CREAZIONE
O EVOLUZIONE ?
Questi
due concetti, o meglio queste due rivelazioni, abbracciano il principio e la
fine del Vangelo, giacché il primo capitolo della Genesi è il principio del
Vangelo di Gesù e l’ultimo capitolo dell’Apocalisse ne è la fine. Se si
toglie o l’una o l’altra parte il Vangelo di Cristo non è completo. –
L’apostolo Paolo esprime questa verità con parole sublimi: «Egli (Gesù
Cristo) è l’Immagine dell’Iddio invisibile, il primogenito di ogni
creatura. Poiché in lui sono state create tutte le cose, quelle che son nei
cieli e quelle che son sopra la terra; le cose visibili e le invisibili: troni,
signorie, principati e potenze: tutte le cose son state create per mezzo di lui
e in vista di lui. Egli è avanti ogni cosa e tutte le cose sussistono in lui»
(Colossesi 1:15,16). Come si vede, la filosofia di Paolo da Tarso era ben
diversa da quella dei nostri modernisti!
La
Scrittura ci parla di «una nuova creazione» e la seconda venuta di Cristo ne
è la ragione e il principio, giacché Egli viene per «restaurare ogni cosa».
Il quale (dice l’apostolo Pietro) conviene che il cielo tenga accolto fino ai
tempi della restaurazione di tutte le cose (Atti 3: 21).
Ma
la primitiva creazione ha riscontro nella nuova creazione futura. Il potere
manifestato da Dio nella “prima” è il potere che sarà manifestato nella
“seconda”: «I cieli passeranno rapidamente e gli elementi infiammati si
dissolveranno, e la terra e le opere che sono in essa saranno arse» … «Ora
secondo la promessa di esso noi aspettiamo nuovi cieli e nuova terra in cui la
giustizia abita» (2 Pietro 3:
10,13).
Per
abbattere l’edificio si scalzano le fondamenta: ma le fondamenta del Vangelo
di Cristo è la CREAZIONE. Cristo Gesù ci è presentato come “creatore” Dio
è “il creatore” E’ necessario che l’uomo concepisca Dio come un essere
personale che diede l’esistenza alle cose che sono, che esistette prima che
queste cose fossero, che non dipende affatto dalle cose esistenti. «Noi», dice
l’apostolo Paolo, «per fede comprendiamo che i mondi sono stati formati dalla
parola di Dio, così le cose che si vedono non sono tratte da cose apparenti»
(Ebrei 11: 3). Chi concepisce Dio diversamente, lo annienta.
L’ultima
generazione dovrà udire il Messaggio della fine, come l’ultima età
antidiluviana dovette udire quello di Noè. Ma contro il Messaggio che annuncia
il ritorno di Cristo e il principio della «nuova creazione», si solleveranno i
cosiddetti scienziati dicendo che non vi fu creazione, né vi sarà, ma
tutto è eterno, tutto si muove e si evolve e si perfeziona per l’eternità,
cioè l’ultimo e più fiero attacco contro il Vangelo ultimo di Gesù, avrà
per base la negazione del primo capitolo della Bibbia che parla di Dio creatore.
È
ciò che avviene. Mai come ora gli uomini si sono accaniti contro «la creazione
di Dio». Se voi chiedete all’uomo del popolo che cosa pensi di Dio creatore,
egli vi sorriderà e con aria di filosofo vi dirà: «Io non credo a Dio, ma
credo all’evoluzione». La falsa scienza è ormai divenuta popolare. Il
modernismo compie la sua opera funesta insegnando che non si deve credere in un
Dio personale, ma in una potenza infinita che si muove in infiniti modi,
trascinando con sé ogni altra cosa e conducendola per vie sempre
“naturali”, ma meravigliose, alla più alta perfezione, cioè a divenire
“divina” per lunga e laboriosa evoluzione. E non è questa idolatria?
Nei
tempi antichi i pagani si facevano degli dei di legno e di metallo e si
prostravano davanti a loro.
Nei
nostri tempi gli uomini non si fanno dèi visibili, né si prostrano ad adorare
statue d’oro e d’argento, ma quel che è peggio adorano sé stessi
proclamando “divina” l’umanità, dicendo che l’uomo non ha bisogno di
redenzione dal peccato, ma di evoluzione in meglio, attribuendo all’umanità
inferma e peccatrice attributi divini, come sarebbe “una potenza che non ha
limite, e un’esistenza che non ha mai termine”. Ogni uomo, secondo il
modernismo, deve SENTIRE Iddio in sé stesso, nella sua coscienza; chi non lo
sente può benissimo dire: «Dio non esiste». Perciò Dio si riduce ad un sentimento
che può divenire idea, concetto, dogma; cioè Dio è una creazione
dell’uomo stesso, il quale credendo in Dio crede semplicemente alla sua
perfettibilità, al suo proprio essere divino. E se questo non è paganesimo e
idolatria, quale sarà mai?
