ECO CREAZIONISTA
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Origini: collegando Scienza e Scrittura
Ariel Roth
 
 

 

 

 

 

 

Tipo: Libro
Autore: Ariel A. Roth
Lingua: Inglese
Casa Editrice: Review and Herald
Link Internet: http://www.rhpa.org
Numero pagine: 384

Prezzo: 29,99 US$

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I mondi della scienza e della religione sono inconciliabili? La scienza moderna con la sua teoria dell'evoluzione è in grado di smentire i racconti biblici sull'origine della vita? Se si accetta il resoconto biblico, significa forse che bisogna rigettare la scienza? È a questo tipo di domande che il libro dà una risposta.
L'autore ha un ricco curriculum: ha conseguito un dottorato in Zoologia ed un master in Biologia, ha effettuato studi di Geologia e Matematica, ha condotto ricerche paleontologiche e geologiche in Australia, Nuova Zelanda, Europa e Nord America, tiene conferenze in diverse università; dopo essere stato direttore del dipartimento di Biologia, sia della Andrews University, che di quella di Loma Linda, è stato Direttore dell'Istituto per le Ricerche Geoscientifiche (Geoscience Research Institute - GRI).
Ariel Roth, scienziato e credente, afferma che scienza e religione insieme sono in grado di offrire una comprensione più completa del mondo che ci circonda. L'autore parte dalla situazione culturale statunitense, nazione nella quale ha fatto molto rumore la proposta che, nelle scuole pubbliche, oltre all'evoluzione, si insegnasse anche la creazione. Tenendo una relazione al Congresso dell'Oregon, ha avuto modo di affermare che, sia gli evoluzionisti che i creazionisti accettano i dati della scienza, dandogli però un diverso valore. "Ad esempio", dice l'autore, "gli evoluzionisti insegnano che le somiglianze biochimiche ed anatomiche nella struttura di cellule appartenenti a vari animali o piante, siano il risultato di una comune origine evolutiva, mentre i creazionisti affrontano gli stessi dati e li interpretano come l'impronta di un unico disegnatore, cioè Dio" (p.17).
Nella parte introduttiva l'autore, molto pittorescamente, si riferisce alla moda delle cravatte che cambia continuamente, applicandola poi ai sistemi di pensiero, i quali subiscono lo stesso tipo di invecchiamento, con i diversi punti di vista che tendono ad affermarsi in successione. L'autore ricorda il naturalismo che negava il soprannaturale, l'agnosticismo che affermava "io non so", poi altre impostazioni quali l'assolutismo, il determinismo, il materialismo dialettico, il panteismo, il razionalismo. Ognuna di queste scuole di pensiero ha avuto i suoi aderenti, i quali credevano nella attendibilità delle idee propugnate, idee che però si sono presto rivelate insufficienti.
Le quattro aree fondamentali che l'autore affronta riguardano gli organismi viventi, i fossili, le rocce e il rapporto fra scienza e Scrittura.

Nella prima sezione, il Roth dedica un intero capitolo per affrontare la domanda: "Da dove è venuta la vita?". Risponde iniziando un percorso di tipo storico, per poi lanciarsi nello specifico biologico, andando dalle semplici molecole a quelle più complesse. Indaga poi sulla possibilità di cercare un meccanismo evolutivo e, partendo dalle analisi lamarkiane e darwiniste, cerca di approfondire il tema delle mutazioni. Conclude affermando che bisogna ammirare la costanza degli evoluzionisti i quali, cercando di trovare un meccanismo evolutivo, nell'arco di due secoli, hanno presentato molte teorie. Il fatto che però tutte abbiano fallito, porta a pensare che il pensiero evoluzionista sia piuttosto una questione di opinione, non di dati scientifici. Alcuni dati scientifici, è vero, sembrano favorire le ipotesi evoluzioniste, ma dopo l'inutile ricerca di un meccanismo evolutivo, sembra che gli stessi studiosi evoluzionisti comincino a considerare seriamente la possibilità di una creazione da parte di un Progettista. 
Riguardo alla nostra specie dice: "Le origini umane hanno rappresentato un'area di particolare contrasto fra gli scienziati. Ciò può essere attribuito alla mancanza di dati certi e al coinvolgimento personale dei vari autori. L'evidenza dell'evoluzione umana è frammentaria e soggetta ad una varietà di interpretazioni. La presenza di una mente dalle caratteristiche elevate (come la coscienza, la creatività, la libera volontà, l'estetica, la moralità e la spiritualità) fanno pensare che gli umani siano stati programmati come esseri superiori e che non si siano originati dagli animali attraverso un semplice processo evolutivo" (p. 126).

