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Domande e risposte sul creazionismo scientifico
di Henry M. Morris e Gary E. Parker - 15/07/2005
 

Tratto dal libro What is Creation Science? (Cos'è il Creazionismo Scientifico?) di H.M. Morris e G.E. Parker, ed. Master Books, 2001. Traduzione di Giusy Gallo. Revisione del testo italiano di Fernando De Angelis. 


PREMESSA

In questi ultimi anni c'è stato un rinnovato interesse nei confronti della creazione, a cui si è contrapposta una ben orchestrata reazione condotta dalle classi dirigenti evoluzioniste, le quali dominano i settori scientifico, educativo e dei mezzi d'informazione. Questa reazione si è fatta particolarmente pungente dopo l'approvazione, a partire dal 1981, di specifiche leggi da parte di alcuni Stati americani (Arkansas, Louisiana, Kansas, Texas, ecc.) che recepiscono in qualche misura le proposte dei creazionisti, tendenti a favorire un insegnamento più equilibrato sulle origini. Molte delle critiche mosse al movimento creazionista sono frutto di pregiudizi e di una decisa prevenzione. Abbiamo perciò cercato di chiarire i principali equivoci attraverso semplici domande, dando risposte accessibili anche ai non specialisti.

Nota del traduttore: nonostante l'adattamento operato, emerge qua e là il retroterra americano dal quale proviene lo scritto; d'altronde è proprio negli Stati Uniti che il creazionismo è nato ed ha un particolare vigore

CREAZIONE E RELIGIONE

Domanda n. 1. Dal momento che il creazionismo si basa sulla storia della creazione contenuta nella Genesi, perché dovrebbe entrare a far parte dei programmi della scuola pubblica? 

Risposta n. 1. Il creazionismo scientifico non si basa sulla Genesi né su alcun altro insegnamento religioso. Nei nostri libri per la scuola non si trova una sola citazione tratta dalla Bibbia! Nemmeno ci sono argomentazioni basate su dottrine bibliche. Noi parliamo di genetica, paleontologia, termodinamica, geologia e altre scienze, mai di teologia o di religione. Le prove scientifiche in favore della creazione le fondiamo sul DNA, sulle mutazioni, sui fossili, sulla termodinamica e altri concetti scientifici che nella Bibbia non compaiono nemmeno. Cerchiamo di dimostrare che i dati scientifici di cui disponiamo sono a favore della teoria creazionista, mentre contrastano con la teoria evoluzionista. 

D2. Questo cosiddetto "creazionismo scientifico" non è un metodo per ripresentare in modo mascherato il "creazionismo biblico"? 

R2. Parallelamente ci si potrebbe chiedere: "L'evoluzionismo non è un modo mascherato per presentare l'ateismo?" Il creazionismo scientifico e il creazionismo biblico possono essere insegnati in modo del tutto indipendente e noi stessi siamo contrari all'insegnamento del creazionismo biblico nelle scuole pubbliche, perché ciò richiederebbe insegnanti dotati di una buona conoscenza della Bibbia e di una salda adesione alla sua autorità, requisiti questi che non possono essere imposti ai docenti delle scuole pubbliche. Il creazionismo biblico e le altre vedute particolari sulla creazione dovrebbero essere liberamente insegnate nelle scuole private, mentre in quelle pubbliche ci si dovrebbe limitare al creazionismo scientifico

D3. Che differenza c'è tra il creazionismo scientifico e quello biblico? 

R3. Quello scientifico si basa soltanto su dati effettivi, mentre quello biblico poggia sulla Parola di Dio in generale e sui primi 11 capitoli della Genesi in particolare, i quali raccontano avvenimenti basilari che non potrebbero mai essere determinati scientificamente: c'è il resoconto dei sei giorni della creazione con i nomi del primo uomo e della prima donna, la maledizione a cui Dio sottopose la terra in seguito al peccato dell'uomo, la storia dell'arca di Noè e altri avvenimenti collegati. Le prove scientifiche possono indicarci il fatto che la creazione avvenne in un certo lasso di tempo, ma non c'è alcun metodo per stabilire scientificamente la precisa durata di quel periodo. Il creazionismo scientifico si occupa invece di entità fisiche specifiche, come per esempio i fossili, dei quali la Bibbia non fa nemmeno cenno e sui quali, perciò, si può discutere senza fare il minimo riferimento al creazionismo biblico. 

D4. Come mai sono soltanto i protestanti fondamentalisti a interessarsi alla creazione? 

