“LA
REPUBBLICA” TRASFORMA PIO XII
IN
UN EVOLUZIONISTA
di
Mihael Georgiev
In
attesa delle solenni celebrazioni del bicentenario della nascita di
Charles Darwin (12 febbraio 2009), il quotidiano la Repubblica
ha pubblicato due servizi sui rapporti tra la teoria di Darwin e la
religione cristiana (il 15 e il 17 settembre), riguardanti sia la
Chiesa anglicana che il Vaticano.
Nel
primo servizio si descrivono alcune tappe nei rapporti tra la Chiesa
cattolica ed il darwinismo e, come prima tappa, è citata
l’Enciclica del 1950 Humani generis di Papa Pio XII.
Ecco cosa scrive la Repubblica:
«Nel
1950 nell’enciclica Humani generis, Pio XII affermava
che non vi era opposizione fra l’evoluzione e la dottrina della
fede sull’uomo e sulla sua vocazione, senza perdere di vista
alcuni punti fermi».
Ma
è proprio vero che Pio XII non contrastava l’evoluzionismo?
Vediamo più precisamente cos’è scritto
nell’Enciclica:
«ERRORI
PRINCIPALI. Evoluzionismo monistico e panteistico, esistenzialismo,
falso storicismo. Chiunque osservi il mondo odierno, che è
fuori dell’ovile di Cristo, facilmente potrà vedere le
principali vie per le quali i dotti si sono incamminati. Alcuni
infatti, senza prudenza e discernimento, ammettono e fanno valere per
origine di tutte le cose, il sistema evoluzionistico, pur non
essendo esso indiscutibilmente provato nel campo stesso delle scienze
naturali, e con temerarietà sostengono l’ipotesi
monistica e panteistica dell’universo soggetto a
continua evoluzione. Di questa ipotesi volentieri si servono i
fautori del comunismo per farsi difensori e propagandisti del loro
materialismo dialettico e togliere dalle menti ogni nozione di Dio.
Le false affermazioni di siffatto evoluzionismo, per cui viene
ripudiato quanto vi è di assoluto, fermo ed immutabile, hanno
preparato la strada alle aberrazioni di una nuova filosofia che,
facendo concorrenza all’idealismo, all’immanentismo
e al pragmatismo, ha preso il nome di «esistenzialismo»,
perché, ripudiate le essenze immutabili delle cose, si
preoccupa solo dell’ «esistenza» dei singoli
individui …
....
Quanto ad alcune questioni che sono oggetto delle scienze positive ma
connesse più o meno con le verità della fede …
In particolare: circa l’origine del corpo umano da materia
organica, non si hanno che dati scientifici indiziali. Necessità
di grande moderazione e cautela nel trattare tale questione. Per
queste ragioni il Magistero della Chiesa non proibisce che, in
conformità dell’attuale stato delle scienze e della
teologia, sia oggetto di ricerche e di discussioni, da parte dei
competenti in tutti e due i campi, la dottrina dell’evoluzionismo,
in quanto cioè essa fa ricerche sull’origine del corpo
umano, che proverrebbe da materia organica preesistente (la fede
cattolica ci obbliga a ritenere che le anime sono state create
immediatamente da Dio). Però questo deve essere fatto in tale
modo che le ragioni delle due opinioni, cioè di quella
favorevole e di quella contraria all’evoluzionismo, siano
ponderate e giudicate con la necessaria serietà, moderazione e
misura e purché tutti siano pronti a sottostare al giudizio
della Chiesa …»
C’è
da chiedersi se a la Repubblica sia riuscito il miracolo di
trasformare Pio XII in un evoluzionista, oppure se si tratta
semplicemente dell’abitudine di un certo giornalismo alla
disinformazione, al falso e alla mistificazione, che in questo caso
fa addirittura dire al Papa Pio XII l’esatto contrario di
quanto scrive nell’Enciclica! Quanto al resto, gli articoli
sono interessanti ed informativi.
Lo
spunto per questi articoli è venuto dalla recente
dichiarazione del reverendo anglicano Malcolm Brown, direttore della
sezione del Concilio dei vescovi che coordina, promuove e porta
avanti l’opera della Chiesa Anglicana in campo pubblico e
sociale. Il reverendo ha chiesto scusa a Darwin per l’ostilità
iniziale della Chiesa Anglicana alla teoria dell’evoluzione: un
fatto curioso, dato che l’ostilità iniziale nei
confronti del darwinismo proveniva più dal mondo scientifico
che da quello religioso, che si limitava sostanzialmente a citare le
critiche scientifiche alla teoria dell’evoluzione. Darwin
infatti è stato sepolto con tutti gli onori religiosi tra i
grandi d’Inghilterra nell’Abazia di Westminster a Londra.
Cosa di più avrebbe dovuto fare la Chiesa, proclamarlo santo?
Forse qualche sacerdote anglicano ha finalmente capito meglio
l’evoluzione – solo 150 anni dopo la pubblicazione del
libro di Darwin – frequentando qualche corso di biologia. Se
non altro questa è almeno una buona notizia per i ripetenti,
in tempi in cui la scuola cerca di diventare più “dura”:
non è infatti mai tardi per imparare.
A
sostegno della nuova presa di posizione (che peraltro ha creato
polemiche all’interno della stessa Chiesa Anglicana), il
reverendo Brown cita la revisione del processo a Galilei, terminata
nel 1992 con le scuse da parte della Chiesa cattolica per l’ingiusta
condanna. L’analogia tra il caso Galilei e le dispute tra la
Chiesa e Darwin è da sempre una delle armi di battaglia dei
militanti materialisti ed anticlericali; ora viene usata anche da
autorevoli rappresentanti di una Chiesa cristiana; si vede che hanno
frequentato altri corsi oltre a quello di biologia. Da qui alla fine
dell’anno 2009 di cose interessanti ne sentiremo tante.
L’infondatezza
dell’analogia tra Galilei e Darwin è stata sottolineata
dall’Arcivescovo Gianfranco Ravasi, presidente del Pontificio
Consiglio della Cultura, che ha giustamente ribadito che, non avendo
emesso una sentenza di condanna, la Chiesa non ha di cosa chiedere
scusa. Anzi, per l’Arcivescovo Ravasi – che è il
Ministro della Cultura del Vaticano – “le teorie
evoluzioniste delle origini non sono incompatibili a priori con il
messaggio della Bibbia e della teologia, né con il magistero
della Chiesa”. Infatti il Vaticano si prepara ad un’importante
iniziativa culturale in occasione del bicentenario della nascita di
Darwin, che coincide col centocinquantesimo anniversario della
pubblicazione de l’Origine delle specie. Dal 3 al 7
marzo 2009 si terrà a Roma un convegno di alto profilo
scientifico, organizzato dalla Pontificia Università
Gregoriana e dall’Università di Notre Dame dell’Indiana
(USA). Un convegno a cui parteciperanno scienziati, teologi,
esponenti delle più importanti religioni e studiosi di
differenti orientamenti socio-culturali, compresi non credenti e che
tra l’altro dimostrerà come l’evoluzionismo
darwiniano non sia “in contrasto” con il creazionismo
biblico, ritenendo che in fondo le due scuole di pensiero non siano
così lontane.
Personalmente
credo che le distanze siano invece grandi o, se si preferisce,
importanti: altrimenti come si spiega questo continuo parlare
dell’argomento? In una bibliografia ampia, ma non esaustiva, ho
trovato 1301 (milletrecentouno) pubblicazioni sulle controversie post
darwiniane, stampate fra il 1859 e il 1980: un numero che fa
riflettere.
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