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DIBATTITO SULL'EVOLUZIONE.
di Mihael Georgiev - 21/09/09-
 

IL DIBATTITO SUL DARWINISMO IN ITALIA E NEL MONDO parte 5



Discussione tra evoluzionisti in Italia

Costanzo Preve ai “tarantolati di Darwin”: Riconsegniamo Darwin alla Facoltà di Scienze Naturali

di Mihael Georgiev



In un recente articolo dal titolo “I tarantolati di Darwin”, comparso sul sito http://cpr.splinder.com/tag/costanzo+preve (per leggerlo bisogna aprire il numero di venerdì 19 giugno 2009), Costanzo Preve commenta l’attuale attivismo pro-Darwin di alcuni intellettuali italiani. Preve è filosofo di fama internazionale, specializzato in filosofia greca, uno dei migliori conoscitori italiani di Marx ( e marxista egli stesso), con decine di saggi pubblicati in più lingue, ma, come spesso accade, snobbato in patria. Con questo articolo egli si inserisce nel dibattito sul darwinismo in occasione del bicentenario della nascita di Darwin. L’articolo è in realtà un riassunto di due suoi saggi pubblicati nella rivista Atrium, 2007, numero 1 (Marx e Darwin: libere riflessioni sulla scienza, sulla filosofia e sulla ideologia) e 2008, numero 1 (Considerazioni introduttive sugli attuali dibattiti fra laicismo, scienza, filosofia e religione).

Preve è ateo ed evoluzionista. Pur ammettendo la sua pittoresca ignoranza in questioni biologiche e di Scienze naturali”, egli è convinto che “non c’è partita fra il Creazionismo e l’Evoluzionismo”, e che “l’Evoluzionismo batta il Creazionismo con punteggio tennistico […] in quanto l’Evoluzionismo è un’ipotesi scientifica mentre il Creazionismo è un mito prefilosofico […] Gli antichi greci, che non erano così ingenui, erano già ampiamente evoluzionisti. Solo gli scientisti moderni possono non saperlo, credendo che il Mondo cominci soltanto con Galileo, Newton, Darwin, Einstein, Onfray, Odifreddi, “Micromega”, Turchetto, Pievani e soprattutto Augias”.

Per quanto riguarda le parti in causa, egli snobba completamente i creazionisti, “dal momento che il Creazionismo è un mito mesopotamico passato alla religione ebraica veterotestamentaria, estraneo ai nostri padri, fratelli e maestri greci, il Creazionismo non mi fa né caldo né freddo, e neppure m’infastidisce”, e se la prende solo con i “suoi”. Tra gli evoluzionisti, però, distingue due tipi: quelli con i quali si può parlare, e quelli che egli chiama “cani ringhiosi”:

Rispetto la Scienza moderna come mirabile ideazione conoscitiva. Rivendico il fatto
che la Filosofia mi interessa molto di più. Ma questo vale solo per me. Si tratta, come direbbe Kant, di una ‘massima’, non di un imperativo. Per la Levi Montalcini, ad esempio, vale il contrario, e per entrambi fortunatamente c’è posto nel meraviglioso mondo della natura. Con i cani ringhiosi che affermano che l’Idealismo è mer., l’Umanesimo è mer., eccetera, non c’è purtroppo spazio per il dialogo. È un peccato, ma non è colpa mia”.

Le critiche che rivolge agli evoluzionisti sono basate da una parte sull’inconsistenza filosofica dei loro argomenti, dall’altra sull’uso ideologico – di coercizione al pensiero unico – che fanno. Ecco il suo pensiero:



Un conto è Darwin, un conto è la darwinomania ossessiva, la darwinolatria scomposta ed incontinente. Segnalo in proposito solo due testi, e cioè l’Almanacco di Scienze di Micromega del Febbraio 2009, e dal numero I/2009(61) del bimestrale L’Ateo intitolato Il nostro Darwin. Si potrebbero aggiungere i libri di Odifreddi, che sostengono che solo un cretino ignaro della Scienza moderna può dichiararsi ancora cristiano. […] Darwin, lo ripeto, ritengo abbia ragione nell’essenziale. Sono quindi un evoluzionista e non un creazionista. Può invece essere interessante discutere d’altro, e cioè nella fattispecie: 1) Perché Darwin viene trasformato, contro le sue esplicite volontà, in teorico di egittimazione scientifica dell’ateismo? 1) Perché i tarantolati, che s’interessavano freneticamente di Marx alcuni decenni fa, oggi lo hanno sostituito con Darwin, come se veramente Darwin potesse sostituire Marx? 3) Quale sia, oggi, e non nel 1760 o nel 1860, il valore ideologico di posizione dell’ateismo nei confronti ovviamente del suo supposto nemico frontale, la fede religiosa?”

Ed ecco in sintesi le risposte di Preve alle tre domande:

  1. Darwin non voleva essere in alcun modo un filosofo ateo-materialista, e lo ha ripetuto mille volte in pubblico ed in privato. Ma, dal momento che quando scrivi e pensi qualcosa, esso non ti appartiene più dopo la pubblicazione, non ci si può stupire che Darwin sia diventato un teorico dell’ateismo […] per i signori Odifreddi, Flores d’Arcais o Turchetto. Si tratta dell’inevitabile logica dell’ideologia. Lamentarsene è inutile.