La seconda sezione affronta i dati provenienti dai fossili ed il loro ordine nella colonna geologica. L'autore afferma che deve essere esercitata molta cautela: mentre alcuni fossili, infatti, sono ben conservati, per altri è difficile l'identificazione. Alcuni credono che i fossili rappresentino degli organismi sepolti dal diluvio biblico, mentre altri affermano che si tratterebbe di testimonianze di organismi in evoluzione. Dopo uno studio approfondito l'autore giunge alla conclusione che i fossili, invece di essere elementi probanti per l'evoluzione, sono testimonianze a favore della creazione ed i dati raccolti suggeriscono che il modello generale dell'evoluzione non è attendibile.

La terza sezione affronta invece il tema relativo alle rocce ed il primo capitolo riguarda le catastrofi. Esse, come ben sappiamo, non sono frequenti e non fanno parte della nostra esperienza diretta, per cui ci risulta difficile incorporarle nella logica del nostro pensiero. In questa sezione si parla di catastrofismo, uniformismo e diluvio biblico, anche in relazione alla settimana creativa. Quali sono i fattori geologici collegabili al Diluvio? Questa è una delle tante domande che l'autore si pone e alla quale cerca di rispondere. Oggi, in campo scientifico, alcune recenti interpretazioni che hanno come modello un tipo di "azione rapida", si adattano molto bene col diluvio genesiaco. Riguardo alle età della Terra e della vita, l'autore afferma che dobbiamo imparare ancora molto circa i metodi di datazione, perché l'ultimo capitolo su questo argomento non è ancora stato scritto.

La quarta sezione, cioè l'ultima, mette a fuoco il rapporto fra scienza e Sacra Scrittura. Il primo passo è quello di affermare che la scienza è un'impresa meravigliosa, che ha fatto molto del bene, perciò le è dovuto rispetto. Un rigetto di essa, come alcuni vorrebbero, è ingiustificato, ma ciò non toglie che la scienza abbia delle debolezze. Per quanto riguarda la Bibbia, bisogna affermare che essa è stata sottoposta a molte critiche, ma questo non gli ha impedito di essere il libro più ricercato del mondo.
L'autore afferma che: "Alcuni hanno posto in dubbio gli eventi della settimana creativa così come vengono descritti nella Bibbia, ma ci sono diversi modelli con i quali si possono armonizzare le apparenti incongruenze. L'idea che la Bibbia, e in modo particolare i racconti della Creazione e del Diluvio, siano il frutto della riunione di vari e diversi documenti, non ha delle basi concrete" (p. 321). La Storia e l'Archeologia hanno confermato l'attendibilità della Scrittura e, se è vero che sorgono domande sull'affidabilità della Bibbia, bisogna dire che questo riguarda ancor più la scienza. 
Alcuni stabiliscono la loro visione del mondo sulla base della sola scienza, che è incompleta. Altri vorrebbero stabilirlo sulla base della sola Bibbia, ma anche questo è uno sguardo limitato, dal momento che Dio stesso ha affermato che bisogna apprendere dalla Sua creazione (Salmo 19:1-4). Bisogna avere, in conclusione, un approccio che sia in grado di mettere insieme scienza e Bibbia.

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Sito a cura dell'A.I.S.O. Associazione Italiana Studi sulle Origini - aggiornato il 31/01/2014 

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