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La Genesi nei caratteri cinesi
Kang/Nelson
 
 

 

 

 

 

 

Tipo: Libro
Autore: C.H. Kang & E.R. Nelson
Lingua: Inglese
Casa Editrice: Concordia Publishing House, St. Louis, USA
Link Internet: 
Numero pagine: 139

Prezzo: $ 9,99

Per la scheda del libro clicca qui

di Ronald Nalin  

Alcuni caratteri della scrittura cinese racchiudono delle informazioni del tutto simili a quelle presenti nei primi capitoli del libro della Genesi. Per comprenderlo meglio è necessario addentrarsi un po' nel mondo della scrittura cinese.

La scrittura cinese, come altri sistemi di scrittura di antiche civiltà, è nata pittografica. Con questo termine si intende che i suoi caratteri più che essere collegati a dei suoni erano collegati agli oggetti che raffiguravano (persone, cose, atti, eventi, idee). Ma mentre il nostro tipo di scrittura alfabetica è diventata ad un certo punto fonemica (cioè ad ogni carattere corrisponde un suono), quella cinese è restata morfemica, cioè ad ogni carattere non corrisponde un suono ma un significato. Così per esempio, la parola “mangiabili” nel nostro sistema di scrittura è composta da 10 unità minime - le lettere che la compongono -, mentre nel sistema cinese è composta da 3 unità minime/morfemi: “Mangiare”, “-bile” che indica la possibilità dell’azione di mangiare, e infine “-i” cioè indicativo del plurale: totale 3 caratteri.

Uno dei caratteri cinesi per scrivere “uomo” è il simbolo dove si riconosce la rappresentazione di due gambe in movimento. Il simbolo significa "bocca" ed è la schematizzazione di una bocca aperta; questo simbolo ha anche il significato astratto di “persona”, come d’altronde è comune anche nel nostro linguaggio (dove si usa l’espressione “tante bocche da sfamare”). “Albero” simboleggia una pianta con le radici e “donna” è la rappresentazione schematica di un essere umano. Per esprimere degli oggetti complessi o delle idee astratte, non è possibile usare singoli caratteri. Ci vogliono degli ideogrammi, cioè una serie di caratteri messi vicini e che formano un’unica parola. Gli ideogrammi devono usare accostamenti di idee facilmente intuibili, altrimenti il messaggio diventa difficile da decifrare.

La scrittura ideografica cinese è vecchia di ben 4000 anni, dato che le sue origini vengono fatte risalire a prima del 2000 a.C.. In tutto questo lungo periodo di tempo l’aspetto grafico degli ideogrammi si è mantenuto abbastanza inalterato, cosicché quelli attuali non sono molto diversi da quelli antichi. Accadde invece che alcuni caratteri, pur restando graficamente inalterati, cominciarono ad assumere un valore più fonetico che ideografico, divenendo cioè un semplice suono non collegato più all’oggetto originario.

Andiamo ora a vedere in dettaglio i caratteri utilizzati per alcune parole che ci interessano in modo particolare.

Il verbo “creare” si scrive ed è composto da quattro elementi: significa “polvere”, abbiamo visto che sta per “bocca” o “persona”, significa “camminare” (una rappresentazione evidentemente pittografica) e infine un piccolo segno verticale accanto alla parola polvere, chiamato p’ieh, che rappresenta l’idea di alito vitale e movimento. Dunque i cinesi scrivono creare come: polvere + alito vitale + persona (o bocca) + camminare. Dice Genesi 2:7: «E l’Eterno Iddio formò l’uomo (persona) dalla polvere della terra, gli soffiò nelle narici un alito vitale e l’uomo divenne un’anima vivente».

L’aggettivo “primo” si scrivee in esso riconosciamo tre elementi: “polvere”, “uomo” e il p’ieh"vivente". Perché associare il termine “primo” proprio ad un essere umano e alla polvere? Quest'associazione presuppone l’esistenza di una diffusa credenza in un primo antenato umano tratto dalla polvere, come testimonia anche il già visto verbo “creare”.

La parola “felicità” si scriveed è composta da quattro simboli:è uno dei segni usati per la parola “dio” o per indicare spiritualità in generale,che significa “persona”,“giardino” o “campo coltivato”, un carattere che in tutte le sue accezioni si riferisce sempre al lavoro dell’agricoltore, infine un tratto orizzontale che simboleggia il numero “uno”. Già il pittogramma per “giardino” ricorda la descrizione dell’Eden, perché in Genesi 2:10 è detto che da esso si dipartivano 4 corsi d’acqua in quattro direzioni. Ma è singolare che il concetto di felicità sia espresso in cinese con questo accostamento: dio + una persona + giardino, quasi un ritratto della pace dell’Eden.

Ancor più significativo è come ancora oggi i cinesi scrivono il verbo “desiderare, concupire”. Ecco la sua rappresentazione:. Questo carattere può anche esser utilizzato come un nome o un aggettivo: avido, bramoso, ghiotto, goloso, ingordo, quasi sempre riferito al desiderio senza freni di mangiare o bere. Dovreste essere in grado di riconoscere i tre simboli di questa parola, composta da 2 alberi e una donna. È nota la presenza di due alberi speciali in Eden, con una donna che mise in atto un desiderio proibito mangiando un frutto proibito! La conferma di questo collegamento sta proprio nel modo in cui si scrive "proibire, avvertire"in cui di nuovo osserviamo la presenza di due alberi e di un terzo carattere

Concludiamo con la parola “imbarcazione” . Ci sono tre componenti: “vaso” o “recipiente”,il numero “otto”, infine l’ormai rinomata “persona” . “Imbarcazione” è dunque un vaso con otto persone ed è noto che la più famosa barca della storia, l’arca di Noè, conteneva proprio otto passeggeri umani (Genesi 7:13; 1 Pietro 3:20).

Per ragioni di spazio ci fermiamo qui, ma ci sono ancora molte altre parole (spirito, tentatore, torre, confusione, dominio imperiale, principio, crudele, giustizia, dolore, nascondersi, ecc.) che ricordano in modo sorprendente il racconto della Genesi.

Se nell’epoca in cui nacque la scrittura cinese questi concetti erano compresi, significa che la gente era a conoscenza di racconti e tradizioni in tutto simili a quelli della Genesi. Siamo dunque in presenza di una fonte esterna alla Genesi che ne conferma il contenuto. Questa scoperta suggerisce l’accattivante ipotesi che i progenitori dei cinesi provenissero dalla dispersione di Babele e che abbiano fissato nella scrittura le tradizioni che avevano ricevuto dai sopravvissuti al Diluvio. Quelle stesse tradizioni che si conservarono più o meno inalterate anche in altre culture (semitiche e non) e che vennero ad un certo punto impresse in modo ispirato nella Parola di Dio.

Anche oggi, nell’ipertecnologico XXI secolo, un cinese scrive “nave” come “vaso con otto persone” e “concupire” con “donna e due alberi”: pochi sanno il perché di questa bizzarria, ma è forse proprio per la presenza di queste antiche radici bibliche che i cinesi sono attualmente fra i più aperti all'ascolto della Parola di Dio.

 

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Sito a cura dell'A.I.S.O. Associazione Italiana Studi sulle Origini - aggiornato il 31/01/2014 

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