  2. La cosiddetta “Scienza moderna” (da non confondere assolutamente con l’episteme greca e con la Scienza filosofica dell’Idealismo di Fichte, Hegel e Marx, cui io aderisco interamente) è un’originale ideazione seicentesca europea, ottima per la conoscenza della Natura esaminata in sé in modo disantropomorfizzato, ed assolutamente inutile per la conoscenza dell’Uomo nel senso di Socrate. In quanto tale, quest’ideazione scientifica […] è strutturalmente atea, del tutto indipendentemente dal fatto che il singolo scienziato sia credente oppure no. Ed è a-tea, con l’alfa privativo, non perché si opponga al Dio […] ma perché prescinde interamente da Dio, e dalla sua esistenza o inesistenza […] L’ideazione scientifica seicentesca moderna, di gran lunga il modo migliore per acquisire conoscenze pratiche specialistiche nel solo mondo della Natura […] è quindi atea per principio. In questo senso, ma solo in questo senso, funziona il sistema di equazioni Scienza = Materialismo = Ateismo, sistema di equazioni che non tocca mai, e non può per principio toccare, i rapporti sociali degli uomini fra di loro (individui, Classi, Comunità, Liberalismo, Individualismo, Collettivismo, Comunismo). Per quanto concerne questi rapporti (di cui invece si occupa la Filosofia o, più esattamente la Scienza Filosofia della Totalità Dialettica Espressiva), la Scienza non ha nulla da dire, il Materialismo non ha nulla da dire (questi rapporti non sono infatti “materia”) e, naturalmente, l’Ateismo non ha nulla da dire, al di fuori dello studio dell’uso ideologico di legittimazione classista delle religioni che, in quanto tale, però non ha nulla a che fare con una sorta di Ateismo Presupposto come Unica Posizione Materialistica e Scientifica.

  3. E tuttavia, fino ad ora, abbiamo solo girato intorno al cuore del problema che riassumeremo così: non si tratta di Darwin; […] E di cosa si tratta, allora? Ma è semplice. Si tratta della valutazione del valore di posizione attuale storico-ideologico dell’ateismo. Si tratta di questo, e solo di questo, laddove Galilei, Newton, Darwin, eccetera, non c’entrano praticamente nulla. Il valore di posizione dell’ateismo materialistico francese del Settecento (e di quella variante educata che fu il Kantismo) fu abbastanza “progressivo” (ma neppure troppo, Fichte ed Hegel erano già mille volte meglio), in quanto deleggittimava politicamente le pretese normative di un’ideologia gerarchica tardofeudale e signorile, fondata sulla religione cristiana, sia nella variante cattolica che in quella protestante (quella ortodossa ne è parzialmente esente, perché difendeva le comunità nazionali oppresse dai turchi ottomani, e quindi adempiva ad un’altra funzione storica). Dunque, essere atei, e dichiararsi tali, poteva avere una funzione sociale positiva (ed infatti ammetto apertamente che l’aveva). Il valore di posizione del Positivismo ateo ottocentesco è molto più discutibile. Secondo me aveva già perduto ogni valore di posizione ideologico positivo. L’ultimo pensatore ateo positivo fu infatti, a mio avviso, Feuerbach, il cui “Umanesimo integrale”, non a caso, è irriso e sputacchiato dagli antiumanisti residui. L’Umanesimo di Feuerbach, non a caso, unito alla Filosofia della Storia di Hegel ed alla sua mirabile e mai abbastanza lodata Logica Dialettica, fu alla base della teoria strutturalistica dei modi di produzione di Marx. Altro che rottura epistemologica, teoria che quando fu proposta era intelligente (eppure errata), ma oggi è soltanto una “rottura”, e non è neppure più epistemologica (parlo dell’uso comune italiano del termine “rottura”). Ed oggi, dico oggi (2009), quale è il valore di posizione ideologico dell’ateismo tradizionale, prima illuministico e poi positivistico? Nessuno, assolutamente nessuno. Direi di più. È soltanto negativo. Il resto possiamo lasciarlo agli archivi in cui la Storia lo ha consegnato. E riconsegniamo Darwin alla Facoltà di Scienze Naturali”.

Ovviamente, noi non condividiamo le tesi di Preve sul creazionismo. D’altra parte, recentemente ho detto a Preve che se lui ha per padri, fratelli e maestri i greci, i miei padri, fratelli e maestri sono invece ebrei e cristiani. Tuttavia sono interessanti – e da noi condivisi – i suoi giudizi sulla strumentalizzazione di Darwin e di una teoria scientifica allo scopo di promuovere una particolare visione del mondo. È questa strumentalizzazione ciò che giustifica l’esistenza della nostra Associazione. Il nostro compito è infatti quello di mettere in mostra una falsità: quella di far credere che una filosofia o visione del mondo siano “scientifiche”, cioè basate su prove scientifiche. E a pensarla come noi è anche un importante filosofo evoluzionista come Costanzo Preve.

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Sito a cura dell'A.I.S.O. Associazione Italiana Studi sulle Origini - aggiornato il 31/01/2014 

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