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RICHARD DAWKINS:IL ROTTWEILER DI DARWIN
di Mihael Georgiev - 01/07/09 -
 

Il Rottweiler di Darwin ha lasciato la cattedra di Oxford – perdendo pazienza e speranza

di Mihael Georgiev

Cambio della guardia nella cattedra di divulgazione scientifica (public understanding of science) dell’Università di Oxford. La cattedra era istituita nel 1995 da Charles Simonyi – lo scienziato che per 10 anni ha diretto la programmazione del software di Microsoft – proprio per creare un posto visibile e remunerato per Richard Dawkins e consentirgli di scrivere i suoi testi divulgativi. Per lo zelo con il quale Dawkins si è dedicato alla divulgazione del darwinismo, sconfinando alla fine nel propagandare l’ateismo e sostenere l’inesistenza di Dio, Simonyi stesso lo ha soprannominato il «rottweiler di Darwin».

Il successore di Dawkins a Oxford è il noto matematico Marcus du Sautoy. Egli ha dichiarato che capisce la paura di Dawkins per il successo dell’Intelligent Design in America, però non intende discutere di religione ma di far capire al pubblico l’importanza della scienza e agli scienziati l’importanza di uscire dalla torre d’avorio e comunicare con il pubblico.

Nel mese di dicembre 2008 Dawkins si trovava in Sud Africa, dove è stato intervistato da Decca Aitkenhead del quotidiano Mail&Guardian (l’intervista è disponibile sul sito http://www.mg.co.za/article/2009-01-11-science-is-losing-to-religion.

Una serata del 2006, racconta Aitkenhead, nella casa di un amico ha incontrato un giovane intellettualmente curioso e intelligente – ma assolutamente fedele alla fede cristiana rinnovata dei suoi genitori. Ho dibattuto tutta la serata con il povero ragazzo, appellandomi alla logica e alla ragione, ma senza successo. Ho pensato allora a qualche testo ateista fondamentale da indicare al giovane, ma non mi veniva in mente nessuno. Però è scritto chiedi e riceverai, e infatti un mese dopo uscì La delusione di Dio di Richard Dawkins, vendendo 1,5 milioni di copie.

Si potrebbe pensare, dice Aitkenhead, che Dawkins ha lasciato la cattedra di Oxford dopo aver vinto la sua battaglia, che ha avuto come ultima arma quella della pubblicità atea sugli autobus, ma non è così. Dice infatti Dawkins: «Direi che all’inizio della mia carriera accademica vi era altrettanta ignoranza – ma meno opposizione attiva [alla scienza]. Se fai un giro nelle scuole e nelle università e ascolti le lezioni sull’evoluzione, incontrerai una notevole parte dei giovani che, senza sapere perché la rifiutano, pensano di rifiutarla, perché sono cresciuti così».

Alla domanda se ciò è dovuto alla scarsa qualità dell’insegnamento o all’aumento del fondamentalismo religioso, Dawkins ha risposto senza alcun dubbio: è dovuto all’aumento dell’influenza della religione.

Per Dawkins la battaglia tra le forze della ragione e il fondamentalismo religioso è lungi dall’essere vinta in Gran Bretagna. Egli è uno dei più famosi e prolifici combattenti, ma forse non il più efficace. Lo scopo dichiarato de La delusione di Dio – di convertire il lettore all’ateismo – è fallito; nelle parole di Dawkins lo scopo era «un po’ irrealistico; meritevole, ma irrealistico». Infatti molti considerano Dawkins il più importante reclutatore per la causa del creazionismo – e noi concordiamo. Questo per il suo modo aggressivo, spregiativo e offensivo di trattare l’argomento: per lui chi non crede all’evoluzione o è ignorante, o è stupido, o entrambe le cose.

Aitkenhead gli ha chiesto a questo punto se non esagera un po’, se non conviene, almeno come strategia, essere un po’ più conciliante. Dawkins si è detto d’accordo con la critica, ma ha dichiarato «Io so come fare per sedurre il lettore, ma credo di aver perso la pazienza».

Dalle parole malinconiche di Dawkins si vede che egli, dopo aver perso la pazienza con gli stupidi che non credono nell’evoluzione, ha perso anche la speranza di convincerli del loro errore. Gli rimane solo la certezza che l’evoluzione è un fatto, e se non è riuscito a convincere la gente di questo «fatto» la colpa sarebbe della religione. Non è nemmeno sfiorato dal dubbio che la gente non crede nell’evoluzione perché capisce bene quando gli scienziati parlano di scienza e quando – come Dawkins – spacciano per scienza il loro credo filosofico.















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Sito a cura dell'A.I.S.O. Associazione Italiana Studi sulle Origini - aggiornato il 31/01/2014 

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