Il
modernismo demolisce la Bibbia attaccando la divina creazione primitiva. La
creazione, secondo il nuovo sistema filosofico non è un atto speciale, ma un
semplice sviluppo, che in forza di certe leggi speciali, incominciando dal caos
finì nell’uomo e, per naturale ed intima energia, giunse fino a noi
affermandosi nel meraviglioso progresso moderno.
La
teoria «dell’evoluzione» è applicata a spiegare non solo i fenomeni della
creazione materiale, ma tutto ciò che appartiene all’universo, dal microbo ai
giganteschi mammouth, dalla scimmia a Gesù di Nazareth, dalle più deboli
sensazioni alla più alta manifestazione della vita morale ed intellettuale,
insomma dall’uomo a Dio, essendo questione non di natura diversa, ma di
gradi diversi di perfezione. E se questo non è un demolire Dio, quale
sarà mai?
Si
noti qui di passaggio che la teoria dell’evoluzione incominciò col dire che i
sei giorni della creazione secondo Mosè sono grandi epoche, nelle quali si
svolsero i principi evolutivi; poi si annullarono le sei epoche per dar luogo
alla divisione geologica del tempo in cui le diverse fasi evolutive si sono
compiute; poi si passò a deridere il racconto della creazione di Mosè e, con
esso, tutta la Bibbia fu messa in una cattiva luce. Coloro a cui Iddio aveva
affidati i suoi oracoli non ebbero il coraggio di sostenere i diritti di Dio di
fronte alle asserzioni della cosiddetta “scienza” e cercarono di conciliare
le opinioni degli uomini colla divina rivelazione, in altre parole misero in
dubbio la parola di Dio e cedettero a quella degli uomini. È il peccato di
Adamo e di Eva.
Dalla
geologia la teoria dell’evoluzione passò a spiegare i fenomeni della vita
nell’universo: Darwin e i suoi discepoli pretendono di aver dimostrata falsa
la narrazione biblica delle origini della vita vegetale, animale, razionale.
Secondo i nuovi dogmi scientifici l’uomo non fu creato perfetto, non vi fu un
peccato in origine, non c’è bisogno di alcuna redenzione per parte di Dio, ma
l’uomo come tutte le altre specie derivò da una “qualche cosa” che
fu in principio e che, per successive evoluzioni, produsse tutto ciò che noi
vediamo. E questa “qualche cosa” può essere stato un protoplasma
inorganico, contenente tutte le cose possibili nella sua energia potenziale. Lo
spirito evolutivo soffiò sopra di lui e il “protoplasma” divenne “luce,
calore, elettricità” poi, per naturali combinazioni, si cambiò in “terra,
aria, acqua”, poi si sviluppò il “germe primordiale”, il “protogene”,
che si mutò poi in “eozono”, poi in “monade”, poi in “animalculus”,
poi in “efemera”, poi… su, su fino all’“antropoide”,
all’“urango”, all’“homunculus” e finalmente all’uomo
tale e quale noi del secolo XX abbiamo la grazia di essere e di chiamarci.
E
tutte queste ridicolaggini hanno nome di “scienza”, si spacciano come verità
sacrosante e ognuno ha il dovere di accettarle senza beneficio di inventario,
sotto pena di passare per ignorante e oscurantista. Sciaguratamente siffatte
teorie si vanno predicando perfino dai pulpiti: il modernismo va facendo
proseliti anche fra coloro che avevano la missione di pasturare il gregge di
Dio. Di costoro ben dice la Scrittura: «I guardiani d’Israele sono tutti
ciechi, senza intelligenza; sono tutti cani muti, incapaci di abbaiare; sognano,
stanno sdraiati, amano sonnecchiare» … «Sono pastori che non capiscono
nulla; sono tutti vòlti alla propria via, ognuno mira al proprio interesse»
… «“Venite”, dicono» … «“il giorno di domani sarà come questo,
anzi sarà più grandioso ancora”» (Isaia 56: 10-12).
Che
il Signore Iddio confonda la sapienza degli uomini vani e ci salvi dal
“modernismo”. Amen!
Ma è scritto: «Quando il Figlio dell’uomo verrà,
troverà la fede sulla terra? (Luca 18: 8).