IL DIBATTITO SUL
DARWINISMO IN ITALIA E NEL MONDO/2
Dubbi sulla conoscenza
e conoscibilità del processo evolutivo nella stampa
scientifica divulgativa.
Di Andrea Bartelloni.*
Il
numero di febbraio 2009 LE SCIENZE, edizione italiana di
Scientific American, è
dedicato quasi interamente all'evoluzione con un titolo
significativo: L'evoluzione dell'evoluzione. La pubblicazione celebra
il bicentenario darwiniano e vuole sottolineare l'attualità
del pensiero del naturalista inglese.
Una
attenta lettura porta alla scoperta di particolari interessanti nei
numerosi interventi. Fin da subito è il direttore, Marco
Cattaneo, che rompe con alcuni luoghi comuni (pag. 7) come quello
che l'evoluzione sia un processo progressivo dal più semplice
al più complesso, dal peggiore al migliore. Afferma anche che
il caso non è l'assoluto padrone del destino dei viventi
(anche se viene subito contraddetto qualche pagina più
avanti), affermazioni in controtendenza con la vulgata comune.
Il
direttore cade su un punto tra i più abusati: “ un
fenomeno di evoluzione che possiamo osservare (...): la resistenza
agli antibiotici”. Come se i batteri si evolvessero in qualche
altra forma vivente e non rimanessero, invece, nient'altro che
batteri!
Nel
presentare il numero della rivista, glissa, però, su alcuni
aspetti che mi pare utile sottolineare. Edoardo Boncinelli (pag. 44)
si sofferma su genetica e evoluzione, descrivendo l'azione del caso e
come opera la selezione naturale: le mutazioni casuali sono tali
perché non seguono un piano prestabilito e anche la selezione
naturale favorisce alcuni organismi a danno di altri senza alcuna
specificazione.
Ancora:
le mutazioni solitamente sono negative e vengono rapidamente
eliminate e la stabilità delle specie è la regola. E
allora come la mettiamo con l'evoluzione? Boncinelli afferma che
“bisogna supporre che di tanto in tanto sia avvenuto qualcosa
di diverso” (pag. 47).Ma cosa? Il caso il motore di tutto?
(pag. 50)
Un'altra
affermazione che spesso viene omessa la troviamo a pag. 54. David
Kingsley ci ricorda, a proposito delle mutazioni, che affinché
possano trasmettersi alla prole, devono avvenire nelle cellule
germinali, questo restringe il campo ancora di più.
Ma
è Kate Wonk con le splendide illustrazioni di Viktor Deak
(pag. 60) che lucidamente descrive la la storia dell'uomo affermando
come essa sia ancora “tutt'altro che completa” e come
“persistano ancora molti interrogativi” sul nostro
passato.
La
rappresentanza pittorica del nostro cammino verso l'umanità
riporta apertamente i tratti ancora incerti e molti sono gli
interrogativi ancora senza risposta: le australopitecine avevano una
struttura sociale simile a quella degli umani o dei gorilla? (la
rappresentazione pittorica non lascia dubbi sulla risposta); l'homo
habilis è così poco conosciuto che andrebbe messo tra
le australopitecine.
L'homo
ergaster, forse il primo homo, viene raffigurato con tratti
abbastanza umani anche se ripreso nell'atto di lanciare un urlo un
po' animalesco.
Un'altra
ricerca ben documentata (pagg. 74-81) è quella che riguarda
gli studi sulla nostra mente che si concludono con l'affermazione che
“non saremo mai in grado di conoscere molte cose del nostro
passato evolutivo” e “la psicologia evoluzionistica (...)
potrebbe non arrivare a capire perché si sono evolute le
nostre complesse caratteristiche psicologiche”.
Questo
numero di Le Scienze
andrebbe fatto leggere agli autori dei manuali scolastici
specialmente a quelli che curano, nelle pagine di storia, le parti
relative alle origini della vita e dell'uomo per i bambini della
scuola primaria. Leggendo questi manuali non traspare alcuna
incertezza sulle nostre origini, nessun dubbio, anzi probabilmente,
non sarebbe più necessario studiare e fare ricerca. Si sa
tutto. Invece non è così. Scientific
American, finalmente, riporta
anche i dubbi e gli interrogativi ancora aperti, che grazie
all'edizione italiana sono arrivati anche tra noi.
*Andrea
Bartelloni è il responsabile dell'Osservatorio Permanente sui
Libri di Testo presso il Centro cattolico di documentazione di
Marina di Pisa ( http://rassegnastampa-totustuus.it)
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