Lo
strano caso delle Sughere vegetanti nel Brindisino
apre
uno spiraglio sull’inaspettata complessità degli esseri
viventi
Sandro
D’Alessandro
A
Gabriella, Francesco, Angelo.
<<
C’era un colle, e sul colle una radura pianeggiante che
germogli d’erba coprivano di verde. Non c’era ombra in
quel luogo, ma quando il divino poeta vi venne a sedere e trasse
dalla lira un accordo, l’ombra lì si diffuse: apparve
l’albero della Caonia, e con quello il bosco delle Elladi, il
rovere svettante, i tigli flessuosi, il faggio, il vergine alloro, le
fragili avellane, il frassino che serve per le lance, l’abete
senza nodi, il leccio appesantito dalle ghiande, il platano fastoso,
l’acero di diversi colori, e insieme a loro i salici di fiume,
il loto d’acqua, il bosso sempreverde, le tenere tamerici, il
mirto di due colori e il timo con le sue bacche azzurre.>>
OVIDIO – Metamorfosi
I
– ALCUNE EVIDENZE ECOLOGICHE
1
. “Nulla si crea e nulla si distrugge”.
Si
verificano a volte negli esseri viventi delle modificazioni la cui
ampia portata sembra sfuggire ad un paradigma basato su fattori
selettivi così come ampiamente descritti in letteratura e come
universalmente accettati dal senso comune.
Possono
verificarsi infatti importanti casi di organismi che, trovatisi per
un qualsiasi motivo a vivere in zone dalle condizioni ambientali in
contrasto anche stridente con le loro esigenze ecologiche,
manifestano a volte delle risposte che poco o niente hanno a che
spartire con il temperamento per così dire “classico”
della specie di appartenenza. E ciò senza che sia lasciato
spazio né tempo ai processi usuali di selezione naturale, data
l’immediatezza degli adattamenti “di nuovo tipo”
richiesti dall’ambiente.
Infatti le differenze
ambientali possono essere, nei territori d’adozione, talmente
marcate da apparire, in alcuni casi, nettamente incompatibili con la
sopravvivenza stessa degli esseri viventi in questione (o,
quantomeno, da risultare tali sulla base di una rigida previsione di
modelli ecologici che, universalmente accettati in merito alle
potenzialità delle specie, non possono tener conto di tutta la
rosa di imprevedibili risposte di queste ad ambienti molto
particolari).
E’
un dato di fatto che si vengano così a formare degli ecotipi
che, per lo più isolati geneticamente dal resto degli
appartenenti alla specie, manifestano dei temperamenti ecologici
peculiari, quali non è dato di norma rinvenire in nessun’altra
zona interessata dalla presenza della specie stessa. Non di
adattamento reale – e pertanto dell’espressione di una
strategia adottata come risposta ad hoc al nuovo ambiente - si
tratta, bensì, con ogni probabilità, del ricorso ad una
risorsa già insita nel patrimonio genetico della specie
stessa.
Per manifestarsi, una siffatta risorsa non richiede
nessun processo graduale e dilazionato nel tempo, perché non
prevede - come sarà meglio esposto di seguito - alcuna
“emissione” ad hoc di nuovi geni atti a codificare i
caratteri richiesti dall’ambiente. Avviene semmai il contrario,
ossia un impoverimento genetico e non un arricchimento, consistendo
questa “selezione” nel vero senso della parola (da
intendersi cioè come vaglio) nell’eliminazione dei
caratteri meno consoni all’ambiente ! Una tendenza, pertanto,
verso una progressiva semplificazione del patrimonio genetico, e non
verso un arricchimento di quest’ultimo, fino alla selezione
delle sole caratteristiche codificate dai geni, fra quelli già
presenti nel genoma della specie, la cui espressione mette gli
individui in grado di sopravvivere nell’ambiente.
Sembra infatti difficile, a tale proposito, che il
semplice caso possa fornire la risposta giusta al momento giusto con
la “produzione” ex novo di geni la cui espressione
risulti confacente alle caratteristiche ambientali. Già, tanto
più che, in situazioni particolarmente “difficili”,
come quella esposta in questo lavoro - ossia la presenza della
Quercus suber in un territorio dalle caratteristiche ritenute
classicamente incompatibili, quale quello di Brindisi - ben
difficilmente sarà offerta una possibilità d’appello…
Avviene
così nel caso delle popolazioni isolate di esseri di una
qualsiasi specie che, vivendo in ambienti non congeniali al
temperamento tipico della specie stessa, si trovano a portare avanti
la loro esistenza in zone caratterizzate da parametri ambientali poco
o per nulla idonei alle loro esigenze, senza che per questo vengano
di fatto pregiudicati - o significativamente alterati, rispetto agli
standard della specie o della popolazione - i processi vitali tipici
delle comunità di viventi (nascita – crescita -
riproduzione - morte), e senza alcun pregiudizio, sia pure apparente,
nei riguardi dell’efficienza della specie all’interno
della comunità e dell’ambiente di appartenenza.
Foto
1 – Licheni su tronco di Quercia (foto scattata nel “Bosco
dei Lucci”).
2.
Specialisti, generalisti e varietà del corredo genetico:
evidenze a livello ecologico
Le limitazioni che una specie può trovare in un
nuovo territorio e la sua maggiore o minore capacità di
adeguarvisi dipendono in misura abbastanza lineare dalla capacità
di adattamento che ha la specie stessa nei confronti di variazioni
dell’ambiente dai parametri che ad essa sono più
favorevoli.
Ciò è espresso molto bene in ecologia, una
cui suddivisione degli organismi distingue fra specie “specialiste”
e specie “generaliste”, di seguito indicate come
“specialisti” e “generalisti”.
a) - “Specialisti” - Si tratta di
organismi in grado di trarre il massimo profitto dall’ambiente
in cui vivono – che può avere anche una limitata
estensione geografica -, al quale sono estremamente adattati e dal
quale dipendono strettamente. Grazie alla loro estrema
specializzazione, l’inserimento di tali specie nel contesto
ambientale è molto vantaggioso sia per loro che per lo stesso
ambiente: le loro attitudini fanno sì che esse siano in grado
di trarre il massimo vantaggio possibile dal territorio in cui
vivono; per contro lo stesso territorio, che appare in tali
condizioni molto diversificato, acquisisce una complessità
tale da ospitare numerose nicchie ecologiche ben definite, ognuna
delle quali è occupata da una categoria di
specialisti....................................................................................................
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IMMAGINI:
http://pagesperso-orange.fr/initial.bipedalism/26d.htm#4
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