ECO CREAZIONISTA
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I creazionisti rischiano di ripetere l'errore che la Chiesa commise nei confronti di Galileo
Ilario Favero
 

Sono un giovane docente di Scienze e vi scrivo per informarvi di un fatto recentemente accadutomi presso l'Istituto nel quale opero
Nel trattare, in una prima classe, alcuni contenuti di Geografia antropica, periodo storico, ho ritenuto utile dedicare un paio di lezioni all'evoluzione del genere Homo. Al contempo, anche la collega di Italiano e Storia affrontava gli stessi argomenti, ma con un'impostazione di tipo più marcatamente creazionistico. La stessa collega mi ha poi contestato apertamente l'impostazione evoluzionistica che avevo trasmesso ai ragazzi, poiché escludeva a priori il "mistero" della Genesi, ossia della discendenza divina dell'Essere Umano. Inoltre la collega chiamava in causa la posizione del Prof. Antonino Zichichi. "Se un eminente scienziato - sosteneva la collega - del calibro di Zichichi afferma che non esiste alcuna formulazione matematica di stampo galileiano, che descriva rigorosamente il processo evolutivo, allora bisogna ammettere "il mistero" della presenza umana sul pianeta Terra o, per lo meno, non lo si può escludere". Clou finale: "…E poi, non si può ignorare il testo biblico, per spiegare l'origine e la natura dell'Uomo".
Trovo infondate le obiezioni della collega, perché credo che non si può rivendicare, sul piano razionale, l'esistenza del divino ovunque vi siano angoli oscuri che il metodo scientifico non ha ancora illuminato. Perché ammettere necessariamente il principio del mistero e del non-conoscibile, invece dell'esistenza di una realtà semplicemente ignota, cioè non ancora conosciuta? L'importanza anche educativa di tale principio, ritengo sia fondamentale per la formazione di menti critiche, cioè libere di dubitare di tutto (in senso cartesiano), di verificare dogmi e tabù, senza alcuna preclusione o idea preconcetta.
Pur nutrendo il massimo rispetto e stima per ogni forma di democratico credo religioso, penso che spesso, in Italia, i giovanissimi siano sottoposti ad una forma di autentico imprinting culturale/religioso. In molti soggetti, tale approccio preclude sovente la nascita di un pensiero realmente libero ed autonomo, rappresentando anche un potenziale e fertile terreno per la nascita di infantili credenze superstiziose, come l'astrologia, la magia e l'esoterismo, che a volte sfociano nei tristi casi di cronaca a noi tutti noti.
Mi chiedo perché il palinsesto Rai permette ad un fisico nucleare, che non conosce approfonditamente il campo della biologia, di delegittimare in toto la teoria darwiniana, perché carente, a suo dire, di una formulazione matematica "di stampo galileiano". E questo senza contrapporli mai figure laiche di spicco nel panorama scientifico italiano, come ad esempio l'astrofisica Margherita Hach.
D'altronde, è ben noto a tutti che il darwinismo tradizionale non è esaustivo e lascia aperti molti quesiti. Ma ciò non significa, come farebbe comodo ad alcuni eminenti studiosi ed ai creazionisti, che tutto l'impianto del darwinismo sia infondato. Anche il Sole, in un certo senso, non è al centro dell'Universo, come affermava Copernico; un'integrazione ad una teoria, non comporta necessariamente l'abbattimento della teoria stessa. La fisica classica, per restare nel campo di Zichichi, non è stata negata dalla rivoluzione delle teorie quantistiche e relativistiche, bensì integrata ed ampliata.
In ambito evoluzionistico, per esempio, molti studiosi cercano di integrare il darwinismo classico, di tipo microevolutivo, casualistico ed entropico, con una visione macroevolutiva, sintropica e più razionalmente finalistica (L.Fantappiè: Principi di una teoria unitaria del mondo fisico e biologico. Di Renzo edit., coll.Arcobaleno. G.S.Arcidiacono: Entropia, Sintropia, Informazione. Idem. S.Arcidiacono: L'evoluzione dopo Darwin. La teoria sintropica dell'evoluzione. Idem.). Bisogna però dire che in tale campo, ancora, ci si muove senza alcun riscontro concreto e sperimentale; si tratta, quindi, di pura speculazione filosofico-scientifica.
In conclusione di quanto sopra detto, mi aspetterei che un'Associazione di Docenti di Scienze Naturali, per di più di un Paese cattolico come l'Italia, prendesse ferma posizione ufficiale nei confronti di un'informazione televisiva che dà continuamente la parola a tuttologi creazionisti, come il prof. Zichichi, senza alcun contraddittorio da parte di scienziati laici di pari statura. Certo, è molto più rassicurante per le famiglie italiane vaticanizzate, mandare in onda un eminente scienziato di fama mondiale che ammette, senza mezzi termini, l'intervento divino nella creazione umana, anche a costo di delegittimare una teoria (non più ipotesi), che conta diversi riscontri oggettivi e verificabili da varie branche, vecchie e nuove, delle scienze naturali. Sarebbe uno scandalo, invece, dare anche la parola ad uno scienziato o ad un qualunque democratico e libero pensatore che possa azzardare un'ipotesi, senza ricorrere ad un paternalistico aiuto dal cielo.


