UOMO,
DI DOVE VIENI ?
di
Traduzione di Renato Novelli.
Le teorie emesse sulle origini dell’uomo sono assai numerose e diverse. Indichiamone le principali e vediamo su che cosa si basano e, di conseguenza, ciò che valgono. La nostra scelta sarà in seguito più facile.
Il
celebre naturalista Oken emetteva, poco più di un secolo fa, una strana teoria
sulle origini dell’uomo. «Tutto ciò che ha vita», egli diceva, «è uscito
dal mare; è questa una verità non contestata da nessuno di coloro che si
occupano di storia naturale e di filosofia; quanto agli altri, la scienza
attuale della natura li disdegna. Migliaia di embrioni nascono senza dubbio dal
mare, solamente, tutti non si sviluppano. Gli uni sono gettati troppo presto
alla riva, e muoiono, altri s’infrangono nelle rocce, altri infine vengono
divorati da pesci voraci. Che cosa importa? Non ne restano ancora delle migliaia
che sono spinti dolcemente e a tempo alla riva? Qui, essi rompono il loro
involucro, schiudono la terra per estrarre dei vermi, e ritirano dal loro guscio
dei molluschi e delle chiocciole. Chi potrebbe dubitare solo un istante di
questo? Il linguaggio esce dunque dall’uomo come questi dal mare. Ecco così
la prova che il fanciullo si sviluppa nel mare e può in seguito conservarsi al
di fuori di esso. Ma come vengono essi nel mare? Non è dall’esterno, poiché
tutto ciò che è organizzato deve essere prodotto dall’acqua. Essi sono nati
nel mare. Com’è possibile questo? Tale formazione ha luogo senza dubbio nella
stessa maniera di quella di tanti altri animali che vi sono stati formati e lo
sono ancora tutti i giorni, come gli infusori e le meduse» (Citato da Reusch, "La Bible et la nature", pag.
425).
Ecco
certamente una teoria che non manca di fantasia. A tutti coloro che potrebbero
domandarsi perché il mare non produca più bambini, Oken risponde: «La
mancanza del calore necessario è l’unica causa per cui il mare non possa più
produrre uomini; una volta l’acqua del mare aveva la temperatura del sangue,
il che rendeva possibile la formazione di uomini nelle sue acque».
Ci
domandiamo se questo scienziato (?) credesse alla decima parte delle sue
assurdità. Può darsi ch’egli avesse semplicemente l’intenzione di irritare
i teologi e tutti coloro che credono nella Bibbia. È il momento di dire con
l’apostolo Paolo: «Iddio non ha resa pazza la sapienza di questo mondo?» (1
Cor. 1:20).
Con
Lamarck e Darwin si presentano le teorie della generazione spontanea, del
trasformismo e dell’evoluzione della specie. Pasteur ha dimostrato chiaramente
e definitivamente l’impossibilità della generazione spontanea.
Le
altre teorie si riassumono come segue: L’uomo discende dalla scimmia, la
scimmia dal verme e il verme dal… ; per citare gli stadi principali. Ma, da
dove viene il… ? Dal protoplasma, dicono. E chi ha prodotto il protoplasma? Il
caso. Ecco su cosa riposa tutta la teoria dell’evoluzione. Sopra questo
protoplasma, Haeckel ha costruito ventidue stadi diversi per fare apparire
l’uomo alla cima. Egli dà delle precisioni le quali potrebbero far credere
che lui stesso avesse assistito a queste lunghe trasformazioni. Ma si sa che non
è così.
Che
cosa devesi pensare di queste teorie? Diamo la parola a qualche autore le cui
opinioni valgono la pena di esser prese in considerazione.
E.
de Pressensé dice: «Il trasformismo si basa su pure ipotesi. Esso costruisce
nelle nubi questo pesante edificio di un mondo dove lo spirito non è più.
L’evoluzione non è ammissibile senza che vi sia stata creazione, poiché è a
questa sola condizione ch’essa ha uno scopo e non sprofonda nel caos
dell’universale dissoluzione» ("Les Origines").
Monsignor
Le Roy dice: «Basare tutta una teoria religiosa sopra un’ipotesi presa come
postulato indiscutibile, benché indimostrato, e dare questa ipotesi come
scientifica e come l’unica buona, ci sembra domandare al lettore benevolo una
parte di fiducia singolarmente esagerata» ("La religion des primitifs", pp. 61-62).
