I SEI GIORNI DELLA CREAZIONE

  di Jean Vuilleumier (1864-1956)  tratto da  “Il Messaggero Avventista”, anno VII, n.3, aprile 1932, pp. 4 e 7 
           (tradotto da «Signes des Tempes», da D. A.).

  Ecco alcune ragioni per credere che i sei giorni della creazione erano semplicemente giorni di 24 ore.

1.     In tutta la Bibbia, Dio è caratterizzato come Creatore, come Colui che ha fatti i cieli e la terra; è quello il Suo attributo specifico, dominante, supremo.

2. Il portato naturale di una creazione, è di essere un atto istantaneo prodotto da una parola divina: «Dio disse: Sia la luce! E la luce fu» (Genesi 1: 3); «I cieli furono fatti dalla parola dell’Eterno, e tutto il loro esercito dal soffio della Sua bocca» … «Poiché Egli parlò e la cosa FU; Egli COMANDÒ, e la cosa SORSE» (Salmo 33:6-9).

3.  L’opera creatrice avrebbe potuto anch’essere compiuta in un minuto secondo, invece che in SEI giorni di 24 ore. Ma se Dio ha giudicato opportuno consacrarvi una settimana, era che Egli voleva stabilire la divisione del tempo, il periodo settimanale, che il giorno di riposo conclude.

4.  Il Quarto comandamento ci dice: «Ricordati del giorno del riposo per santificarlo. Lavora sei giorni e fa in essi ogni opera tua; ma il settimo giorno è giorno di riposo, sacro all’Eterno, ch’è l’Iddio tuo» …« poiché in SEI GIORNI l’Eterno fece i cieli e la terra, il mare e tutto ciò ch’è in essi, e si riposò il settimo giorno; perciò l’Eterno, ha benedetto il giorno del riposo e l’ha santificato» (Esodo 20:8-11).

5.  Se la teoria dei giorni-periodi fosse vera, il testo del 4º Comandamento sarebbe un tessuto di contraddizioni, se non proprio di menzogne, poiché esso chiamerebbe giorno (ebraico: yòm), tanto il periodo creativo dei sei giorni, quanto il periodo lavorativo dell’uomo.

6.  I giorni creatori di 24 ore sono dimostrati tali dal racconto della creazione del sole e della luna; al 4º giorno «Dio fece i due grandi luminari: il luminare maggiore (il sole), per presiedere al giorno, e il luminare minore (la luna), per presiedere alla notte; e fece pure le stelle. E Dio li mise nella distesa dei cieli, per dar luce alla terra, per presiedere al giorno e alla notte e separare la luce dalle tenebre». «Dio disse: Vi siano dei luminari nella distesa dei cieli, per separare il giorno dalla notte; e siano dei segni per le stagioni e per i giorni (per segnare le EPOCHE, vers. Segond) e per gli anni». «Così fu sera, poi fu mattina; e fu il quarto giorno» (Genesi 1:14-19). Se l’autore ispirato avesse voluto parlare di epoche, anziché di giorni, le espressioni – è evidente – non gli sarebbero mancate;

7.  Il sole fu dunque creato al quarto giorno, per segnare il susseguirsi dei giorni e delle notti, il che ci vien dimostrato dalla rotazione della terra intorno al suo asse. Questo alternarsi del giorno e della notte, era stato reso possibile con la creazione, nei primi tre giorni, della luce, la quale veniva poi separata dalle tenebre (vv. 3-13);

8. La teoria dei modernisti, secondo la quale i giorni della creazione sarebbero periodi comprendenti centinaia e migliaia di secoli, teoria accettata a occhi chiusi dai teologi, ciò che costituisce per loro una vera capitolazione, ha spianato la via alla dottrina di Darwin, che mette Dio alla porta come Creatore dell’opera grandiosa dell’Universo;

9.  Le strombazzate scoperte geologiche, che sogliono essere di base scientifica ai giorni cento o mille volte millenari della creazione, non sono per nulla provate, come non è provata la teoria trasformistica (cioè la trasformazione delle specie in altre specie).

10.       I giorni della creazione erano di 24 ore. Ne abbiamo una prova magnifica nel fatto che Adamo visse due de’ giorni della settimana creatrice: il sesto giorno, quello in cui fu creato, e il settimo giorno, giorno del riposo divino e umano. Infatti se i giorni di questa settimana fossero periodi di migliaia di secoli, come lo pretende tra l’altro, Federico Godet (Etudes bibliques 1, 86), Adamo avrebbe dovuto morire alla bell’età di due o trecento milioni di anni. Ora la Bibbia gli dà 930 anni solamente, su per giù come i suoi più vicini discendenti.

Il professore Marcus Dods, teologo e autore scozzese ben noto, così si esprime nella sua opera sulla Genesi (pag. 4): «Se dovessimo ammettere, che in questi capitoli (Genesi 1 e 2) la parola "giorno" non indichi un periodo di 24 ore, l’interpretazione delle Scritture sarebbe un compito disperato». E soggiunge: «Il razionalismo può torcere le Scritture a piacimento, se ha la libertà di annettere a questa parola "giorno" un significato geologico. Eppure, questa parola non è che l’altra espressione ebraica "sera e mattina" (ebraico, "éréb bòqér"). E’ dunque solo per una violenza ingiustificabile che si appiccica al "giorno" biblico un periodo di secoli o di millenni».