RIVOLUZIONE A
ROMA
Dalla Genesi a
Darwin e ritorno: i gesuiti ora sono creazionisti
di Mihael Georgiev
Pochi
giorni prima del Convegno internazionale «L'evoluzione
biologica: fatti e teorie. Una
valutazione critica 150 anni dopo “L’origine delle
specie”», che si terrà a Roma dal 3 a 7 marzo 2009
nella prestigiosa Pontificia Università Gregoriana, affidata
alla Compagnia di Gesù, i gesuiti hanno manifestato il loro
parere sull’origine delle specie. Nel quaderno 3807 del 17
febbraio 2009 della rivista gesuita La civiltà cattolica, a
firma di Jean-Pierre
Sonnet, S.I., professore
dell’Istituto di studi teologici di Bruxelles, leggiamo che
«il
riferimento ai primi capitoli della Genesi non implica affatto una
resa dell’intelligenza. […] I rabbini e i Padri della
Chiesa hanno commentato in abbondanza la settimana creatrice […]
Genesi 1 potrebbe avere come sottotitolo L’origine delle
specie, tanto il disegno divino è legato alla diversità
delle specie. Certamente, qui non si tratta del processo di
evoluzione delle specie. Se Genesi 1 evoca un processo, questo
si deve cercare nella sequenza dei giorni, nel corso dei quali Dio fa
sorgere le specie vegetali, le specie animali dell’acqua e
dell’aria e quelle della terraferma. […] l’intervento
divino non è rivolto a “classi” di animali, ma va
diritto alle specie particolari. I vegetali e gli animali appaiono
tutti “secondo la propria specie”. E queste specie
appaiono “tali quali”, cioè nello stato in cui le
incontra lo sguardo dell’uomo. […] Se le specie sono
portate ognuna all’esistenza con un intervento immediato di
Dio, sono pure create nella loro autonomia. […] Dio crea i
viventi affidandoli alla loro autonomia riproduttiva, a ciò
che li renderà “uguali” di età in età.
[…] in un altro testo del Pentateuco, il capitolo 11 del
Levitico, diventa pienamente evidente l’argomento del “discorso
sulle specie” di Genesi 1 […] Il trattato sugli animali
mondi e immondi che si legge in Levitico 11 costituisce infatti una
messa in atto sofisticata dei dati e delle distinzioni introdotti in
Genesi 1».
Questo è, nel
2009, il punto d’arrivo di un lungo percorso, dalla Genesi a
Darwin e ritorno, del quale vale la pena illustrare alcune tappe
fondamentali.
Solo
quattro anni fa, nel 2005, su La
civiltà cattolica leggevamo che
«Quando
un cristiano, divenuto adulto, ritorna con il pensiero a quanto gli è
stato insegnato nelle lezioni di catechismo […] si chiede –
scettico e sconcertato – se quello che gli è stato detto
di Adamo, formato dal fango della terra […] di Eva […]
dell’albero del bene e del male […] del serpente che
inganna Eva […] non siano che favole per bambini da non
prendersi sul serio. Se poi questo cristiano ha raggiunto un livello
culturale abbastanza alto; in particolare, se conosce, anche soltanto
in maniera elementare, ciò che la scienza oggi insegna
sull’origine dell’uomo con la teoria dell’evoluzione,
rimarrà scandalizzato dall’atteggiamento della Chiesa
che continua a insegnare quella che può apparire una favola
per bambini e si convincerà che c’è opposizione
tra quanto insegna la fede cristiana e quanto afferma la scienza […]
In realtà, è fuorviante prendere alla lettera ciò
che è detto circa la formazione dell’uomo e della donna
nel secondo capitolo della Genesi, dando della Bibbia una lettura
fondamentalista, come sta avvenendo attualmente in alcuni territori
degli Stati Uniti, con la conseguenza di opporre la Bibbia alla
teoria dell’evoluzione […] Si pone così il
problema: circa l’origine dell’uomo, davvero c’è
opposizione tra quanto afferma la teoria dell’evoluzione, che
la maggior parte degli scienziati ritiene fondata su prove sicure
(anche se non mancano gli scienziati seri che rifiutano tale
teoria), e quanto viene affermato nella Sacra Scrittura? La
risposta è: no. E il motivo è che la Bibbia è un
libro che vuol dare non un insegnamento “scientifico”, ma
un insegnamento “religioso”. Non vuole, cioè,
insegnare “come” storicamente è apparso l’uomo,
ma “chi” è l’uomo nel suo rapporto con
Dio».
Oltre
un secolo fa, in pieno dibattito sulla teoria proposta da Darwin, La
civiltà cattolica era la punta di diamante del mondo cristiano
nel confronto con il darwinismo. Tra le molte ho scelto la seguente
citazione che illustra bene la linea della rivista:
«La voce
teoria, come tutti sanno, serve a designare la relazione che
la mente stabilisce tra un fatto generale e tutti i fatti particolari
che ne dipendono. Se questa relazione è sbagliata, la teoria
dicesi falsa, senza che per questo cessi d’essere vero il fatto
su cui essa poggiava. S’intende quindi la necessità,
predicata dagli evoluzionisti e ammessa da tutti gli uomini di senno,
di sceverare la verità della teoria da quella del fatto.
Questo sceveramento però presuppone sempre la verità
del fatto. Ce se neppur questo sussiste; se quel che dicesi fatto è
un sogno; se il fondamento stesso della teoria non è provato,
né v’ha ombra di speranza che sia mai provato, allora si
avrà, non solo una teoria sbagliata, ma ancora una teoria
campata nell’aria, degna piuttosto di un visionario o di un
cervello indebolito, che di un serio pensatore e di un uomo
ragionevole.
E ciò
vale, sia che quella teoria si difenda quale tesi, sia che si
abbracci solo come ipotesi. Poiché sebbene si richiegga
più nel primo caso che nel secondo, tuttavia nell’uno e
nell’altro è indispensabile che non le manchi il
fondamento.
Ora dal fin qui
detto si fa manifesto, che tale appunto è la teoria
dell’evoluzionismo. Essa è un edifizio fantastico e non
può qualificarsi meglio se non come un tessuto di paralogismi
volgari e di supposizioni arbitrarie non sostenute dai fatti.
[Ai] quali non
rifinano mai di ripeterci […] che “l’evoluzione
non si oppone al domma” e che “si può essere buoni
cattolici ed evoluzionisti insieme, rispondiamo, come rispondemmo già
l’altra volta, cioè, che il primo impedimento
all’ammettere l’evoluzionismo non viene, pei cattolici di
studio, dal timore d’andar contro la Bibbia; ma sì bene
dalla insussistenza scientifica di quel sistema, che è
quanto dire dalla mancanza assoluta di prove di fatto che lo
confortino sia come tesi, sia come ipotesi.
[…]
Il rispetto inoltre dovuto alla Bibbia certamente richiede che non
s’interpretino e scontorcano le adorabili parole dell’Eterna
Verità alla stregua di gratuite ipotesi, facendole dire oggi,
secondo una teoria, quello che dovrà disdire domani secondo
un’altra».
Questa –
confesso – inaspettata conversione ingrossa le file dei
creazionisti e non può che farci piacere.
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