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Negli Stati Uniti l'evoluzione vince in tribunale
di Mihael Georgiev - 30/12/2005
 

     L’ennesimo round del dibattito sull’insegnamento dell’evoluzione si è concluso con la vittoria  dell’evoluzione (http://www.philly.com/mld/dailynews/news/nation/13454568.htm?template). Per chi non conoscesse la storia, ecco un breve riassunto.   

      Nel mese di ottobre 2004 il consiglio scolastico della scuola di Dover, piccola cittadina della Pennsylvania, aveva disposto che accanto all’evoluzione venisse insegnato, nelle ore di scienza, il concetto dell’intelligent design.   L’intelligent design (progetto intelligente) è un movimento scientifico nato con l’intenzione di reintrodurre l’interpretazione teista nelle scienze naturali. Secondo tale interpretazione – che una volta si chiamava teologia naturale – il grado di complessità e coadattamento degli esseri viventi, nonché la precisissima sintonizzazione del cosmo, non sono spiegabili con le sole cause naturali e le leggi della natura, ma necessitano l’opera di un progettista intelligente e sopranaturale. 

     Undici famiglie hanno però fatto ricorso in tribunale contro la decisione del consiglio scolastico, e il 20 dicembre scorso il giudice distrettuale di Harrisburg, John E. Jones III, accoglieva la loro richiesta e annullava la decisione perché in violazione dell’obbligo costituzionale di separazione tra chiesa e stato. Il consiglio scolastico quasi certamente non farà appello contro la sentenza, anche perché nel frattempo tutti i membri favorevoli all’intelligent design sono stati sostituiti. 

     Secondo il giudice, che pure è repubblicano e cristiano devoto, vi è “evidenza schiacciante” che il progetto intelligente  “è una concezione religiosa, creazionismo camuffato, e non una teoria scientifica.” 

     Durante il processo i rappresentanti del consiglio scolastico hanno motivato la loro decisione con il desiderio di migliorare la preparazione scientifica degli studenti, offrendo loro un’alternativa all’evoluzione darwiniana . Ma per il giudice “gli scopi laici dichiarati dal consiglio sono un pretesto dietro il quale si nascondono le vere intenzioni, che sono di promuovere la religione nelle scuole pubbliche.” “Il progetto intelligente potrebbe anche essere veritiero - ha affermato il giudice - e su questa proposizione la corte non si esprime; tuttavia esso non è scienza, anzi, viola le regole secolari della scienza, invocando e ammettendo cause sopranaturali; i suoi argomenti non sono validi, e i suoi attacchi all’evoluzione sono stati respinti dalla comunità scientifica”. Rincarando la dose, il giudice ha anche scritto che “è sconcertante che alcuni individui che ostentano pubblicamente con orgoglio le loro convinzioni religiose, continuino a fingere e a mascherare le loro vere intenzioni dietro la politica del progetto intelligente.” 

     Occorre precisare che il movimento Intelligent Design non ha mai chiesto di modificare il curriculum di studi nelle scuole, anche se due suoi esponenti di spicco hanno scritto il libro Of Pandas and People - critico dell’evoluzione e con deduzioni favorevoli all’intelligent design - raccomandandolo come lettura d’accompagnamento ai testi di biologia per le scuole. 

     Da parte nostra siamo d’accordo che il concetto di “intelligent design”, pur essendo deducibile dai dati delle scienze naturali, non è scienza nel senso stretto del termine, ma piuttosto una concezione filosofica, per cui il suo inserimento nel curriculum di scienze è quantomeno discutibile. Però è stravagante anche il fatto che il tribunale giudichi le intenzioni del consiglio scolastico, respingendo una concezione che non nasce nelle chiese, ma è stata proposta dai scienziati del Discovery Institute di Seattle, Washington: un classico processo alle intenzioni, che rispetterà pure il Primo emendamento della Costituzione (che proibisce alle scuole pubbliche di occuparsi di religione), ma fa a pugni con la giurisprudenza. Con questa motivazione la critica all’evoluzione è soppressa non perché scientificamente infondata, ma perché favorisce l’alternativa creazionista, che, appartenendo al mondo delle religioni, non può essere menzionata nelle scuole pubbliche. A differenza della religione, il naturalismo e l’ateismo – pur non essendo scienza, ma filosofia - non sono menzionati nella Carta costituzionale, per cui le teorie ad essi correlate non corrono i rischi del progetto intelligente. 

     Resta da vedere quanto sia scienza l’evoluzione, dato che né gli scienziati sostenitori né i giudici difensori della Carta costituzionale riescono a convincere più del 12 – 13 % degli americani. La sentenza di Harrisburg non cambia le cose e, soprattutto, non aggiunge credibilità all’evoluzione. Gli evoluzionisti ormai non sono in grado di difendere la scientificità della loro teoria nelle sedi proprie delle discussioni scientifiche; lasciamogli almeno la soddisfazione delle vittorie giudiziarie.

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Sito a cura dell'A.I.S.O. Associazione Italiana Studi sulle Origini - aggiornato il 31/01/2014 

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