Il
professore Grasset della Facoltà di Montpellier dice: «L’affermazione
dell’evoluzione universale trascina necessariamente, ieri e oggi, il passaggio
dall’inorganico al vivente. Ora, scientificamente, è impossibile concepire
questo passaggio dall’inorganico al vivente. Dunque, sotto questo aspetto,
l’evoluzionismo non è dimostrato dalla scienza, ma è ancora da essa
dichiarato impossibile».
Diciamo,
per essere giusti nei riguardi di Darwin, che, come ogni vero scienziato, egli
non afferma. Nei suoi scritti egli confessa questo: «Noi non possiamo provare
che una sola specie si sia cambiata» (Life III:25). Dichiarando la sua teoria, egli non
aveva, come fu il caso dei suoi discepoli, l’intenzione di sopprimere il
Creatore all’origine di ogni cosa. Spiller, naturalista filosofo, scriveva: «Darwin
crede ancora che un Creatore ha infuso la vita alla cellula primordiale»
("Das Leben",
pag. 81).
Gli
evoluzionisti in generale sopprimono il miracolo, e sopprimendo il miracolo essi
vogliono sopprimere Iddio. Questo porta il professore Bettex a fare queste
riflessioni piene di buon senso: «La teoria dell’evoluzione ci dice essa il
gran miracolo all’origine delle cose? Sia che Iddio crei di nuovo ogni
moscerino ed ogni elefante, sia che abbia creato una volta una sola cellula con
tutte le possibilità e tutti i germi dell’evoluzione che si compirà grazie
al tempo, alle circostanze, ai centri creati da questo stesso Dio, la somma del
miracolo nell’universo non resta meno costante, ed essa comporta nell’uno e
l’altro caso la creazione intera di questo universo. Iddio non risulta meno la
causa unica di tutte le cause e di tutti gli effetti. I darwinisti sostituiscono
semplicemente al miracolo successivo e particolare, il grande miracolo unico e
padre di tutti gli altri: e non sarebbe la fede nel miracolo che ci impedirebbe
d’ammettere la teoria dell’evoluzione. Ma vi sono degli uomini cui la
lontananza porta sollievo e che milioni di anni rassicurano. Essi
considererebbero assurdo credere che Iddio abbia, un quarto d’ora fa, creato
una cellula; ma ch’egli l’abbia fatto nella notte dei tempi, lo trovano
ammissibile, se non scientifico. Che un’asina abbia, con l’aiuto del suo
Creatore, pronunciato alcune parole, quale idea fanciullesca! Ma che tutti i
presuntuosi del mondo si mettano una volta, senza saper perché, a parlare,
viene considerata scienza evoluzionista e seria!» ("La religion et les sciences de la nature").
La
questione ha più importanza che non si pensi. Se noi combattiamo la teoria
dell’evoluzione, lo facciamo non solamente perché essa è contraria alla
dottrina biblica sull’origine dell’uomo e all’opera creatrice di Dio, ma
anche a motivo dell’influenza perniciosa ch’essa esercita sulla vita morale
e spirituale degli uomini. Ascoltiamo ciò che dice in riguardo il dottor Paul
Carton: «Questa dottrina dell’evoluzionismo ateo che regna da padrona
all’ora attuale e per la quale troppi spiriti scientifici si sono lasciati
contaminare ai giorni nostri, è la più ingannatrice e la più demoralizzante
delle ipotesi» … «Considerando la vita un semplice conflitto d’azioni e di
reazioni delle energie materiali, essa teoria ha condotto al culto esclusivo
della forza orgogliosa e brutale, e al disprezzo del diritto e dell’amore
universale. Ha generato il nichilismo intellettuale e la decadenza morale. Ha
scatenato gli istinti del godimento materiale sfrenato e dell’egoismo feroce.
Cosa serve soffrire e amare il prossimo se il godimento del presente riassume il
fine di ogni cosa? Inoltre, tale teoria ha concepito le ineguaglianze di
evoluzione individuale quali altrettante ingiustizie della sorte; essa ha
proclamato un’eguaglianza non originale, ma presente, che ha fatto rigettare i
principi di gerarchia e di disciplina, benché questi agiscano tuttavia nella
natura intera. Infine, non assegnando altro scopo all’esistenza che il totale
soddisfacimento dei bisogni materiali, essa ha condotto alla trasgressione di
regole di condotta e di regime alimentare, che sono la causa dominante della
recrudescenza delle malattie e delle degenerazioni mentali della nostra epoca»
("Traité de Médicine
d’alimentation et d’hygiène naturalistes", pp. 29, 30).
