COMTE: DIO-DARWIN
Con la rivoluzione
industriale e poi quella francese si chiudeva il capitolo della
società tradizionale, i razionalisti da quel momento avevano
un problema quello di concepire su cosa fondare la nascente "nuova"
società teorizzata dal filosofo Sant Simon, il maestro di
Comte che per primo illustrò la necessità di un
alleanza tra scienza e industria. Da questo presupposto Comte iniziò
le sue ipotesi filosofiche e sociali sulla società che doveva
nascere in futuro. Lo sviluppo di un'alleanza tra
ingegneri-capitani d'industria e scienziati che volevano
assolutamente sviluppare il concetto di progresso tecnologico fu
l'Ecole-polytechnique. Comte fu l'elaboratore di una nuova scienza
(la sociologia) che voleva trovare, partendo dai livelli più
semplici delle specie viventi alle forme complesse di organizzazione
sociale, una comune legge che ne spiegasse lo sviluppo e il
funzionamento. Tra il 1824 e il 1847, lo studioso, con il suo lavoro
intitolato Corso di filosofia positiva, elaborò la definizione
di una scienza socio-biologica che poneva al centro l'idea che la
società è un organismo complesso composto da cellule e
tessuti sociali che cresceva secondo leggi empiricamente osservabili.
La sociobiologia venne concepita come scienza in cui si poteva
unificare tutto il sapere umano al di sopra delle specializzazioni
nelle diverse aree scientifiche. Il sapere per Comte poteva essere
raggiunto concependo tre piani dell'"essere": biologico,
mentale, sociale. Per Comte al primo livello di organizzazione degli
esseri viventi, quella biologica, è possibile rintracciare una
legge evolutiva certa e universale e tale legge era, sempre per
Comte, legittimo dedurre che valesse anche per l'ambito mentale
(psicologia) e quello sociale (sociologia).Il nome dato dal filosofo
inventore della sociologia di tale legge è: legge dei tre
stadi. Il presupposto è che vi sia una astratta analogia tra
sociologia e biologia; da qui la sua divisione della sociologia in
due rami: la statica sociale e la dinamica sociale. Seguendo la
legge appena descritta la società si evolve da un primo
livello "teologico fittizio" ad un secondo di carattere
intermedio "metafisico astratto" per giungere ad un terzo
che sarebbe quello conclusivo detto "positivo e scientifico".
Il sociale viene descritto come un organismo tutte le relazioni
funzionali e le cause finali sono orientate a realizzare una finalità
oggettiva. Seguendo questa logica la storia delle società
umane segue ed obbedisce ad una legge di sviluppo progressivo come
dimostrato dall'ottimismo della maggior parte degli intellettuali di
tutto il secolo dell'ottocento europeo. Al primo livello le società
si fondano un ordine che viene da uno o più esseri superiori,
divini; l'ordine sociale trova le sue motivazioni in una visione
meta-sociale. La religione e le religioni offrono a questo livello
una spiegazione razionale che soddisfa loro una visione unitaria
della società. Al secondo , quello metafisico, troviamo
la tendenza a smontare la complessità del vissuto in termini
metafisici, su base filosofica, astratta non più riferibile ad
esseri superiori o divini. Si cercano spiegazioni unitarie
dell'essere a partire da elementi semplici (la filosofia Greca ne fu
maestra) da cui l'ipotesi che l'ordine sociale si fondesse con
l'ordine della natura. La terza fase, quella conclusiva, è con
l'avvento del sapere scientifico che tramite l'osservazione dei fatti
(il positivo) scopre le leggi del funzionamento della società
e della natura (sociologia e biologia).Per Comte il processo di
sviluppo era progressivo e meccanicistico e con il nuovo mondo che si
stava sviluppando con l'alleanza tra imprenditori e scienza doveva
essere l'atto conclusivo di questo sviluppo. Fu il periodo storico
che abbiamo descritto che diede tanta fortuna a C. Darwin. La sua
teoria era quello che mancava alla società sopra descritta,
una società in cui DIO non aveva più posto e la teoria
di Darwin era perfetta in quanto dava un origine naturalista a tutta
l'esistenza. Caos e necessità uccidevano prima e sostituivano
poi l'essere supremo dei credenti. Nasceva il tempo della ragione e
con la ragione si poteva e si doveva spiegare tutto; i materialisti
avevano trovato il loro "messia", un laureato in teologia
che teorizzava che l'esistenza dell'uomo era data da una casualità
di eventi e lotte e non dalla volontà di un essere superiore
come descritto nella Bibbia.
Darwin, che sicuramente
fu un ottimo e un grande studioso fu, quindi, soprattutto lo
strumento di coloro che negavano ogni visione che trascendesse la
vita materiale, lo scienziato fu il mezzo con cui i naturalisti
riuscirono a costruire la nuova società denominata
"modernità". Ma oggi ci stiamo svegliando e sempre
maggiori scienziati, studiosi e persone comuni si rendono conto che
il Darwinismo va considerato solamente per l'aspetto che riguarda la
microevoluzione e che il resto è speculazione di coloro che
ancora si rifanno al positivismo, di coloro che usano la teoria
dell'evoluzione come dogma ateo. La scienza si deve liberare dei
dogmatici e deve tornare ad essere ricerca, sperimentazione,
osservazione e riproducibilità, solo così la scienza
tornerà a essere libera da coloro che la usano per motivi
personali di carattere ideologico.
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