L'ombra
del materialismo sul premio negato a Cabibbo
In questi ultimi decenni
abbiamo potuto osservare vere e proprie scomuniche nei confronti
di studiosi che hanno ritenuto, per un dovere scientifico, prima
ancora che un diritto, ripensare ai fondamenti darwiniani sulla
Natura. Oggi, se fosse confermato ciò che sostiene il
quotidiano il Tempo, siamo alla negazione di un possibile premio
Nobel a causa di una sua posizione critica sull'evoluzionismo e
la fede cristiana.
Non è raro che l'assegnazione del
premio Nobel susciti polemiche di vario tipo. Il premio è
accompagnato da una ricca aneddotica, ad esempio riguardo
l'assenza di una sezione per la Matematica accanto a quelle per
le altre discipline scientifiche, o la coincidenza che ha visto
scrittori premiati non appena le loro opere erano tradotte in
svedese (con relativa corsa ad assicurarsi i favori delle case
editrici scandinave) o le ragioni per cui uno scrittore come
Borges non fu mai premiato.
In
realtà, troppo spesso i membri dell'Accademia sono stati
permeabili a pressioni politiche di vario genere. L'Italia ha il
poco invidiabile privilegio di essere il paese che ha subito
l'ultima scelta controversa. Il premio Nobel per la Fisica è
stato assegnato, come è usuale da diversi anni, ad una
terna di studiosi. Due di loro sono fisici teorici giapponesi
che nel mondo della ricerca sono famosi per il contributo dato
allo sviluppo del Modello Standard della fisica delle
particelle: si tratta di Kobayashi e Maskawa. Il terzo è
un altro fisico teorico giapponese, Nambu, premiato - dettaglio
che potrebbe essere sfuggito al grande pubblico - per una
ricerca differente da quella dei primi due. Tra i premiati
manca quindi la lettera "C" della matrice "CKM",
iniziale del cognome di uno dei più brillanti fisici
italiani: Nicola Cabibbo. Di Cabibbo fu l'intuizione originaria
(nel 1963), che fu poi estesa e portata a compimento dai due
giapponesi. La matrice CKM riguarda il comportamento dei quark.
Non c'è dubbio comunque che il contributo dei tre sia
inscindibile e in tutto il mondo scientifico la matrice è
nota come CKM. In un caso come questo, premiare solo le due
"lettere finali" sembra una vera forzatura. La
motivazione ufficiale recita che in realtà solo la
matrice finale spiega un particolare fenomeno. Questo però
non sminuisce il fatto che la giusta impostazione iniziale, da
tutti riconosciuta, sia stata quella dovuta a Cabibbo. Fatte le
debite proporzioni, sarebbe come avere di fronte Newton ed
Einstein.. e premiare solo il secondo, perché la
meccanica classica non spiega importanti fenomeni. La
vicenda pare più che mai una forzatura, soprattutto se si
considera che il terzo premio Nobel, Nambu, è anche lui
un fisico teorico giapponese, ma è stato premiato per una
ricerca diversa. Per quella che pare l'ultima ironia, il secondo
firmatario del lavoro di Nambu è un altro italiano,
Giovanni Jona Lasinio; il modello era solitamente citato,
nell'ambiente, come "modello Nambu-Jona Lasinio". Il
voler premiare tre nomi non ha aiutato, come doveva, Cabibbo, e
insieme ha sacrificato l'altro italiano, producendo questa
strana terna "ibrida". Perché escludere
Cabibbo? L'ambiente scientifico italiano è compatto nel
deplorare la scelta di Stoccolma, ma non si pronuncia
ufficialmente. Non si ha notizia di alcuna polemica mai
intercorsa tra Kobayashi, Maskawa e Cabibbo. Secondo alcuni
c'è una spiegazione possibile, almeno parziale, ma
avrebbe ben poco di scientifico. Qualcuno avrà letto che
Stephen Hawking, il più illustre astrofisico vivente, è
venuto in questi giorni a Roma per partecipare ai tre giorni
della Pontificia Accademia delle Scienze, dedicati al dialogo
tra scienza e fede. Ha partecipato Papa Ratzinger, che ha citato
Galilei e l'accordo tra la sua concezione della Natura come
"libro" scritto da Dio e creazione (non "creazionismo"
antiscientifico). Ebbene, il presidente della Pontificia
Accademia delle Scienze è proprio Nicola Cabibbo. In
quanto tale, negli ultimi 15 anni ha avuto un ruolo nella
riabilitazione di Galilei e nella posizione cattolica di
ritenere la teoria di Darwin non in sostanziale contrasto con la
Creazione (mentre lo è l'evoluzionismo materialista
propugnato oggi da alcuni studiosi). Cabibbo è spesso
intervenuto sulla necessità di una scienza che non
dimentichi i problemi etici, ad esempio nella prolusione da lui
tenuta per il Giubileo degli scienziati nel 2000. Il
sospetto è quindi che qualcuno possa essere stato
influenzato (anche inconsciamente) da vecchi pregiudizi
positivisti e scientisti, o dai nuovi pregiudizi del
"politically correct". I pregiudizi, di qualunque tipo
e origine, sono i peggiori nemici della scienza; quelli citati
sono tra i più pericolosi, perché inficiano
l'obiettività della scienza dal suo interno,
apparentemente con l'obiettivo di difenderla. Se Cabibbo fosse
stato davvero danneggiato dalle sue convinzioni personali o
religiose (in modo estremamente accorto e difficilmente
"dimostrabile") sarebbe un segnale molto negativo,
indice di una progressiva ristrettezza di vedute laddove meno
dovrebbe trovarsi. Già nel secolo scorso l'astrofisica
"ufficiale" perse vent'anni di tempo rifiutandosi di
accettare l'idea di un universo in espansione, perché
questa sembrava implicare una "Creazione" troppo
simile a quella della Genesi; era preferibile un universo
ciclico, eterno. Solo l'evidenza sperimentale fece superare tali
pregiudizi. Non resta quindi che augurarsi che i "sospetti"
sul Nobel 2008 siano infondati.
IL
TEMPO, 19/11/08
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