Avete per caso qualche commento alla recente
“scoperta” dell’Università di Napoli sui batteri alieni?
(Giovanni Leonardi)
RISPOSTA.
Non siamo
specialisti in questo campo, ma un piccolo commento possiamo farlo,
concentrandoci sulla grande differenza che c’è stata, anche in questo caso, fra
ciò che si poteva percepire ascoltando i telegiornali (spesso fra un boccone e
l’altro) e un’informazione più qualificata e responsabile.
I telegiornali
hanno data la notizia nei titoli d’apertura, dove si affermava senza dubbi che
“era stata trovata la prova che la vita veniva dallo spazio”. Anche a chi ha poi
ascoltato la notizia nel dettaglio, quel titolo è facilmente rimasto nella
memoria come sintesi del tutto.
Il Corriere
della Sera del 9/5/01, in un titolo che impegnava quasi tutta la pagina 20,
aveva un tono simile: “Vita dal cosmo, la prova in meteoriti italiane”; nel
sottotitolo era poi scritto: “Trovati archeobatteri di 4,5 miliardi di anni. La
scoperta all’Università di Napoli”. Il tono di certezza è incrinato solo da una
frase nella parte iniziale (“La scoperta CONFERMEREBBE l’idea della vita
arrivata nel nostro pianeta dal buio cosmico”)
e dalla chiusura dell’articolo (“SE il risultato italiano sarà confermato
questa SAREBBE la prima volta che si identificano prove di vita extraterrestre
provenienti dallo spazio”).
Anche il giorno
dopo il Corriere della Sera, sempre a p. 20, è tornato sull’argomento in modo
simile (“Napoli, clonati i batteri extraterrestri”, diceva il titolo), ma con
un’importante novità: in un riquadro a parte è stato riportato il parere della
nota astrofisica Margherita Hack, che fra l’altro ha dichiarato: “Un risultato
interessante che RICHIEDE ANCORA MOLTE SPIEGAZIONI per essere completamente
accettato” … “Tutto è possibile ma a mio parere è più facile che i primi microbi
si formino in grandi distese oceaniche favorevoli a questi complicati processi
piuttosto che nelle difficilissime condizioni cosmiche” … “COME SI FA AD
AFFERMARE CON CERTEZZA CHE I CAMPIONI NON SIANO STATI INQUINATI DOPO ESSERE
CADUTI SULLA TERRA?”
Significativo è
anche come ha trattato l’argomento il quotidiano fiorentino “La Nazione” il
10/5/01. Nella prima pagina c’è un piccolo riquadro dal titolo “C’è vita nello
spazio. Scienza o fantascienza?”) nel quale si annuncia l’articolo collocato
all’interno. Il contenuto dell’articolo di p. 33 effettivamente è dubbioso della
validità della scoperta napoletana, ciononostante il titolo è ugualmente
trionfalistico (“Ecco la vita che è nata nello spazio”). Nell’articolo viene
riportato il parere di “uno dei più noti esobiologi italiani”, il prof. Martino
Rizzotti. “Assomigliano troppo – dice – ai normali batteri terrestri per non far
pensare che si tratti di microrganismi del nostro pianeta, penetrati a causa
della pioggia nelle rocce esaminate. SE SI TRATTASSE DI VITA PROVENIENTE DALLO
SPAZIO, DOVREBBERO AVERE UN DNA MOLTO DIVERSO” [i maiuscoli sono nostri].
Ai mezzi
d'informazione, ed al pubblico che devono accontentare, piacciono le notizie
clamorose e sicure: quando non se ne trovano in giro, si cerca di far diventare
clamorose e sicure quelle che in realtà non lo sono (o non lo sono ancora).
L’uomo moderno,
dopo aver allontanato da se stesso il Dio biblico, sente un “vuoto cosmico”
insopportabile. Gli antichi pagani riempivano quel vuoto con divinità e folletti
vari, oggi l’immaginazione collettiva ha “bisogno” degli extraterrestri, senza
rendersi conto che sono vani surrogati dell’unico vero “extraterrestre”: Gesù
Cristo.
|