L’ennesimo round del dibattito
sull’insegnamento dell’evoluzione si è concluso con la vittoria
dell’evoluzione (http://www.philly.com/mld/dailynews/news/nation/13454568.htm?template).
Per chi non conoscesse la storia, ecco un breve riassunto.
Nel mese di ottobre 2004 il consiglio
scolastico della scuola di Dover, piccola cittadina della Pennsylvania, aveva
disposto che accanto all’evoluzione venisse insegnato, nelle ore di scienza,
il concetto dell’intelligent design.
L’intelligent design (progetto intelligente) è un movimento
scientifico nato con l’intenzione di reintrodurre l’interpretazione teista
nelle scienze naturali. Secondo tale interpretazione – che una volta si
chiamava teologia naturale – il grado di complessità e coadattamento
degli esseri viventi, nonché la precisissima sintonizzazione del cosmo, non
sono spiegabili con le sole cause naturali e le leggi della natura, ma
necessitano l’opera di un progettista intelligente e sopranaturale.
Undici famiglie hanno però fatto ricorso
in tribunale contro la decisione del consiglio scolastico, e il 20 dicembre
scorso il giudice distrettuale di Harrisburg, John E. Jones III, accoglieva la
loro richiesta e annullava la decisione perché in violazione dell’obbligo
costituzionale di separazione tra chiesa e stato. Il consiglio scolastico quasi
certamente non farà appello contro la sentenza, anche perché nel frattempo
tutti i membri favorevoli all’intelligent design sono stati sostituiti.
Secondo il giudice, che pure è
repubblicano e cristiano devoto, vi è “evidenza schiacciante” che il
progetto intelligente “è una
concezione religiosa, creazionismo camuffato, e non una teoria scientifica.”
Durante il processo i rappresentanti del
consiglio scolastico hanno motivato la loro decisione con il desiderio di
migliorare la preparazione scientifica degli studenti, offrendo loro
un’alternativa all’evoluzione darwiniana . Ma per il giudice “gli scopi
laici dichiarati dal consiglio sono un pretesto dietro il quale si nascondono le
vere intenzioni, che sono di promuovere la religione nelle scuole pubbliche.”
“Il progetto intelligente potrebbe anche essere veritiero - ha affermato il
giudice - e su questa proposizione la corte non si esprime; tuttavia esso non è
scienza, anzi, viola le regole secolari della scienza, invocando e ammettendo
cause sopranaturali; i suoi argomenti non sono validi, e i suoi attacchi
all’evoluzione sono stati respinti dalla comunità scientifica”. Rincarando
la dose, il giudice ha anche scritto che “è sconcertante che alcuni individui
che ostentano pubblicamente con orgoglio le loro convinzioni religiose,
continuino a fingere e a mascherare le loro vere intenzioni dietro la politica
del progetto intelligente.”
Occorre precisare che il movimento Intelligent
Design non ha mai chiesto di modificare il curriculum di studi nelle scuole,
anche se due suoi esponenti di spicco hanno scritto il libro Of Pandas and
People - critico dell’evoluzione e con deduzioni favorevoli
all’intelligent design - raccomandandolo come lettura d’accompagnamento ai
testi di biologia per le scuole.
Da parte nostra siamo d’accordo che il
concetto di “intelligent design”, pur essendo deducibile dai dati delle
scienze naturali, non è scienza nel senso stretto del termine, ma piuttosto una
concezione filosofica, per cui il suo inserimento nel curriculum di scienze è
quantomeno discutibile. Però è stravagante anche il fatto che il tribunale
giudichi le intenzioni del consiglio scolastico, respingendo una
concezione che non nasce nelle chiese, ma è stata proposta dai scienziati del Discovery Institute di Seattle, Washington: un classico processo
alle intenzioni, che rispetterà pure il Primo emendamento della Costituzione
(che proibisce alle scuole pubbliche di occuparsi di religione), ma fa a pugni
con la giurisprudenza. Con questa motivazione la critica all’evoluzione è
soppressa non perché scientificamente infondata, ma perché favorisce
l’alternativa creazionista, che, appartenendo al mondo delle religioni, non può
essere menzionata nelle scuole pubbliche. A differenza della religione, il
naturalismo e l’ateismo – pur non essendo scienza, ma filosofia - non sono
menzionati nella Carta costituzionale, per cui le teorie ad essi correlate non
corrono i rischi del progetto intelligente.
Resta da
vedere quanto sia scienza l’evoluzione, dato che né gli scienziati
sostenitori né i giudici difensori della Carta costituzionale riescono a
convincere più del 12 – 13 % degli americani. La sentenza di Harrisburg non
cambia le cose e, soprattutto, non aggiunge credibilità all’evoluzione. Gli
evoluzionisti ormai non sono in grado di difendere la scientificità della loro
teoria nelle sedi proprie delle discussioni scientifiche; lasciamogli almeno la
soddisfazione delle vittorie giudiziarie.
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