RISPOSTA 

Egregio Professore,
Lei si che la Sua collega di Italiano e Storia Le "contestava apertamente l'impostazione evoluzionistica che aveva trasmesso ai ragazzi, poiché escludeva a priori il 'mistero' della Genesi, ossia della discendenza divina dell'Essere Umano".
Se i termini della contesa sono questi, Lei ha ragione e la Sua collega ha torto. Infatti Lei è tenuto ad insegnare, nelle ore di scienze, la posizione scientifica ufficiale, che è quella della evoluzione biologica avvenuta in milioni di anni. Siamo d'accordo anche nel respingere quello che Lei definisce "il clou finale" della Sua collega: "non si può ignorare il testo biblico per spiegare l'origine e la natura dell'Uomo". Anche questa obiezione è fuori strada: la "discendenza divina dell'Essere Umano" non è, infatti, scienza, ma rivelazione (divina, appunto), e come tale non può essere insegnata nelle ore di scienza, sicuramente non in uno stato laico.
Siamo invece d'accordo con la Sua collega quando afferma che "se un eminente scienziato (A. Zichichi) afferma che non esiste alcuna formulazione di stampo galileiano, che descriva rigorosamente il processo evolutivo, allora bisogna ammettere 'il mistero' della presenza umana sul pianeta Terra o, perlomeno, non lo si può escludere". 
Riguardo quest'ultima obiezione Lei contesta sia il diritto di Zichichi di "delegittimare in toto la teoria darwiniana", ritenendolo non esperto in materia (essendo fisico nucleare e non biologo), sia l'opportunità che nelle ore di scienza si faccia accenno al "mistero" ed al "non conoscibile". Questi due punti meritano di essere discussi separatamente. 
Per quanto riguarda il diritto di contestare la teoria dell'evoluzione, speriamo che negandolo a Zichichi, Lei possa tuttavia concederlo a due dei più grandi esperti in materia, Giuseppe Sermonti (biologo e genetista), e Roberto Fondi (paleontologo). E' dal 1980 che Sermonti e Fondi sostengono che ... "La teoria darwiniana dell'evoluzione - se mai una ve ne fu - è morta giovane, all'inizio dell'900..." (G. Sermonti, dalla Prefazione del libro di Maurizio Blondet, L'Uccellosauro ed altri animali: la catastrofe del darwinismo, Milano, Effedieffe Edizioni, 2002, vedi anche G. Sermonti e R. Fondi: Dopo Darwin, Milano, Rusconi, 1980; G. Sermonti, La Luna nel Bosco, Milano, Rusconi, 1985).
A questo punto l'obiezione della Sua collega di Italiano e Storia diventa fondata, oltre che anche nostra, e potrebbe essere così formulata: se il parere dei alcuni dei maggiori esperti in materia è questo, perché agli studenti si insegna l'esatto contrario? La Sua risposta è che facendo così si rischierebbe di "ammettere necessariamente il principio del mistero e del non-conoscibile". E Lei considera questo inopportuno per i possibili effetti educativi negativi, perché è convinto che la religione "sottopone i giovanissimi ad una forma di autentico imprinting culturale/religioso ... che preclude sovente la nascita di un pensiero realmente libero ed autonomo...". Non so su che cosa si basi questa Sua convinzione, ma so che è seccamente smentita dal fatto che molti dei più importanti scienziati di tutti i tempi sono stati e sono profondamente religiosi. 
