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Darwin, processo alle idee
Giuseppe Sermonti, da IL GIORNALE 16 maggio 2005, pag.24
 

Ospitiamo un intervento del genetista antidarwinista Giuseppe Sermonti che in Kansas ha partecipato a un "processo" organizzato dal Consiglio scolastico statale per decidere sull'insegnamento dell'evoluzionismo nelle scuole.


Un secolo e mezzo fa, nel Kansas lontano e desolato, Buffalo Bill cacciava bisonti e indiani per i pionieri del Far West e organizzava spettacoli circensi. Erano i tempi di Darwin e della sua teoria dell'evoluzione, che forniva un solido sostegno culturale alla conquista dei territori altrui e alla prevalenza della specie e della razza dominante. A tanti anni di distanza, lo "State Board of Education" del Kansas non trova ancora pace sul tema dell'insegnamento dell'evoluzione nelle scuole medie. L'attuale Consiglio conservatore ha assunto una posizione moderata, sotto il motto Teach the controversy ("Insegna la controversia") e ha indetto un dibattito tra scienziati sul tema. "Non vogliamo mortificare l'insegnamento dell'evoluzione - hanno detto i commissari - al contrario, lo vogliamo ampliare per dare spazio ad altre opinioni oltre il darwinismo". Apriti cielo! I darwinisti non hanno accettato il compromesso, tacciando le altre opinioni di non essere altro che preconcetti religiosi e hanno deciso di non presentarsi al "processo". Gli antidarwiniani hanno presentato un "Minority Report" e hanno organizzato un'opposizione, invitando una ventina di insegnanti e di scienziati a testimoniare (tra questi, unico non americano, ero io).

 L'esigenza di rivedere l'evoluzionismo (in un Paese dove solo il 28% dei cittadini accettano Darwin e il 48% credono all'opera di un essere intelligente) era già entrata nelle classi medie attraverso i ragazzi. Un insegnante di una scuola di Salina (Kansas), John Wachholz, lamenta che quando cerca di parlare di evoluzione gli scolari "mettono la testa sul banco e pretendono di non sentire una parola di quello che dici". In questo clima, a partire dal 4 di maggio, si sono aperte le udienze di un singolare dibattito senza contraddittorio sull'insegnamento dell'evoluzione nel Kansas. L'interesse locale e nazionale è stato notevole. Il processo (senza testimoni di difesa) si è svolto nella piccola Topeka, al Memorial Hall. Sulla destra, tra due giudici a latere sedeva il procuratore di Topeka, Pedro Irigonegaray a rappresentare lo "State Board of Education". Dall'altra parte, l'avvocato di minoranza John Calvert interrogava i testimoni del suo gruppo. Di fronte al testimone sedevano tre giornalisti accreditati, per porre le domande conclusive. La "commedia" è però andata in scena dimezzata. Come annunciato, i testimoni di maggioranza non si sono presentati, boicottando le udienze. Avevano fatto sapere che per loro non c'erano questioni scientifiche da dibattere, ma solo se la religione dovesse essere accettata nelle classi di scienze. E il problema era già stato risolto dal primo emendamento della Costituzione, che sancisce la separazione tra scienza e religione. Lo stesso Irigonegaray aveva dichiarato di "rappresentare quegli uomini e quelle donne che ritenevano la teologia non essere parte della scienza". La signora Liz Gray, del darwiniano "Kansas Institute for Science", ha raccomandato a Irigonegaray di presentare i testimoni di minoranza "nella luce più sgradevole possibile, come impostori politici, attivisti evangelici, ignorantoni (ignoramuses), trasgressori di regole".

Quando è venuto il mio turno, sono stato interrogato dall'avvocato di minoranza e ho potuto esprimere la mia idea: che l'imposizione del (neo)darwinismo ostacolava la ricerca nel campo del differenziamento e ci aveva lasciati senza alcuna risposta alla domanda che intitolava il mio nuovo libro Why is a fly not a Horse? (Perché una mosca non è un cavallo?). Né Irigonegaray né i giornalisti mi hanno rivolto domande. Forse il mio discorso era inappuntabile... o forse non l'avevano capito. Per il resto, tutto è andato liscio. Non si è parlato di religione o di supernaturale, si è parlato di soli fatti scientifici, in rispetto alla maggioranza assente e come questa vorrebbe si comportassero gli insegnanti in classe. E così la controversia andrà avanti, senza fine e senza dibattito, tra i darwinisti arroccati nella loro verità intoccabile e i vani sostenitori del disegno superiore. Che però stavolta hanno lasciato il Memorial Hall convinti di aver stabilito sul territorio avverso una testa di ponte. Io sono tornato in Italia, dove il mio libro sull'evoluzione (col titolo Dimenticare Darwin) era stato qualche mese prima presentato all'Università La Sapienza di Roma, su gentile invito del Rettore. Come era andata? I miei avversari, dopo aver tentato di boicottare la manifestazione, non si erano presentati, dichiarando che l'antievoluzionismo era "destituito di qualsiasi credibilità scientifica e che la stagione dei monkey trials ("processi alle scimmie") era relegata nei più reconditi recessi dell'America bigotta e fondamentalista". Il Kansas, per intenderci?

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Sito a cura dell'A.I.S.O. Associazione Italiana Studi sulle Origini - aggiornato il 31/01/2014 

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