Principi della scienza.
di Fabrizio Fratus
Molto importante è comprendere
che le scienze empiriche hanno possibilità limitate per
esprimersi e incontrano notevoli difficoltà nel momento in cui
si tratta di ricostruire dei processi passati che non sono ripetibili
e quindi non hanno possibilità di una ricerca immediata. Tutte
le scienze naturali si sviluppano su un piano di ricerca empirica,
quindi, tutte le affermazioni debbono essere riferite a fatti che si
possono osservare. Tutte le osservazioni debbono essere ripetibili.
Le scienze naturali descrivono leggi tramite una ricerca sistematica
analizzando dati e reperti empirici che vengono ricavati da
osservazioni della natura ed esperimenti mirati. Tutti noi
sappiamo che l’origine della storia della vita sulla terra può
essere ricostruita solo parzialmente tramite i metodi delle scienze
empiriche in quanto gli eventi della loro creazione sono unici, non
riproducibili e non direttamente osservabili. L’unica prova per
verificare come l’evento è realmente accaduto sarebbe
quello di poter viaggiare nel tempo, quindi nel passato, per
verificare come l’origine del creato sì è
originato. Ma ciò sappiamo che non è possibile. Tutto
ciò che noi sappiamo relativamente all’origine della
vita sulla terra consiste su indizi riferibili a strati geologici e a
fossili. L’accumulo dei dati può creare le condizioni
per l’interpretazione storica di un’eventuale evoluzione;
i dati possono derivare, oltre che dai fossili, anche da patrimonio
genetico delle specie tuttora viventi. Molto importante è
comprendere che oltre ai dati si effettuano esperimenti empirici per
analizzare processi e meccanismi che si pensa producano uno sviluppo
di livello superiore degli organismi viventi. Come evidenziato
più in alto noi sappiamo che la storia della vita non è
fondamentalmente possibile in quanto non è riproducibile ( non
possiamo fare ripartire il processo iniziale della storia della
vita). Tutte le affermazioni con carattere di legge riguardanti la
storia della vita possono essere espresse solamente in modo
approssimativo perché il processo è stato di carattere
unico. I dati su cui si possono fare deduzioni sono ridotti. Le
considerazioni che si possono fare sono delle retrodizioni , cioè
si può solamente esprimere ciò che ci si aspetterebbe
sia accaduto in passato.
Per noi è molto importante
fare comprendere che l’aspetto soggettivo dell’analisi
dei dati e delle valutazioni è molto rilevante. Infatti gli
autori distinguono in due modi differenti le spiegazioni: la prima è
quella Nomologica deduttiva (si stabiliscono delle ipotetiche leggi
da cui si deducono conclusioni che verranno sottoposte ad
osservazioni e a esperimenti) e la seconda quella storico narrativa
(si cerca di spiegare un presunto scenario storico). Noi sappiamo
che oggi sia nel campo dell’empirismo che in quello della
descrizione storica si accetta solamente un’interpretazione dei
dati che appartenga all’ateismo metodologico in cui si scarta a
priori una valutazione che prenda in considerazione lo sviluppo della
vita riconducibile a cause trascendenti; significa che per principio
si considerano solo i fattori empiricamente percepibili. Il problema
è che questa accettazione aprioristica è frutto di una
visione dogmatica e non scientifica in quanto vi è all’origine
di questo postulato una specifica visione del mondo (naturalismo).
Non ci sono motivazioni scientifiche che possano escludere una
creazione che trascende il mondo materiale. Il naturalismo è
una corrente filosofica e si basa su un presupposto specifico:
nell’universo e nella storia agiscono solo forze naturali. Il
naturalismo è un’impostazione ideologica che influisce
negativamente nell’interpretazione dei dati riscontrabili. Come
già detto non esistono prove che possano dimostrare
empiricamente che nella storia della vita operino solo forze
naturali. Il naturalismo, base ideologica della teoria
evoluzionista, porta assolutamente ad uno sconfinamento
dell’interpretazione dei dati fuori dalla scienza; non sono più
i fatti riscontrabili ed osservabili ad indurre la comprensione del
reale da parte del ricercatore ma è l’impostazione
soggettiva che farà interpretare l’osservazione e
l’esperimento solo in ambito materialista. La scienza deve
essere libera da presupposti soggettivi riferibili ad
un’interpretazione filosofica della vita; molto importante per
il progresso della conoscenza della natura è che ci si liberi
da ogni presupposto aprioristico sviluppando delle ipotesi che
possano essere verificate.
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