IL VERBO DI DIO ALL’OPERA NELLA CREAZIONE

  di Gian Luigi Lippolis (1880-1969), tratto da “L’Araldo della Verità”, anno VIII, n.4, 
           luglio – agosto 1928, pp. 5 e 6 (53 e 54).

Si legge nella prima pagina del Santo Libro che «Nel principio Iddio creò il cielo e la terra. E la terra era informe e vuota, e le tenebre coprivano la faccia dell’abisso» (Genesi 1:1). Questo Essere tanto grande: creò il nostro pianeta; assegnò i termini all’oceano affinché non fossero oltrepassati; coprì la faccia della terra di una meravigliosa vegetazione di numerosi alberi fruttiferi ed ornamentali, nonché di variopinti fiori ed erbe che producono semi; diede vita, moto e facoltà di pensare alle creature intelligenti. Pensandoci, ci vien fatto di esclamare: «O Dio! O Dio! Che cosa siamo noi? Atomi! Nulla! Quanto siamo piccini noi, poveri esseri umani che pretendiamo conoscerti! O Divino creatore, quanto sei grande, o Dio nostro, tutta potenza e tutto amore!» (Fiammarica, "Dio nella natura").

«Chi può negare Dio dinanzi ad una notte stellata?», esclama nei suoi "Doveri dell’uomo" il grande genovese Giuseppe Mazzini. Sarebbe follia. «I cieli raccontano la gloria di Dio, e il firmamento annunzia l’opera delle sue mani» (Salmo 19:1).  E il meraviglioso complesso delle cose tutte create da Dio, Essere grande e meraviglioso, testimoniano della sua grandezza. Alludendo alla creazione, il grande apostolo dei Gentili afferma: «I mondi sono stati formati dalla Parola di Dio; così le cose che si vedono non sono state tratte da cose apparenti» (Ebrei 11:3). E il Salmista dice: «Egli parlò, e la cosa fu; Egli comandò e la cosa sorse» (Salmo 33:9).

Da queste testimonianze risulta che il mondo non fu fatto da cose esistenti, ma dalla Parola del Creatore. Questo Verbo di Dio, creatore di mondi, sommo autore dell’armonia che regna nel creato, causa prima di tutte le cose, conserva fino ad oggi la medesima potenza. Egli fa vivere, pensare ed agire gli uomini. Paolo afferma che «in Lui viviamo, ci moviamo e siamo», e che «Egli dà a tutti il fiato, la vita ed ogni cosa» (Atti 17:25-28). Ed esaltando la gloria di questo Verbo di Dio, creatore e conservatore di ogni cosa, esclama: «Il quale è l’immagine dell’invisibile Iddio, il primogenito di ogni creatura; poiché in Lui sono state create tutte le cose nei cieli e sulla terra; le visibili e le invisibili; siano troni, siano signorie, siano principati, siano podestà; tutte le cose sono state create per mezzo di Lui ed in vista di Lui». (Colossesi 1:15,16).

È scritto ancora che Dio «in questi ultimi giorni ha parlato a noi mediante il Suo Figliuolo, che Egli ha costituito erede di tutte le cose, mediante il quale pure ha creato i mondi; il quale essendo lo splendore della sua gloria e l’impronta della sua essenza e sostenendo tutte le cose con la parola della sua potenza, quand’ebbe fatta la purificazione dei  peccati, si pose a sedere alla destra della Maestà nei luoghi altissimi» (Ebrei 2:2,3).

Cristo dunque è questo Verbo creatore, il sommo autore dell’armonia che regna nel suo creato. Della preesistenza di Cristo rende piena testimonianza un profeta il quale afferma che le sue «origini risalgono ai tempi dell’eternità» (Michea 5:1). E questo è confermato da Cristo stesso, quando pregando disse: «Ed ora, o Padre, glorificami tu presso te stesso della gloria che avevo presso di te avanti che il mondo fosse» (Giovanni 17:5).

Dai tempi eterni Cristo condivise la gloria del Padre. Con un incomprensibile atto della sua divina volontà Egli scese in terra; «Egli ricco si fece povero per noi», assunse la carne del peccato, prese su di Sé i nostri languori e si caricò delle nostre colpe; fu trovato nell’esteriore simile agli uomini, volle insomma essere l’uomo, in tutto simile a noi, per farci degni un giorno di partecipare alla sua eterna gloria. Nella sua preghiera al Padre Egli dice: «Padre, io voglio che dove sono io, siano con me anche quelli che tu m’hai dati, affinché vedano la mia gloria che tu mi hai data; poiché tu mi hai amato avanti la fondazione del mondo» (Giovanni 17:24).

Gesù al principio era presso Dio, poiché Egli era Dio, e insieme col Padre ideò e portò a compimento il meraviglioso piano della creazione del mondo. Giovanni inizia il suo Evangelo con quest'affermazione: «Nel principio era la Parola, e la Parola era con Dio, e la Parola era Dio. Essa era nel principio con Dio» (Giovanni 1:1).