Noi del CSC crediamo invece l'opposto. Crediamo infatti che è semmai l'insegnamento di una teoria così controversa senza presentare anche le sue critiche, a precludere nelle giovani menti "la nascita di un pensiero realmente libero ed autonomo". Pensiamo infatti che se Lei vuole formare delle menti aperte, dovrebbe fare studiare ai suoi studenti la teoria dell'evoluzione con i libri sopraelencati a fianco del testo di biologia. Crediamo che nel caso specifico questa sia una necessità, perché la teoria dell'evoluzione viene presentata nei testi scolastici come il "verbo" della scienza, ignorando le critiche scientifiche alla teoria stessa.
Ma crediamo ancora di più. Crediamo che una teoria che non convince tanti scienziati non è una teoria scientifica ma una ipotesi speculativa, filosofia, dottrina, ideologia, una favola per le scuole e non una scienza nel senso galileiano. Insegnare una filosofia per scienza significa indottrinare, cioè imprimere nelle giovani menti un modello precostituito ad esclusione di ogni altro. Così le menti non si aprono ma si chiudono, perché viene manipolata la loro stessa capacità di ragionamento e di apprendimento. 
Le teorie scientifiche vanno difese valutando le prove a loro sostegno con la metodologia scientifica accettata dagli scienziati. Questo non sembra il caso della teoria dell'evoluzione, eccezione davvero unica tra le scienze naturali. Essa si difende non con la forza delle prove sperimentali, ma con la sua presunta opportunità filosofica. Ma una elaborazione mentale che viene sostenuta con argomenti filosofici è filosofia e basta. La teoria dell'evoluzione è costretta a questo perché priva di base empirica, osservazionale e sperimentale. 
Criticando l'evoluzionismo e sottolineando la sua natura filosofico-speculativa e non scientifica non si ostacola l'apprendimento delle materie scientifiche. Dei 30 maggiori testi di Biochimica pubblicati negli USA dal 1970 al 1992, 13 (43%) non hanno alcun riferimento bibliografico sulla teoria dell'evoluzione, mentre nei rimanenti 17 vi sono 138 riferimenti su un totale di 144,000 voci bibliografiche. (dati citati da M. Behe, Darwin's Black Box: The Biochemical Challenge to evolution, New York, Simon & Shuster, 1998). Per contro, uno dei testi liceali più diffuse di biologia, Invito alla Biologia, di Curtis/Sue Barnes, Zanichelli, 2002, contiene oltre 100 pagine (20% del totale) di sola evoluzione. Noi del CSC crediamo che i primi servono per insegnare scienza, mentre quest'ultimo serve per indottrinare. Così sembra pensare anche la Sua collega di Italiano e Storia, che forse non ha la Sua competenza in materie scientifiche, ma capisce bene fino a dove gli insegnanti di scienza insegnano scienza e quando iniziano ad insegnare filosofia.

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Sito a cura dell'A.I.S.O. Associazione Italiana Studi sulle Origini - aggiornato il 31/01/2014 

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