Lasciando da parte i dogmatismi, questa opera offre risposte alternative ai vecchi interrogativi che l'essere umano si è posto da sempre: l'origine, il presente e il futuro della nostra specie.
Da parti diverse giungono diverse risposte a domande così trascendentali. Un'ottica teista, per esempio, risulterà diversa da una prospettiva panteista, agnostica o atea. E anche all'interno del teismo, c'è spazio per molteplici risposte. Di fatto, esistono profonde differenze che separano un creazionista ortodosso da un'evoluzionista teista, anche se ambedue reclamano l'esistenza di un Dio creatore.
Jean Flori e Henri Rasolofomasoandro propongono risposte che portano un'impronta cristiana, senza deformare i fatti scientifici. Sostengono che la loro interpretazione è plausibile almeno come quella scientifica, senza pretendere di spiazzare quest' ultima. Piuttosto, come si vedrà, procedono a un' analisi minuziosa delle teorie attuali circa l'origine della vita sulla Terra. Lo fanno, certamente, cercando di arrivare non solo agli specialisti ma, ugualmente, a tutti coloro che, con un minimo grado di formazione, sentono un particolare interesse per i temi qui trattati.
Da tutto ciò dipende la nostra visione del mondo, il nostro rapporto con l'ambiente, la nostra convivenza con le persone che ci stanno attorno.
Per capire la profonda verità di queste affermazioni, basti pensare alla diversità di credenze e stili di vita oggi presenti sulla faccia della terra, considerandoli come il prodotto di visioni diverse circa le origini cosmiche e umane.
Ci sono, ad esempio, dei popoli per cui le mucche sono sacre; altri, per cui rappresentano solamente un mezzo di sussistenza; e per ultimo, ci sono coloro che vedono questi animali come un importante anello nella catena ecologica. Da ciascun punto di vista, derivano condotte diverse nel rapporto con detti animali. D'altra parte, ogni prospettiva presuppone determinate convinzioni circa la realtà e le sue origini. Per esempio, le visioni panteiste e politeiste tendono a divinizzare ogni cosa in quanto vedono l'energia creatrice nelle creature medesime.
Allo stesso modo, saranno diverse le conseguenze pratiche derivanti da un pensiero evoluzionista piuttosto che da un'ottica creazionista. Certamente è diverso credersi oggetto di una creazione speciale da parte di Dio, piuttosto che considerarsi il frutto di un'origine casuale e di una lunga evoluzione per selezione naturale.
Questa importante distinzione è normalmente riconosciuta tra quanti si occupano seriamente del soggetto. Per esempio, Diego Nuñez, titolare della cattedra di Filosofia dell'Università Autonoma di Madrid, afferma quanto segue: "Legittimamente o no, la teoria (evoluzionista ndr) comporta di fatto, tanto in passato come nel presente, implicazioni filosofiche, sociologiche, etiche e politiche." ("Ritorno critico al Darwin originario", Rivista di Libri, nr. 35, novembre 1999).
Il sostenitore della teoria darwiniana può argomentare che non c'è nulla di male nel sentirsi la parte ben riuscita, sotto l'aspetto biologico e culturale, di un processo evolutivo così lungo e complesso.
E il creazionista biblico stimerà di maggior valore per la dignità umana l'essere stati creati direttamente da un Dio intelligente e personale.
Gli autori non entrano in tale questione, essenzialmente etica.
Da parte nostra, ci limitiamo ad aggiungere che dopo una chiara analisi, il lettore avrà le chiavi e i fondamenti di un nuovo stile di vita. Questo pregio, insieme al rigore scientifico, avalla l'enorme valore di questa opera.
Concludiamo con alcuni passaggi del libro:
Dalle conclusioni alla prima parte del libro: Geologia Evoluzionista; pag. 88
"Obbliga la Geologia ad inchinarsi definitivamente alla tesi evoluzionista-attualista? Assolutamente no. Di fatto, abbiamo colto alcune contraddizioni insite nella tesi attualista, così come alcuni elementi che fanno pensare alla possibilità del catastrofismo".
Dalle conclusioni alla seconda parte del libro: Paleontologia evoluzionista; pag. 142
"
Abbiamo dimostrato l'infondatezza della teoria trasformista con i punti che seguono:
1.- Incapacità di spiegare l'apparizione spontanea della vita.
2.- Assenza di organismi primitivi negli strati precambrici.
3.- Alto livello di complessità ed "esplosione" di forme di vita nel Cambrico.
4.- Assenza di veri anelli intermedi.
5.- Classificazione "idealizzata" dei fossili trovati, relazionando arbitrariamente le forme simili fra loro.
6.- Assenza di linee evolutive significative, indiscutibili, ecc.
Sembra, quindi, che la teoria evoluzionista si basi più su se stessa che su fatti paleontologici selezionati, classificati e interpretati a partire da questa teoria."
Dalle conclusioni generali al metodo evoluzionista, pag. 217
"Gli scienziati osservano che, dopo un secolo di ricerche, le leggi conosciute non permettono di fare una sintesi evoluzionista soddisfacente. . . . cominciano a capire la loro incapacità di far coincidere i fatti con le interpretazioni che fanno di essi."
Dalle conclusioni generali al metodo alternativo, pag. 294/295
"Constatiamo che l'evoluzione non è altro che un'interpretazione dei fatti. Sottolineamo la concreta difficoltà, anzi l'impossibilità di darle un fondamento."
"Il Creazionismo, come l'evoluzionismo, non è un fatto; è una teoria. Esso poggia su fatti scientifici e si attiene alla rivelazione biblica. Siamo del pensiero che gli esperti dovrebbero intraprendere questa strada. Quello che vogliamo promuovere è un movimento di ricerca in questo senso".
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