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LE PROTEINE SFIDANO IL CASO
tratto da "Storia libera" - 17/01/14
 

Le proteine sono molecole giganti che consistono di unità più piccole dette "amminoacidi", i quali vengono disposti secondo una sequenza particolare in certe quantità e strutture. Queste molecole costituiscono i blocchi da costruzione delle cellule viventi. 

Perché una proteina ottemperi alla sua specifica funzione, è necessario che ognuno dei suoi amminoacidi si trovi nel posto giusto e nell'ordine corretto. 

Una proteina di media dimensione è composta di 288 amminoacidi. Questi possono essere disposti in 10300 modi diversi. Questo numero astronomicamente grande consiste di un 1 seguito da 300 zeri. Di tutte queste possibili sequenze, soltanto una forma la desiderata molecola proteica. Il resto di esse sono catene di amminoacidi che possono risultare o del tutto inutili o potenzialmente dannose per gli esseri viventi. 

In altre parole, la probabilità della formazione di una sola molecola proteica è pari a "1 su 10300". La probabilità che questo "1" accada è praticamente impossibile. (In matematica, le probabilità inferiori a 1 su 1050 sono considerate "probabilità zero"). 

Per di più una molecola proteica di 288 amminoacidi è piuttosto modesta se paragonata ad alcune molecole proteiche giganti composte di migliaia di amminoacidi. Qualora si applichi il calcolo delle probabilità a queste proteine giganti, la parola "impossibile" diventa inadeguata. 

William Stokes, un geologo americano, nel suo libro Essential of Earth History fa notare che tale possibilità è così remota "che essa (la proteina) non sarebbe potuta apparire neppure nel corso di miliardi di anni su miliardi di pianeti, ognuno dei quali ricoperto da un manto di soluzione di acqua concentrata dei necessari amminoacidi." 

Avanzando di un passo nella direzione dello schema dello sviluppo della vita, osserviamo che una sola proteina non significa nulla per se stessa. Uno dei più piccoli batteri mai scoperti, il Mycoplasma Hominis H39, contiene 600 tipi di proteine. In questo caso dovremmo ripetere gli stessi calcoli delle probabilità prima applicati ad una sola proteina per ognuno di questi 600 tipi differenti. Il risultato rende assurdo anche il concetto stesso di impossibilità. 

Robert Shapiro, professore di chimica preso l'Università di New York e esperto di DNA, ha calcolato la probabilità di formazione accidentale dei 2.000 tipi di proteine trovati in un singolo batterio. Il numero che si ottenne fu 1 su 1040000: questo è un numero incredibile, che si ottiene aggiungendo 40000 zeri all'1 (1)

Ebbene in ogni cellula umana vi sono 20.000 differenti tipi di proteine (10 volte più che nei batteri). 



CALCOLO DELLE PROBABILITà CHE UNA PROTEINA DI 500 aa SI FORMI PER CASO


Vi sono tre condizioni fondamentali alla formazione di una proteina utile: 
Prima condizione: che tutti gli amminoacidi nella catena proteica siano del tipo giusto e nella sequenza corretta. 
Seconda condizione: che tutti gli amminoacidi nella catena siano levogiri (vedi paragrafo sulla chiralità in Abiogenesi). 
Terza condizione: che tutti questi amminoacidi siano uniti tra loro per formare un  legame chimico detto "peptidico". 


Affinché una proteina si possa formare casualmente, tutte le tre condizioni devono essere simultaneamente presenti. 
La probabilità della formazione casuale di una proteina è pari alla moltiplicazione delle probabilità di realizzazione di ciascuna di queste condizioni. 

Per esempio, nel caso di una molecola media comprendente 500 amminoacidi: 

1.  La probabilità che gli amminoacidi siano nella sequenza corretta: 
Esistono 20 tipi di amminoacidi utilizzati nella composizione di proteine. Tenuto conto di questo: 

-la probabilità che ogni amminoacido venga scelto correttamente tra questi 20 tipi

= 1/20

-la probabilità che tutti questi 500 amminoacidi siano scelti correttamente 

= 1/20500= 1/10650

= 1 possibilità su 10650



2.  La probabilità che gli amminoacidi siano levogiri: 

- La probabilità che un solo amminoacido sia levogiro 

= 1/2

- La probabilità che tutt questi 500 amminoacidi siano levogiri contemporaneamente

= 1/2500  =  1/10150

= 1 possibilità su 10150

3.  La probabilità che gli amminoacidi si combinino con un "legame peptidico". 
Gli amminoacidi possono combinarsi tra loro per mezzo di differenti legami chimici. Perché si formi una proteina utile, tutti gli amminoacidi nella catena devono combinarsi con uno speciale legame chimico detto "peptidico". Si è calcolato che la probabilità che gli amminoacidi si combinino tra loro con un legame chimico diverso da quello peptidico è pari al 50%. Tenuto conto di questo: 

-La probabilità che due amminoacidi si combinino con un "legame peptidico"

= 1/2

-La probabilità che tutti i restanti amminoacidi si combinino con un "legame peptidico"

= 1/2499  = 1/10150

= 1 possibilità su 10150


TOTALE PROBABILITA'

= 1/10650 X 1/10150 X 1/10150 = 10950

= 1 possibilità su 10950



La probabilità che una molecola proteica media costituita da 500 amminoacidi sia ordinata secondo la corretta quantità e sequenza oltre alla probabilità che tutti gli amminoacidi contenuti siano solo levogiri e combinati soltanto con legami peptidici è 1 su 10950. E' possibile scrivere questo numero aggiungendo 950 zeri dopo l'1: 

10950 = 


100.000.000.000.000.000.000.000.000.000.000.000.000.000.000.000.000.000.000.000.000.000.000.000.000.000.000.000.000.000.000.000.000.000.000.000.000.000.000.000  
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Il progetto "genoma umano" si è concluso ed oggi sappiamo di averne 32 mila geni. Dato che la stima corrente del rapporto geni-proteine è di uno a tre, in ogni cellula ci sarebbero quindi 100 mila proteine da cui dipende ogni attimo della nostra vita. 
Se la formazione accidentale di anche una sola di queste proteine -come abbiamo visto- è impossibile, è miliardi di volte ancora più impossibile che circa 100 mila queste proteine si riuniscano in modo corretto casualmente e costituiscano una cellula umana. 

La presunta età della terra non risulterebbe neanche lontanamente sufficiente a permettere la formazione di neppure una singola proteina mediante il metodo di "prova ed errore" presunto dalle teorie evoluzionistiche. 

Chandra Wickramasinghe, professore di matematica applicata e astronomia presso la University College (Cardiff, Galles), commenta: "La probabilità di una formazione spontanea della vita dalla materia inanimata è pari a 1 seguito da 40000 zeri... E' abbastanza grande da seppellire Darwin e l'intera teoria dell'evoluzione. Non vi è stato alcun brodo ancestrale, né su questo pianeta né su qualsiasi altro, e se gli inizi della vita non furono accidentali, allora devono essere stati prodotti da un'intelligenza risoluta" (2)



*** 
(1) Robert Shapiro, Origins: A Sceptics Guide to the Creation of Life on Earth, New York, Summit Books, 1986, p.127. 
(2) Fred Hoyle, Chandra Wickramasinghe, Evolution from Space, New York, Simon & Schuster, 1984, p. 148.




 

Sito a cura dell'A.I.S.O. Associazione Italiana Studi sulle Origini - aggiornato il 31/01/2014 

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