R4. Spesso si trascura il fatto che l'evoluzionismo costituisce la premessa fondamentale per molte religioni: buddismo, confucianesimo, induismo, taoismo, protestantesimo liberale, cattolicesimo modernista, ebraismo riformato e altre, per non parlare del razionalismo laicista e dell'ateismo. È ovvio, perciò, che il campo dei creazionisti si restringa, ma nonostante questo il creazionismo è fondamentale per più di un orientamento religioso: oltre alle varie articolazioni del protestantesimo conservatore, ci sono i cattolici tradizionalisti, l'ebraismo ortodosso, l'islamismo e altre vedute che si riallacciano al monoteismo. Pertanto ha un'importanza e un campo di azione che va al di là dei fondamentalisti biblici. Nei confronti degli altri creazionisti è offensivo e discriminatorio affermare che la creazione interessa soltanto certi gruppi protestanti ancorati alla Bibbia. 

D5. Il fatto stesso che il creazionismo richieda la figura di un Creatore, non dimostra che si tratta di qualcosa di religioso, piuttosto che di scientifico? 

R5. Bisogna ricordare che esistono soltanto due modelli fondamentali riguardo alle origini: la creazione e l'evoluzione. Ogni modello è essenzialmente una visione del mondo completa, una filosofia riguardante la vita e il suo significato. Nessuno dei due modelli può essere confermato o smentito con il metodo scientifico, dal momento che nessuno dei due può essere esaminato o riprodotto sperimentalmente, perciò entrambi possono essere accettati solo per fede! Tuttavia, ognuno di essi è anche un modello scientifico, dal momento che ciascuno cerca di spiegare, all'interno della sua cornice, tutti i dati concreti della scienza e della storia. Il creazionismo è non religioso almeno quanto l'evoluzionismo. Noi cerchiamo di dimostrare che il modello basato sulla creazione si adatta ai fatti della scienza meglio di quanto non faccia il modello evoluzionista. È vero che il creazionismo rappresenta un modello teistico, ma è anche vero che l'evoluzionismo è un modello ateistico, dal momento che cerca di spiegare tutto senza la figura di un creatore. Se il teismo è una fede religiosa, altrettanto lo è l'ateismo, visto che questi due sistemi sono esattamente paragonabili e ciascuno è l'opposto dell'altro. 

D6. Perché non si potrebbe considerare l'evoluzione come un modo in cui è avvenuta la creazione, invece di avere due modelli delle origini tra loro contrapposti? 

R6. Riguardo a questo problema è importante chiarire i termini. Il credere che Dio usò l'evoluzione per fare le varie specie è propriamente chiamato evoluzione teista, non creazione. L'evoluzione pretende di spiegare l'origine delle cose secondo processi naturali, mentre la creazione la spiega mediante processi che vanno al di là del naturale; cercare di mescolare le due teorie significa fare confusione. L'evoluzione teista sostiene che c'è un Dio dietro i processi naturali che causano l'evoluzione, mentre l'evoluzione ateista dice che dietro di essi non c'è alcuna volontà intelligente. Entrambe le forme di evoluzione presuppongono comunque la stessa sequenza di fatti e gli stessi meccanismi evolutivi, per cui non esiste alcun metodo scientifico in grado di stabilire una differenza tra le due; è invece possibile, per via scientifica, distinguere tra creazionismo ed evoluzionismo. L'evoluzione teista può solo essere giudicata sulla base di criteri teologici, non scientifici, mentre il modello creazionista e quello evoluzionista possono essere confrontati e valutati in base a criteri rigorosamente scientifici.

I CREAZIONISTI SONO POCHI E IMPREPARATI? 

D7. Per quale motivo una minoranza esigua, come quella costituita dai creazionisti, pretende di imporre agli altri le proprie convinzioni? 

R7. Prima di tutto i creazionisti non rappresentano un'esigua minoranza. Un autorevole sondaggio effettuato nel 1981 negli Stati Uniti (per conto dell'Associated Press e della NBC News) ha messo in evidenza che oltre l'86% delle persone è favorevole all'insegnamento scolastico del creazionismo. I creazionisti chiedono solo un trattamento equo nelle scuole, non un trattamento privilegiato. I vertici dei settori scientifico e educativo (di tendenza razionalista e laica) vogliono continuare un esclusivo indottrinamento evoluzionista, mettendo a tacere gli altri: è questa la vera e intolleranza. 

D8. La quasi totalità dei mezzi d'informazione sembra essere contraria al movimento creazionista: questo fatto non contraddice forse l'affermazione che una parte significativa della popolazione sia favorevole alla creazione? 

R8. Esistono prove lampanti che i dirigenti dei mezzi d'informazione americani non siano affatto i portavoce dell'opinione pubblica. Un articolo apparso di recente sulla rivista "Public Opinion" ha riportato i risultati delle interviste fatte a 240 fra i più importanti editori, direttori di giornali, cronisti, giornalisti, commentatori e produttori televisivi: a quelle persone, cioè, considerate responsabili di decidere quali notizie riferire e in che modo farlo. Un indicatore significativo della tendenza razionalista di questo gruppo è costituito dal fatto che solo l'8% degli intervistati frequenta regolarmente un luogo di culto e più della metà di essi non appartiene ad alcuna religione. Con un profilo di questo tipo sarebbe sorprendente trovare nei mezzi d'informazione qualche simpatia per il creazionismo e si capisce così perché le argomentazioni creazioniste vengano quasi sempre travisate e distorte dai mezzi di comunicazione. 

