UOMO, DI DOVE VIENI ?

di  Jules Cesar Guenin (1883-1965), tratto da “L’Araldo della Verità”, anno XVII, n.3, mag/giugno 1937, pp. 40 – 42.  
       Traduzione di Renato Novelli.

  Sono pochi coloro che si curano della loro origine. Moltitudini d’individui nascono, vivono, lottano, soffrono e muoiono senza sapere perché: Senza inquietarsi delle ragioni per le quali tale sorte è loro riservata, piuttosto che tal’altra, e senza domandarsi se possano renderla migliore, essi non fanno che subirla. Molti uomini vivono d’una vita puramente animale. Non facciamo come costoro. Sforziamoci d’investigare il mistero delle nostre origini e cerchiamo di sapere dove andiamo; sarà questo il miglior mezzo per convincerci che la vita non è una sinistra commedia, ma che essa ha invece un senso ed uno scopo.

Le teorie emesse sulle origini dell’uomo sono assai numerose e diverse. Indichiamone le principali e vediamo su che cosa si basano e, di conseguenza, ciò che valgono. La nostra scelta sarà in seguito più facile.

Il celebre naturalista Oken emetteva, poco più di un secolo fa, una strana teoria sulle origini dell’uomo. «Tutto ciò che ha vita», egli diceva, «è uscito dal mare; è questa una verità non contestata da nessuno di coloro che si occupano di storia naturale e di filosofia; quanto agli altri, la scienza attuale della natura li disdegna. Migliaia di embrioni nascono senza dubbio dal mare, solamente, tutti non si sviluppano. Gli uni sono gettati troppo presto alla riva, e muoiono, altri s’infrangono nelle rocce, altri infine vengono divorati da pesci voraci. Che cosa importa? Non ne restano ancora delle migliaia che sono spinti dolcemente e a tempo alla riva? Qui, essi rompono il loro involucro, schiudono la terra per estrarre dei vermi, e ritirano dal loro guscio dei molluschi e delle chiocciole. Chi potrebbe dubitare solo un istante di questo? Il linguaggio esce dunque dall’uomo come questi dal mare. Ecco così la prova che il fanciullo si sviluppa nel mare e può in seguito conservarsi al di fuori di esso. Ma come vengono essi nel mare? Non è dall’esterno, poiché tutto ciò che è organizzato deve essere prodotto dall’acqua. Essi sono nati nel mare. Com’è possibile questo? Tale formazione ha luogo senza dubbio nella stessa maniera di quella di tanti altri animali che vi sono stati formati e lo sono ancora tutti i giorni, come gli infusori e le meduse» (Citato da Reusch, "La Bible et la nature", pag. 425).

Ecco certamente una teoria che non manca di fantasia. A tutti coloro che potrebbero domandarsi perché il mare non produca più bambini, Oken risponde: «La mancanza del calore necessario è l’unica causa per cui il mare non possa più produrre uomini; una volta l’acqua del mare aveva la temperatura del sangue, il che rendeva possibile la formazione di uomini nelle sue acque».

Ci domandiamo se questo scienziato (?) credesse alla decima parte delle sue assurdità. Può darsi ch’egli avesse semplicemente l’intenzione di irritare i teologi e tutti coloro che credono nella Bibbia. È il momento di dire con l’apostolo Paolo: «Iddio non ha resa pazza la sapienza di questo mondo?» (1 Cor. 1:20).

Con Lamarck e Darwin si presentano le teorie della generazione spontanea, del trasformismo e dell’evoluzione della specie. Pasteur ha dimostrato chiaramente e definitivamente l’impossibilità della generazione spontanea.

Le altre teorie si riassumono come segue: L’uomo discende dalla scimmia, la scimmia dal verme e il verme dal… ; per citare gli stadi principali. Ma, da dove viene il… ? Dal protoplasma, dicono. E chi ha prodotto il protoplasma? Il caso. Ecco su cosa riposa tutta la teoria dell’evoluzione. Sopra questo protoplasma, Haeckel ha costruito ventidue stadi diversi per fare apparire l’uomo alla cima. Egli dà delle precisioni le quali potrebbero far credere che lui stesso avesse assistito a queste lunghe trasformazioni. Ma si sa che non è così.

Che cosa devesi pensare di queste teorie? Diamo la parola a qualche autore le cui opinioni valgono la pena di esser prese in considerazione.

E. de Pressensé dice: «Il trasformismo si basa su pure ipotesi. Esso costruisce nelle nubi questo pesante edificio di un mondo dove lo spirito non è più. L’evoluzione non è ammissibile senza che vi sia stata creazione, poiché è a questa sola condizione ch’essa ha uno scopo e non sprofonda nel caos dell’universale dissoluzione» ("Les Origines").

