darwin sia
diventato un teorico dell’ateismo […] per i signori
Odifreddi, Flores d’Arcais o Turchetto. Si tratta
dell’inevitabile logica dell’ideologia. Lamentarsene è
inutile.
La
cosiddetta “Scienza moderna” (da non confondere
assolutamente con l’episteme greca e con la Scienza filosofica
dell’Idealismo di Fichte, Hegel e Marx, cui io aderisco
interamente) è un’originale ideazione seicentesca
europea, ottima per la conoscenza della Natura esaminata in sé
in modo disantropomorfizzato, ed assolutamente inutile per la
conoscenza dell’Uomo nel senso di Socrate. In quanto tale,
quest’ideazione scientifica […] è
strutturalmente atea, del tutto indipendentemente dal fatto che il
singolo scienziato sia credente oppure no. Ed è a-tea, con
l’alfa privativo, non perché si opponga al Dio […]
ma perché prescinde interamente da Dio, e dalla sua esistenza
o inesistenza […] L’ideazione scientifica seicentesca
moderna, di gran lunga il modo migliore per acquisire conoscenze
pratiche specialistiche nel solo mondo della Natura […] è
quindi atea per principio. In questo senso, ma solo in questo senso,
funziona il sistema di equazioni Scienza = Materialismo = Ateismo,
sistema di equazioni che non tocca mai, e non può per
principio toccare, i rapporti sociali degli uomini fra di loro
(individui, Classi, Comunità, Liberalismo, Individualismo,
Collettivismo, Comunismo). Per quanto concerne questi rapporti (di
cui invece si occupa la Filosofia o, più esattamente la
Scienza Filosofia della Totalità Dialettica Espressiva), la
Scienza non ha nulla da dire, il Materialismo non ha nulla da dire
(questi rapporti non sono infatti “materia”) e,
naturalmente, l’Ateismo non ha nulla da dire, al di fuori
dello studio dell’uso ideologico di legittimazione classista
delle religioni che, in quanto tale, però non ha nulla a che
fare con una sorta di Ateismo Presupposto come Unica Posizione
Materialistica e Scientifica.
E tuttavia,
fino ad ora, abbiamo solo girato intorno al cuore del problema che
riassumeremo così: non si tratta di Darwin; […] E di
cosa si tratta, allora? Ma è semplice. Si tratta della
valutazione del valore di posizione attuale storico-ideologico
dell’ateismo. Si tratta di questo, e solo di questo, laddove
Galilei, Newton, Darwin, eccetera, non c’entrano praticamente
nulla.
Il
valore di posizione dell’ateismo materialistico francese del
Settecento (e di quella variante educata che fu il Kantismo) fu
abbastanza “progressivo” (ma neppure troppo, Fichte ed
Hegel erano già mille volte meglio), in quanto deleggittimava
politicamente le pretese normative di un’ideologia gerarchica
tardofeudale e signorile, fondata sulla religione cristiana, sia
nella variante cattolica che in quella protestante (quella ortodossa
ne è parzialmente esente, perché difendeva le comunità
nazionali oppresse dai turchi ottomani, e quindi adempiva ad
un’altra funzione storica). Dunque, essere atei, e dichiararsi
tali, poteva avere una funzione sociale positiva (ed infatti ammetto
apertamente che l’aveva).
Il valore di posizione del
Positivismo ateo ottocentesco è molto più discutibile.
Secondo me aveva già perduto ogni valore di posizione
ideologico positivo. L’ultimo pensatore ateo positivo fu
infatti, a mio avviso, Feuerbach, il cui “Umanesimo
integrale”, non a caso, è irriso e sputacchiato dagli
antiumanisti residui. L’Umanesimo di Feuerbach, non a caso,
unito alla Filosofia della Storia di Hegel ed alla sua mirabile e
mai abbastanza lodata Logica Dialettica, fu alla base della teoria
strutturalistica dei modi di produzione di Marx. Altro che rottura
epistemologica, teoria che quando fu proposta era intelligente
(eppure errata), ma oggi è soltanto una “rottura”,
e non è neppure più epistemologica (parlo dell’uso
comune italiano del termine “rottura”).
Ed oggi, dico oggi (2009), quale è il valore
di posizione ideologico dell’ateismo tradizionale, prima
illuministico e poi positivistico? Nessuno, assolutamente nessuno.
Direi di più. È soltanto negativo. Il resto possiamo
lasciarlo agli archivi in cui la Storia lo ha consegnato. E
riconsegniamo Darwin alla Facoltà di Scienze Naturali”.
Ovviamente, noi non condividiamo le tesi di Preve sul
creazionismo. D’altra parte, recentemente ho detto a Preve che
se lui ha per padri, fratelli e maestri i greci, i miei padri,
fratelli e maestri sono invece ebrei e cristiani. Tuttavia sono
interessanti – e da noi condivisi – i suoi giudizi sulla
strumentalizzazione di Darwin e di una teoria scientifica allo scopo
di promuovere una particolare visione del mondo. È questa
strumentalizzazione ciò che giustifica l’esistenza della
nostra Associazione. Il nostro compito è infatti quello di
mettere in mostra una falsità: quella di far credere che una
filosofia o visione del mondo siano “scientifiche”, cioè
basate su prove scientifiche. E a pensarla come noi è anche un
importante filosofo evoluzionista come Costanzo Preve.
|