D9. Ma come mai i "veri" scienziati sono tutti evoluzionisti? 

R9. I veri scienziati non sono tutti evoluzionisti! Al giorno d'oggi ci sono moltissimi scienziati creazionisti, che hanno credenziali di tutto rispetto e sono impiegati ai più alti livelli professionali. È vero che la maggioranza degli scienziati è ancora evoluzionista, soprattutto quelli che controllano le associazioni scientifiche e le loro riviste, ma la minoranza creazionista è cospicua, in aumento ed è presente in ogni branca della scienza: biologia, geologia, fisica, ingegneria, medicina, ecc.. È perciò ovvio che si può avere un'ottima preparazione in qualsiasi campo scientifico e allo stesso tempo interpretare i dati effettivi di quella scienza all'interno della cornice creazionista. Non solo: attualmente si nota che il creazionismo viene accolto in misura sempre crescente proprio da chi ha una preparazione scientifica, capovolgendo il luogo comune che scienza e creazione siano inconciliabili. Nonostante questi scienziati, durante i loro studi, abbiano ricevuto un indottrinamento esclusivamente evoluzionista - e per la maggior parte siano stati essi stessi evoluzionisti - ad un certo punto hanno deciso di intraprendere un personale riesame critico della questione delle origini, diventando creazionisti in un ambiente ancora in gran parte ostile a questo orientamento. Spesso questi scienziati creazionisti erano stati in precedenza evoluzionisti e hanno cambiato idea solo in seguito a un personale riesame critico della questione, riesame condotto in un ambiente certamente non favorevole al creazionismo. 

D10. Allora perché i creazionisti non pubblicano i risultati delle loro ricerche sulle più note riviste scientifiche?

R10. Già lo fanno, ciascuno nell'ambito della disciplina scientifica di propria competenza, e le loro pubblicazioni sono di ottimo livello. Ad esempio, i dieci scienziati che fanno parte dello staff dell'ICR (Istituto per la Ricerca sulla Creazione) hanno già pubblicato, per conto di case editrici secolari e sulle più note riviste scientifiche, almeno dieci libri e centocinquanta documenti sugli studi da essi condotti. Con altri editori hanno poi pubblicato centinaia di articoli e una cinquantina di libri riguardanti il creazionismo e argomenti ad esso correlati. Ogni volta che questi scritti hanno implicazioni creazioniste, è necessario però "mimetizzarle", se si vuole che compaiano su pubblicazioni secolari. Finora, infatti, tutti gli articoli e i libri apertamente creazionisti sono sempre stati rifiutati dagli editori secolari. Quando nel 1969, per esempio, gli scienziati della Creation Research Society (Associazione per la ricerca sulla creazione) prepararono un libro di testo di biologia per le scuole superiori, vennero contattate le quindici più importanti case editrici di testi scolastici. Il libro era esauriente, ben strutturato e scritto da un gruppo di specialisti più che competenti; dal punto di vista economico, poi, sarebbe stato un investimento sicuramente conveniente. Eppure, quegli editori non diedero neanche un'occhiata al manoscritto, perché se avessero pubblicato un testo di biologia creazionista, gli altri loro libri sarebbero stati boicottati: è stato perciò necessario rivolgersi a una casa editrice cristiana (di quel libro sono già state stampate due edizioni e presto ne uscirà una nuova versione).

ACCUSE INFONDATE 

D11. Come mai i creazionisti fanno credere che gli scienziati stiano mettendo in dubbio l'evoluzione, quando in realtà questi ultimi stanno solo rimettendo in discussione le attuali ipotesi relative ai meccanismi che l'hanno prodotta? 