Monsignor Le Roy dice: «Basare tutta una teoria religiosa sopra un’ipotesi presa come postulato indiscutibile, benché indimostrato, e dare questa ipotesi come scientifica e come l’unica buona, ci sembra domandare al lettore benevolo una parte di fiducia singolarmente esagerata» ("La religion des primitifs", pp. 61-62).

Il professore Grasset della Facoltà di Montpellier dice: «L’affermazione dell’evoluzione universale trascina necessariamente, ieri e oggi, il passaggio dall’inorganico al vivente. Ora, scientificamente, è impossibile concepire questo passaggio dall’inorganico al vivente. Dunque, sotto questo aspetto, l’evoluzionismo non è dimostrato dalla scienza, ma è ancora da essa dichiarato impossibile».

Diciamo, per essere giusti nei riguardi di Darwin, che, come ogni vero scienziato, egli non afferma. Nei suoi scritti egli confessa questo: «Noi non possiamo provare che una sola specie si sia cambiata» (Life III:25). Dichiarando la sua teoria, egli non aveva, come fu il caso dei suoi discepoli, l’intenzione di sopprimere il Creatore all’origine di ogni cosa. Spiller, naturalista filosofo, scriveva: «Darwin crede ancora che un Creatore ha infuso la vita alla cellula primordiale» ("Das Leben", pag. 81).

Gli evoluzionisti in generale sopprimono il miracolo, e sopprimendo il miracolo essi vogliono sopprimere Iddio. Questo porta il professore Bettex a fare queste riflessioni piene di buon senso: «La teoria dell’evoluzione ci dice essa il gran miracolo all’origine delle cose? Sia che Iddio crei di nuovo ogni moscerino ed ogni elefante, sia che abbia creato una volta una sola cellula con tutte le possibilità e tutti i germi dell’evoluzione che si compirà grazie al tempo, alle circostanze, ai centri creati da questo stesso Dio, la somma del miracolo nell’universo non resta meno costante, ed essa comporta nell’uno e l’altro caso la creazione intera di questo universo. Iddio non risulta meno la causa unica di tutte le cause e di tutti gli effetti. I darwinisti sostituiscono semplicemente al miracolo successivo e particolare, il grande miracolo unico e padre di tutti gli altri: e non sarebbe la fede nel miracolo che ci impedirebbe d’ammettere la teoria dell’evoluzione. Ma vi sono degli uomini cui la lontananza porta sollievo e che milioni di anni rassicurano. Essi considererebbero assurdo credere che Iddio abbia, un quarto d’ora fa, creato una cellula; ma ch’egli l’abbia fatto nella notte dei tempi, lo trovano ammissibile, se non scientifico. Che un’asina abbia, con l’aiuto del suo Creatore, pronunciato alcune parole, quale idea fanciullesca! Ma che tutti i presuntuosi del mondo si mettano una volta, senza saper perché, a parlare, viene considerata scienza evoluzionista e seria!» ("La religion et les sciences de la nature").

La questione ha più importanza che non si pensi. Se noi combattiamo la teoria dell’evoluzione, lo facciamo non solamente perché essa è contraria alla dottrina biblica sull’origine dell’uomo e all’opera creatrice di Dio, ma anche a motivo dell’influenza perniciosa ch’essa esercita sulla vita morale e spirituale degli uomini. Ascoltiamo ciò che dice in riguardo il dottor Paul Carton: «Questa dottrina dell’evoluzionismo ateo che regna da padrona all’ora attuale e per la quale troppi spiriti scientifici si sono lasciati contaminare ai giorni nostri, è la più ingannatrice e la più demoralizzante delle ipotesi» … «Considerando la vita un semplice conflitto d’azioni e di reazioni delle energie materiali, essa teoria ha condotto al culto esclusivo della forza orgogliosa e brutale, e al disprezzo del diritto e dell’amore universale. Ha generato il nichilismo intellettuale e la decadenza morale. Ha scatenato gli istinti del godimento materiale sfrenato e dell’egoismo feroce. Cosa serve soffrire e amare il prossimo se il godimento del presente riassume il fine di ogni cosa? Inoltre, tale teoria ha concepito le ineguaglianze di evoluzione individuale quali altrettante ingiustizie della sorte; essa ha proclamato un’eguaglianza non originale, ma presente, che ha fatto rigettare i principi di gerarchia e di disciplina, benché questi agiscano tuttavia nella natura intera. Infine, non assegnando altro scopo all’esistenza che il totale soddisfacimento dei bisogni materiali, essa ha condotto alla trasgressione di regole di condotta e di regime alimentare, che sono la causa dominante della recrudescenza delle malattie e delle degenerazioni mentali della nostra epoca» ("Traité de Médicine d’alimentation et d’hygiène naturalistes", pp. 29, 30).