Lasciamo
le teorie umane per esaminare la dottrina biblica sull’origine dell’uomo. «Dio
disse: “Facciamo l’uomo alla nostra immagine, secondo la nostra
somiglianza”» … «Dio creò l’uomo a sua immagine: lo creò a immagine di
Dio» (Genesi 1:26-27). «Il Signore Iddio formò l’uomo della polvere della
terra, gli soffiò nelle narici un alito vitale e l’uomo divenne un'anima
vivente» (Genesi 2:7). «Nel giorno che Dio creò l’uomo, fece alla sua
somiglianza. Egli lo creò maschio e femmina, e li benedisse, e pose loro nome
Uomo, nel giorno che furono creati» (Genesi 5:1, 2). Nel suo bel libro
"L’uomo, questo sconosciuto", il dottor Alexis Carrel dice: «Noi
siamo letteralmente fatti del limo della terra» (p. 100).
Il
Nuovo Testamento dichiara che Dio «ha fatto d’un sangue tutta la generazione
degli uomini, per abitare sopra tutta la faccia della terra, avendo determinati
i tempi prefissi, e i confini della loro abitazione» (Atti 17:26-28). Ecco un
insegnamento chiaro, preciso, logico, razionale e che onora l’uomo, poiché ne
fa un discendente di Dio. Confessiamo che vi è più onore ad essere un
"figlio di Dio" che un discendente di una scimmia.
Ed
ecco le conseguenze di tale dottrina: «Il racconto della creazione rivela
l’unità, la potenza e la personalità di Dio. Essa smentisce l’ateismo: al
principio Iddio. Essa smentisce il politeismo: un Dio, non
molti. Essa smentisce il panteismo: Dio è prima di tutte le cose e indipendente
da esse. Essa smentisce il materialismo: la natura non è Dio. Essa smentisce
l’eternità della materia: al principio Dio la creò. Essa smentisce il
fatalismo: Iddio, qui come ovunque, agisce nella libertà del suo essere eterno»
(Hodgkin, "Le
Crist dans toutes les Écritures", pag. 23).
«Nel
principio Dio creò il cielo e la terra». In questa semplice affermazione noi
abbiamo la teoria biblica dell’origine dell’universo materiale; essa dà
alla fede un fondamento ragionevole. Le teorie riguardanti il metodo possono
variare; ma le verità essenziali restano. Per questa affermazione maestosa e
sublime, la ragione è soddisfatta, come mai potrebbe esserlo da alcun'altra
teoria che lasciasse Iddio fuori dalla questione e venisse in seguito a
dichiarare che la causa prima fu più o meno il risultato di un incidente,
oppure che potessero esistere delle leggi senza uno spirito che le avesse
promulgate, o l’ordine senza il pensiero» (G. Campbell–Morgan, "The analysed Bible").
«A
misura che il tempo passa e gli uomini più riflessivi arrivano a conoscere
meglio la verità per ciò che riguarda il meraviglioso universo nel quale noi
viviamo, essi si avvicinano sempre più al racconto di Mosè. Mai, forse, nella
storia delle ricerche scientifiche, il primo capitolo della Genesi è apparso
così solido e trionfante come si presenta oggi» (G. Moorehead, "Outline Studies in the Books of the
Old Testament", citato da Hodgkin, op. cit.).
1)
L’uomo è la creatura di Dio.
2)
L’uomo è stato creato all’immagine di Dio.
3)
L’uomo è il figliuol di Dio, (il nostro Padre che è nei cieli).
4)
L’uomo deve dunque amare il Padre suo celeste, aver fiducia in Lui,
ubbidirgli in ogni cosa, onorarlo nella sua vita e nella sua condotta di ogni
giorno.
5)
L’uomo è sotto le dipendenze di Dio.
6)
Tutte le razze umane risalgono ad un unico ramo (dunque tutti gli uomini
sono fratelli).
7)
Dio regna sugli uomini e sulle nazioni.
Siamo
dunque felici e fieri dei nostri titoli di nobiltà, e in ogni circostanza
comportiamoci come veri figli e vere figlie di Dio.
E
andiamo con fiducia al Cristo, nostro fratello, venuto sulla terra per
riconciliarci col Padre, e che, lavandoci di tutti i nostri peccati per mezzo
del suo sangue, salvandoci così gratuitamente e appieno, ci rende possibile,
mediante la contemplazione della Sua divina immagine, d’essere trasformati
alla stessa immagine, di gloria in gloria.