R11. Questa è un'accusa che di solito viene mossa quando i creazionisti citano gli scritti di Stephen Gould o di altri moderni evoluzionisti, i quali criticano la precedente teoria evolutiva nota come "neodarwinista". Esaminando le affermazioni dei creazionisti nel loro contesto, ci si rende facilmente conto che non si è mai voluto dare adito a questo equivoco. È noto a tutti che Gould e gli altri moderni sostenitori dell'evoluzione cosiddetta "punteggiata", o "a salti", sono pur sempre evoluzionisti (anche se si contrappongono alla concezione "graduale" dell'evoluzione). I sostenitori di questo nuovo evoluzionismo vorrebbero nascondere, però, il fatto che utilizzano in loro favore proprio le argomentazioni introdotte dai creazionisti (ad esempio, le lacune che si notano nei ritrovamenti fossili): questi "evoluzionisti rivoluzionari" continuano ancora a credere nell'evoluzione, nonostante abbiano anche loro demolito le vecchie prove in suo favore e non ne abbiano apportate di nuove. Ai creazionisti sembra molto strano che gli evoluzionisti possano continuare ad essere così sicuri sul "fatto" dell'evoluzione, pur rimanendo tanto incerti riguardo ai suoi "meccanismi". Si sostiene che l'evoluzione sia "scientifica" e stia ancora agendo, ma dopo centocinquant'anni di intensi studi sulle variazioni biologiche, gli evoluzionisti sono ancora nel buio più assoluto riguardo agli ipotetici processi evolutivi. Questo fatto è una valida ragione per cominciare a dubitare del concetto stesso di evoluzione. 

D12. Non è forse scorretto che i creazionisti citino gli evoluzionisti fuori contesto, allo scopo di sostenere le proprie argomentazioni? 

R12. È vero che i creazionisti sovente attingono dalla letteratura evoluzionista, ma questo dipende dal fatto che sono proprio i dati forniti dagli evoluzionisti a costituire delle prove molto efficaci a favore della creazione. A parte alcune rare eccezioni, comunque, i creazionisti sono molto attenti a fare citazioni accurate e inserite nel loro contesto. Spesse volte, invece, accade che siano gli evoluzionisti a citare gli scritti creazionisti del tutto fuori contesto. Il caso più diffuso (e che fa sospettare una certa intenzionalità) consiste nel prendere un brano tratto dal creazionismo biblico e poi criticarlo come un esempio di quel creazionismo scientifico che si vorrebbe introdurre nelle scuole pubbliche (per le differenze fra i due tipi di creazionismo vedere le prime tre risposte). 

D13. Le associazioni creazioniste e i loro dirigenti traggono un guadagno economico dalle loro attività di promozione del creazionismo? 

R13. L'ICR (Istituto per la ricerca sulla creazione), che è l'organizzazione più nota, non ha scopo di lucro e la sua attività dipende principalmente da donazioni individuali. Gli studiosi che vi lavorano percepiscono tutti uno stipendio inferiore a quello che potrebbero guadagnare all'esterno e devolvono a favore dell'Associazione tutti i compensi per la loro partecipazione ai convegni promossi dall'ICR stesso. L'ICR fa di tutto per mantenere una gestione finanziaria sana e trasparente, sottoponendo i suoi bilanci a revisione annuale e limitando le spese a quelle strettamente necessarie. Le sue iniziative per la raccolta di fondi hanno sempre toni modesti e non fanno leva sull'emotività della gente. Naturalmente non possiamo pronunciarci per quanto riguarda altre organizzazioni creazioniste, ma possiamo dire che non conosciamo alcun individuo o associazione che si siano arricchiti promuovendo il creazionismo. Forse qualcuno ha provato a farlo, scoprendo ben presto che questo non è certo un modo per fare soldi! L'ICR, pur essendo la più grande associazione creazionista, ha spese annuali molto inferiori a quelle della maggior parte dei singoli dipartimenti scientifici universitari. 

D14. Dal momento che il creazionismo implica l'esistenza di una "età apparente" della creazione, questo non significa forse che l'ipotetico Creatore ci abbia ingannati? In altre parole, se Dio ha creato un mondo che sembrava già vecchio, mentre in realtà era appena venuto all'esistenza, si tratta allora di un inganno? 

R14. È vero che il concetto di creazione implica che essa sia stata fatta con un'"età apparente" o, per meglio dire, "in forma completa e funzionante": appena creato, per esempio, Adamo non aveva certo il fisico di un bambino di un giorno, ma quello di un uomo adulto. Per sua stessa natura, l'atto della creazione è costituito da una serie di processi che non sono più all'opera e che hanno dato, come prodotto, l'intero universo "funzionante". Si può cercare di calcolare l'età apparente di ogni specifico sistema presente in questo cosmo utilizzando qualche processo attuale insito in quel sistema, ma anche nel migliore dei casi la validità del risultato sarà relativa e dipenderà dalle "condizioni iniziali" ipotizzate per il calcolo. Queste condizioni iniziali, afferma in modo del tutto ragionevole la teoria della creazione, furono introdotte nel sistema dai processi creativi e furono fissate in modo che, a partire da quel momento, il sistema funzionasse in maniera completa e ottimale. Affermare che non può avvenire la creazione di "entità complete e funzionanti" (o aventi una "età apparente", se si preferisce) è analogo ad affermare che nessuna creazione è possibile, il che naturalmente equivale a eliminare ogni altra opzione che non sia l'ateismo.

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Sito a cura dell'A.I.S.O. Associazione Italiana Studi sulle Origini - aggiornato il 31/01/2014 

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