Lasciamo le teorie umane per esaminare la dottrina biblica sull’origine dell’uomo. «Dio disse: “Facciamo l’uomo alla nostra immagine, secondo la nostra somiglianza”» … «Dio creò l’uomo a sua immagine: lo creò a immagine di Dio» (Genesi 1:26-27). «Il Signore Iddio formò l’uomo della polvere della terra, gli soffiò nelle narici un alito vitale e l’uomo divenne un'anima vivente» (Genesi 2:7). «Nel giorno che Dio creò l’uomo, fece alla sua somiglianza. Egli lo creò maschio e femmina, e li benedisse, e pose loro nome Uomo, nel giorno che furono creati» (Genesi 5:1, 2). Nel suo bel libro "L’uomo, questo sconosciuto", il dottor Alexis Carrel dice: «Noi siamo letteralmente fatti del limo della terra» (p. 100).

Il Nuovo Testamento dichiara che Dio «ha fatto d’un sangue tutta la generazione degli uomini, per abitare sopra tutta la faccia della terra, avendo determinati i tempi prefissi, e i confini della loro abitazione» (Atti 17:26-28). Ecco un insegnamento chiaro, preciso, logico, razionale e che onora l’uomo, poiché ne fa un discendente di Dio. Confessiamo che vi è più onore ad essere un "figlio di Dio" che un discendente di una scimmia.

Ed ecco le conseguenze di tale dottrina: «Il racconto della creazione rivela l’unità, la potenza e la personalità di Dio. Essa smentisce l’ateismo: al principio Iddio. Essa smentisce il politeismo: un Dio, non molti. Essa smentisce il panteismo: Dio è prima di tutte le cose e indipendente da esse. Essa smentisce il materialismo: la natura non è Dio. Essa smentisce l’eternità della materia: al principio Dio la creò. Essa smentisce il fatalismo: Iddio, qui come ovunque, agisce nella libertà del suo essere eterno» (Hodgkin, "Le Crist dans toutes les Écritures", pag. 23).

«Nel principio Dio creò il cielo e la terra». In questa semplice affermazione noi abbiamo la teoria biblica dell’origine dell’universo materiale; essa dà alla fede un fondamento ragionevole. Le teorie riguardanti il metodo possono variare; ma le verità essenziali restano. Per questa affermazione maestosa e sublime, la ragione è soddisfatta, come mai potrebbe esserlo da alcun'altra teoria che lasciasse Iddio fuori dalla questione e venisse in seguito a dichiarare che la causa prima fu più o meno il risultato di un incidente, oppure che potessero esistere delle leggi senza uno spirito che le avesse promulgate, o l’ordine senza il pensiero» (G. Campbell–Morgan, "The analysed Bible").

«A misura che il tempo passa e gli uomini più riflessivi arrivano a conoscere meglio la verità per ciò che riguarda il meraviglioso universo nel quale noi viviamo, essi si avvicinano sempre più al racconto di Mosè. Mai, forse, nella storia delle ricerche scientifiche, il primo capitolo della Genesi è apparso così solido e trionfante come si presenta oggi» (G. Moorehead, "Outline Studies in the Books of the Old Testament", citato da Hodgkin, op. cit.).

  Ed ora riassumiamo:

1)      L’uomo è la creatura di Dio.

2)      L’uomo è stato creato all’immagine di Dio.

3)      L’uomo è il figliuol di Dio, (il nostro Padre che è nei cieli).

4)      L’uomo deve dunque amare il Padre suo celeste, aver fiducia in Lui, ubbidirgli in ogni cosa, onorarlo nella sua vita e nella sua condotta di ogni giorno.

5)      L’uomo è sotto le dipendenze di Dio.

6)      Tutte le razze umane risalgono ad un unico ramo (dunque tutti gli uomini sono fratelli).

7)      Dio regna sugli uomini e sulle nazioni.

  S’Egli non regna al presente d’una maniera assoluta, Egli regnerà un giorno, e questo giorno si avvicina rapidamente. In attesa, Iddio lotta con il suo avversario ch’Egli vincerà finalmente, non per la forza, ma confondendolo, e confondere significa mostrarsi, non il più forte, ma il migliore.

Siamo dunque felici e fieri dei nostri titoli di nobiltà, e in ogni circostanza comportiamoci come veri figli e vere figlie di Dio.

E andiamo con fiducia al Cristo, nostro fratello, venuto sulla terra per riconciliarci col Padre, e che, lavandoci di tutti i nostri peccati per mezzo del suo sangue, salvandoci così gratuitamente e appieno, ci rende possibile, mediante la contemplazione della Sua divina immagine, d’essere trasformati alla stessa immagine, di gloria in gloria.