Il profeta Isaia, alludendo alla creazione del nostro mondo, dice: «Levate gli occhi in alto e guardate: Chi ha create queste cose? Colui che fa uscir fuori e conta il loro esercito, che le chiama tutte per nome; e per la grandezza del suo potere e per la potenza della sua forza, non una manca». Ed anche: «Così parla il tuo creatore» … «Colui che t’ha formato» … «il tuo Dio, il Santo d’Israele, il tuo Salvatore» (Isaia 40:26; 43:1-3).   Il Salvatore, uno col Padre, quando attuò i disegni della creazione, pronunziò la Parola e la terra fu creata. Difatti, la parte che Egli ebbe nella creazione del mondo è messa in rilievo dall’apostolo Giovanni: «Ogni cosa è stata fatta per mezzo di lei, e senza di lei neppure una delle cose fatte è stata fatta» … «Egli era nel mondo, e il mondo fu fatto per mezzo di Lui» (Giovanni 1:3,10).

Il potere creativo di Dio lo distingue dalle false divinità. «Poiché tutti gli dèi dei popoli sono idoli vani, ma l’Eterno ha fatto i cieli». «Gl’iddii che non hanno fatto il cielo e la terra scompariranno dalla terra e da sotto il cielo» (1Cronache 16:26; Geremia 10:11). «Poiché, sebbene vi siano dei così detti dèi tanto in cielo che in terra, come infatti vi sono molti dèi e molti signori, nondimeno per noi c’è un Dio solo, il Padre, dal quale son tutte le cose, e noi per la gloria sua, e un solo Signore, Gesù Cristo, mediante il quale sono tutte le cose, e mediante il quale siamo noi» (1Corinzi 8:5,6).

Ma Iddio, nel compimento dei secoli, mandò sulla terra il Suo diletto Figliuolo, nato di donna, per la salvezza del mondo. La prima venuta di Cristo nella carne, fu così profetizzata da Isaia: «Poiché un fanciullo ci è nato, un figliuolo ci è stato dato, e l’imperio riposerà sulle sue spalle; sarà chiamato Consigliere, l’Ammirabile, L’Iddio potente, il Padre Eterno, il Principe della pace» (Isaia 9:5).

Gesù è venuto quaggiù, Dio manifestato in carne (1Timoteo 3:16), e quantunque nel suo esteriore non è stato notato nulla che lo rendesse diverso dagli altri uomini, pure, essendo in forma di Dio, «non reputò rapina l’essere uguale a Dio» (Filippesi 2:6). Ed a Filippo che un giorno lo interrogava e lo pregava di mostrargli il Padre, Gesù rispose: «Io e il Padre siamo una stessa cosa», «chi ha veduto me ha veduto il Padre» (Giovanni 10:30; 14:9). Perciò a Cristo, essendo uguale al Padre, nei cieli come in tutto l’universo da Lui creato, appartengono di diritto Lui di diritto appartengono tutti gli appellativi e i titoli del Creatore. Non solo Egli creò tutte le cose, ma con la sua potenza le regge e le governa. Un giorno trasmette la sua forza a un altro giorno, le stagioni si susseguono con esattezza meravigliosa, perché per mezzo della sua parola tutte le cose sussistono e perdurano. Per Lui noi «ci moviamo e siamo» (Atti 17:28) e, con la sua forza, cieli e terra sussistono. Con una suprema legge di armonia, di ordine, di bellezza, « la terra diventa un atomo galleggiante nell’infinito. Ma da questo atomo a tutti i soli dello spazio, a quelli il cui raggio impiega milioni di anni per giungere fino a noi, a quelli che si celano sconosciuti al di là della potenza visiva dell’uomo, io sentivo un legame invisibile che accoglie nell’unità di una sola creazione, tutti gli universi, tutte le anime» (Fiammarica, op. cit.).

La testimonianza che il Padre rende al Suo Figliuolo, a questo Verbo Creatore, è la seguente: «Il tuo trono o Dio, è nei secoli dei secoli, lo scettro di rettitudine, è lo scettro del tuo regno» … «Tu Signore, nel principio fondasti la terra, e i cieli sono opera delle tue mani» (Ebrei 1:8,10).

 

Possiamo noi affidarci senza timore ad un così possente Salvatore? Certo in Lui beato è chi si confida e spera. Nessuna delle sue buone parole che Egli ha pronunziate è caduta in terra. In Lui possiamo confidare con ferma fede. Tutti coloro che in Lui sperano, e che vorranno accettarlo come Salvatore, saranno sorretti come tutte le cose dell’universo Suo, saranno protetti dalla sua santa Parola, dalla Parola della sua potenza.

«Beato colui che ha l’Iddio di Giacobbe per suo aiuto, e la cui speranza è nell’Eterno suo Dio, che ha fatto il cielo e la terra, il mare e tutto ciò che è in essi, che mantiene la fedeltà in eterno» (Salmo 146:5,6)